Quella di martedì è stata senza dubbio la serata di Davide Zappacosta. Debutto in carriera in Champions League, per giunta tra le fila del Chelsea campione d'Inghilterra in carica e con un gol ai danni del Qarabag. Una storia che lo stesso terzino destro ha voluto raccontare, in un'intervista realizzata dalla Gazzetta dello Sport: "Sinceramente prima di calciare ho guardato l’area di rigore alla ricerca di qualche compagno libero. Poi ho calciato e a quel punto non ci ho capito più nulla. Ho vissuto momenti di vera trance: il pallone in rete, l’esultanza con i tifosi, l’abbraccio dei compagni. Un caos totale, ma un caos bellissimo. Senza dubbio la miglior serata della mia carriera. Non avevo mai vissuto una storia come questa - prosegue Zappacosta - . Debutto in Champions, prima partita da titolare nel Chelsea allo Stamford Bridge e un gol spettacolare. Tutto perfetto". Zappacosta è stato anche il centesimo giocatore italiano a mettere a segno un gol in Champions League. E quest'altro riconoscimento sorprende e non poco l'ex granata: "Non lo sapevo. Mi fa piacere e rende ancora più fantastica questa serata. Spero di non dovermi risvegliare domani (ieri, ndr) e rendermi conto di aver sognato".

Un momento di pura follia, come lo stesso giocatore ha dunque ammesso nelle prime interviste rilasciate dopo la partita, in cui ha ammesso di voler crossare e non calciare verso la porta. Ma Zappacosta ha voluto raccontare anche un retroscena abbastanza curioso, che riguarda i minuti precedenti al fischio d'inizio della partita. Uno Stamford Bridge mezzo vuoto che ha scosso e non poco il nuovo giocatore dei Blues, anche se poi, all'ingresso in campo per giocare la partita, l'ex giocatore del Torino e dell'Atalanta ha trovato la cornice di pubblico e soprattutto il calore che si aspettava per una partita così attesa per il pubblico della formazione neo-campione della Premier League: "Durante il riscaldamento ho notato che lo stadio era mezzo vuoto. Ho pensato che fosse strano nel giorno in cui il Chelsea tornava in Champions dopo un anno di break. Siamo andati negli spogliatoi per gli ultimi preparativi e quando siamo rientrati ho visto che l’impianto era pieno, una bolgia autentica. Giocare con questa cornice di pubblico ti esalta".

Per Davide Zappacosta, dunque, è stato tutto nuovo ed è arrivato tutto all'improvviso, visto che il suo trasferimento al Chelsea si è concretizzato nell'ultimo giorno di mercato. Tuttavia, per conoscere meglio il nuovo habitat della sua carriera non c'è stato ancora abbastanza tempo, tra la conoscenza delle strutture del Chelsea e il richiamo improvviso in Nazionale a causa dell'infortunio patito da Spinazzola dopo la gara contro la Spagna. Tuttavia, non mancherà tempo per il nuovo esterno a disposizione di Antonio Conte, per conoscere nel migliore dei modi Londra e per viverla al meglio, in modo da avere qualcosa da fare quando non c'è da giocare o da allenarsi per continuare a vincere: "È stato tutto frenetico. Vivo tra centro tecnico e hotel. Sabato scorso abbiamo giocato a Leicester. Nel tempo libero, cerco casa. Sono arrivato in Inghilterra dopo le gare con la Nazionale e non ho avuto in pratica un attimo di libertà. Londra non la conoscevo. Ho fatto un salto in centro, quasi di corsa. È imponente. Bisogna girarla a fondo per capirla, ma l’atmosfera mi è piaciuta".

Un altro piccolo ostacolo che potrebbe porsi davanti a Zappacosta nei primi giorni di permanenza al Chelsea, è rappresentato dalla lingua inglese. Il terzino destro azzurro ammette che lavorerà a fondo per migliorare conoscenza, ascolto e pronunce: "Devo migliorarlo e comincerò questa settimana. Questa esperienza al Chelsea rappresenta un’opportunità da vivere a 360 gradi: anche la conoscenza della lingua è importante". E poi ci sono gli obiettivi personali e di squadra, che di certo Zappacosta si sarà proposto già prima di iniziare questa nuova avventura nella terra di Albione. Ecco cosa ha programmato a riguardo l'ex granata: "Dare e ottenere il massimo. È un momento cruciale per la mia carriera e voglio viverlo intensamente. Gol come quello al Qarabag capitano una volta nella vita. La quotidianità è un’altra storia. Per dirla in gergo - conclude Zappacosta con una frase a lui molto cara - , palla lunga e pedalare".