Manolo Gabbiadini sorride di nuovo. Dopo un periodo tutt'altro che felice, l'ex attaccante del Napoli è tornato al goal con il suo Southampthon, mettendosi in evidenza con una doppietta tanto importante quanto vitale per il suo umore. Intervistato in esclusiva a La Gazzetta dello Sport, l'attaccante classe '91 ha parlato proprio della doppietta e della sua scelta di andare in Premier League: "Spero che la doppietta mi dia continuità. - ha detto - Un calciatore si allena e dà il meglio di sé durante la settimana proprio con questo obiettivo: giocare la partita".
"Perché ho scelto la Premier? - continua - C’erano altre opzioni, anche estere, ma ho preferito venire qui perché volevo misurarmi con la Premier e questa era una chance importante. A Southampton si sta bene ed è comoda: in un’ora arrivi a Londra o all’aeroporto di Heathrow, dove ci sono tre voli giornalieri per Bologna. Quando ho deciso di lasciare Napoli, ho fatto anche queste considerazioni. Qui sono partito davvero bene, ma ’linfortunio mi ha fermato sul più bello. Ero partito benissimo, mi sentivo in grandi condizioni e c’era l’entusiasmo della novità, ma quando sono guarito e rientrato, era cambiato qualcosa. Giocavamo in modo diverso".
Inevitabile, la domanda sulla sua parentesi al Napoli: "A Napoli ho trascorso un periodo importante della mia vita. Abitavo a Posillipo, in un posto fantastico. Mi sono creato un gruppo di amici, come il maestro dei presepi Marco Ferrigno. E’ stato un onore indossare la maglia del Napoli. I ragazzi di Sarri offrono il miglior calcio della A. E’ guidato da un grande allenatore. Sarri e Benitez sono i migliori che ho avuto, ma ho un bel ricordo anche di Pioli e Mihajlovic".
In ultimo, l'attaccante del Southampton ha parlato della Nazionale Italiana di calcio: "Percentuali contro la Svezia? Cinquantuno noi, quarantanove loro. Non voglio pensare ad un’Italia che non va al Mondiale. Sarebbe un disastro per quelli della mia generazione. Sulla Nazionale ho letto giudizi troppo severi. Certe volte in Italia c’è un eccesso di negatività. Cosa mi manca dell'Italia? Mi mancano il clima, la bellezza delle nostre città, le amicizie. Ma sono contento della scelta: il calcio in Inghilterra è una festa. La gente va allo stadio per divertirsi. In Italia non è così. Ho un figlio di due anni e da padre dico che è triste non poter portare i bambini negli stadi per la paura che possa accadere qualcosa".