Quando si parla di Harry Kane è facile cadere nella banalità. Scrivere qualcosa di letto e riletto, limitandosi spesso ad elencare numeri e cifre che lo rendono attualmente uno dei migliori attaccanti del panorama mondiale. Per rendersi conto della "grandezza" del ragazzo di Chingford, basti pensare che nasce come tifoso dell'Arsenal con un passato piuttosto profilico come punta nel settore giovanile di Wenger; non ha nemmeno senso poi raccontare com'è andata a fine la storia... Sappiate che attualmente che sia a White Hart Lane, all'Emirates o a Wembley se "l'Uragano" riceve palla in un derby spesso la trasforma in oro. Viene generalmente considerato l'erede di Teddy Sheringham al quale lo stesso Kane ha detto più volte di ispirarsi. Nonostante questa somiglianza con un attaccante che ha avuto il momento più profilico della carriera nei primi anni 90', Harry è l'attaccante moderno per eccellenza, in grado di sacrificarsi e dialogare con i compagni non abbassando, se possibile, la sua folle media realizzativa.
Il 17 ottobre è stato inserito meritatamente nella lista per il Pallone d'oro, l'ultimo Step richiesto prima di essere considerato tra i grandissimi di questa disciplina.
È riuscito come pochi altri attaccanti a fare la differenza sia in Nazionale, pur steccando l'Europeo, che in campionato, trascinando l'Inghilterra di Southgate ai Mondiali e il Totthenam di Pochettino alla fase a gironi della massima competizione europea. Ora Harry ha bisogno di superare l'ultimo gradino nella sua personale scalata all'olimpo dei grandi; può riuscirci seguendo le orme di Gareth Bale: cercando fortuna altrove o restando nel Nord di Londra dove di certo nonostante una rosa non al livello delle big europee continuerà a fare la differenza e segnare come non ci fosse un domani.