È arrivato a Londra tra l'incertezza generale: fuori dalle rotazioni nelle preparazione estiva, poi il rigore sbagliato nel Community Shield e le critiche per l'esagerato prezzo di trasferimento. Al Britannia Stadium è riuscito a lasciarsi dietro le "troppe parole" spese sul suo conto e a prendersi definitivamente il Chelsea.
Al secondo gol dopo una fuga solitaria sulla fascia lasciandosi dietro ben 3 difensori dei Potters, è andato sotto il settore ospiti allargando semplicemente le braccia come a dire: "Vedete? Bastava farmi giocare". Il ragazzo originario di Madrid è arrivato a 6 gol in 6 partite di Premier League, 76 minuti per ogni gol, conditi da due assist. Medie che non hanno nulla da invidiare a quelle del suo predecessore Diego Costa, che proprio in queste ore ha ufficializzato il suo ritorno all'Atletico Madrid di Simeone.
Non era facile conquistare la fiducia del Sergente di Ferro per eccellenza Antonio Conte, che inizialmente oltre a schierarlo come ala sembrava non convintissimo del suo innesto; ora gli lancia autentiche dichiarazioni d'amore, ringraziandolo pubblicamente per i gol che stanno confermando il suo Chelsea come possibile terzo incomodo per la lotta al titolo.
Alvaro è un attaccante atipico: efficace in area ma allo stesso tempo pronto a sacrificarsi per la squadra, rapido ma in grado di fare la differenza anche con il colpo di testa (soprannominato "El Ariete" non a caso), è sempre stato etichettato come discontinuo ma la colpa va soprattutto agli allenatori che giustamente o meno lo hanno utilizzato con il contagocce per tutta la sua carriera.
Al Chelsea sta cercando di prendersi la sua rivincita, quella che aspetta da una carriera intera: noi non possiamo fare altro che goderci lo spettacolo.