Bene ma non benissimo. Il Liverpool conquista la prima vittoria della sua Premier League battendo 1-0 il Crystal Palace, vera e propria bestia nera degli ultimi anni ad Anfield: le Eagles infatti erano reduci da 3 vittorie consecutive nella tana dei Reds, oltre ad essere state una delle ragioni per le quali sfuggì il titolo alla squadra allora allenata da Brendan Rodgers, con quella clamorosa rimonta da 0-3 a 3-3 a Selhurst Park alla penultima giornata del campionato 2013-14.

Ai Reds è bastata una zampata del solito Sadio Manè, al secondo goal nelle prime due partite, ma durante la gara hanno mostrato di nuovo diverse lacune, già evidenti nella scorsa stagione. Il dato più evidente è la poca incisività negli ultimi 20 metri: la manovra degli uomini di Jurgen Klopp, pur non essendo ancora molto fluida, è stata convincente – soprattutto nel secondo tempo -, però la voce “occasioni da goal” è troppo scarna. Hennessey nella prima frazione non è stato praticamente mai impegnato, mentre nella ripresa i pericoli per la sua porta sono arrivati principalmente da conclusioni da fuori, con Wijnaldum, Firmino ed Henderson che hanno fatto sudare il portiere gallese. A cambiare il volto della sfida ci hanno pensato i due cambi di Klopp, ossia Mohamed Salah e Dominic Solanke: il primo ha dato una scossa con i suoi strappi, al posto di uno Sturridge desideroso di fare bene ma imballato e poco brillante, il secondo è stato decisivo nella pressione a Milivojevic, indotto all’errore e punito da Manè.

L'ingresso di Mohamed Salah | www.premierleague.com

Le attenuanti per il Liverpool ce ne sono tante: il gioco voluto dal manager tedesco - improntato alla velocità del giro palla - necessita di tempo, questa gara cadeva nel mezzo fra l’andata ed il ritorno del playoff di Champions League contro l’Hoffenheim - decisivo per il prosieguo della stagione e quindi prioritario – e soprattutto non può ancora disporre di un elemento fondamentale come Philippe Coutinho.

Il brasiliano, alle prese con la forte volontà di sbarcare a Barcellona, è il vero playmaker dei Reds, dai suoi piedi partono – e spesso vengono anche finalizzate – le azioni offensive della squadra e la sua assenza costringe Firmino a questo ruolo, non propriamente nelle sue corde. Ci sarebbe Henderson, ma il capitano è risultato molto negativo, sia contro il Watford nella prima che contro il Palace, mentre Wijnaldum e Milner – schierato al posto di Emre Can – hanno altre caratteristiche. Una nota lieta è sicuramente la prestazione di Andrew Robertson sulla sinistra: arrivato dall’Hull City per 9 milioni di euro, lo scozzese ha ben figurato nel suo debutto assoluto con la maglia del Liverpool in uno scenario come Anfield Road.

Dunque per Jurgen Klopp c’è da molto da lavorare perché nelle prime uscite sembra di rivedere la stessa squadra degli ultimi anni, bella ma inconcludente, ed i tifosi sono stanchi di divertirsi senza alzare trofei.