È di nuovo quel momento dell’anno. Si chiudono gli ombrelloni, si ripiegano gli asciugamani. Si approfitta dell’ultimo weekend per andare al mare, al lago, in montagna. Per assaporare una domenica fuori porta. Sì, perché, come ogni anno, sta arrivando qualcosa a bussare alla porta della passione di milioni di persone. Si torna in pista, si torna sugli umidi prati inglesi, con le grida dei tifosi a pochi centimetri di distanza. Torna la Premier League.
Come al solito, la forte componente di stampo british della redazione di VAVEL Italia non si fa trovare impreparata, regalandovi una panoramica totale delle venti squadre che prenderanno parte ad una nuova stagione del campionato più bello del mondo.
Oggi andiamo a sviscerare segreti e strategie di una delle realtà più chiacchierate di questa torrida estate: l’Everton. I blu del Merseyside hanno riconfermato sulla loro panchina Ronald Koeman, montato in sella nel giugno 2016 e riuscito ad accaparrarsi un piazzamento nel preliminare di Europa League con il settimo posto dello scorso anno. Una stagione di alti e bassi per i beniamini di Goodison Park, che forse puntavano a qualcosa di meglio, addirittura a dar fastidio ai dominatori del campionato. Invece, tra un buon inizio ed un ottimo finale, un periodo di blackout ha condannato l’Everton a staccarsi dal trenino di testa, ritrovandosi in un settimo posto in versione purgatorio, da cui i Toffees non sono quasi mai scesi ma nemmeno riusciti a salire. L’obiettivo, nonostante verosimilmente la prossima stagione sarà divisa su quattro fronti (campionato, due coppe nazionali e l’Europa League) è migliorarsi e confermare la dimensione europea della squadra.
Se in panchina Koeman può dirsi saldo e sicuro del suo ruolo, tra i suoi uomini si è abbattuta una bella tempesta. Su tutti, ovviamente, l’uragano principale è stato quello causato da Romelu Lukaku: grazie mille, mi avete cresciuto, vi ho ricambiato con 68 reti in 141 gare nell’arco di quattro anni, ma ora vado a cercare gloria alla corte di Mourinho, al Manchester United. Questa, più o meno, la sintesi del pensiero del belga, che ha visto accostata al suo cartellino la cifra record di 75 milioni di sterline, destinate a diventare 90 in caso di attivazione dei vari bonus. L’Everton, comunque, non si è limitato a fare cassa, andando a reinvestire una buona parte di quella cifra: prima di tutto, la dirigenza dei Toffees si è assicurata un portiere solido e di prospettiva assoluta. Jordan Pickford, prelevato dal Sunderland per una cifra vicina ai 30 milioni di euro, arriva per fornire una sicurezza superiore rispetto a Stekelenburg, ed a 23 anni rappresenta per tutti gli addetti ai lavori il volto futuro tra i pali della nazionale inglese.
Sempre a rinforzare la retroguardia è arrivato dal Burnley Micheal Keane. Anche lui giovane (classe 1993) e costoso (30 milioni di euro), potrà godere delle dritte di Jagielka e Williams, andando a formare con Mason Holgate (1996) una delle coppie più futuribili dell’intero panorama britannico. L’altro pezzo da novanta del mercato tinto di blu è Davy Klaasen: più volte in passato accostato al Napoli di Sarri, il talento scuola Ajax aveva oramai raggiunto la maturità giusta per lasciare il nido. Frase che fa un po’ sorridere se riferita ad un ragazzo di 24 anni, ma i suoi numeri in Olanda parlano per lui: tre campionati ed una supercoppa vinti, 14 presenze e 4 gol con la nazionale maggiore ma soprattutto un totale di 181 presenze (di cui la maggior parte da capitano) e 55 reti con la maglia dei Lancieri. Koeman ottiene quindi un giocatore di spessore internazionale, che solo pochi mesi fa si giocava la finale di Europa League con la fascia al braccio, ma soprattutto un centrocampista di intelligenza e duttilità fuori dal comune: capace di giocare sia in mezzo al campo che tra le linee, Klaasen possiede il gioco e scandisce il ritmo, rappresentando un perfetto direttore d’orchestra per la mediana dell’Everton.
Verosimilmente, gli sarà lasciato spazio per costruire e per inserirsi affiancandogli un mastino come Schneiderlin. Da segnalare anche l’approdo dell’ala nigeriana Onyekuru dal campionato belga e quello di Sandro Ramirez, capitano della Spagna U21 finalista all’ultimo europeo, dal Malaga, per una spesa combinata di una quindicina di milioni. Da segnalare, però, soprattutto il ritorno a casa, dopo 15 anni, di Wayne Rooney, che dopo la rottura con lo United ha scelto di tornare a vestire la maglia con la quale si è presentato al grande calcio. Senza spendere un euro per il cartellino, i Toffees ottengono sì un giocatore nella fase calante della carriera, ma comunque un profilo di massimo spessore, sia a livello di marketing che di leadership dello spogliatoio, senza dimenticare che uno come l’ex-Manchester può ancora essere in grado di spaccare in due le partite con una sola giocata. Sono sfumate, invece, le chiacchieratissime operazioni per portare sul Merseyside Sigurdsson e Giroud, mentre è partente annunciato Ross Barkley, che verosimilmente costringerà la società a muoversi di nuovo sul mercato per trovare un sostituto all’altezza del talento inglese.
I nuovi acquisti andranno ad inserirsi verosimilmente in un sistema fluido e già ben rodato, che però dovrà affrontare la durissima sfida di ritrovarsi senza il proprio centravanti titolare. Provando ad immaginare un possibile 11-tipo, tra i pali (a dispetto della prima uscita europea) non si può che scegliere Pickford, per una combinazione di spesa, affidabilità e prospettive future. In difesa, Coleman (anche lui corteggiatissimo) e Baines sono le super-certezze sulle fasce, invidiate da tre quarti delle concorrenti, mentre al centro Williams e Jagielka probabilmente si alterneranno (non con la stessa frequenza) accanto a Keane, permettendo al già citato Holgate di crescere senza inutili pressioni. Il centrocampo, verosimilmente, può essere il vero punto di svolta dell’Everton: un mix letale di tecnica, solidità e dinamismo, con le geometrie di Schneiderlin, i tocchi di Klaasen ed i muscoli di Gueye, senza scordare Barry ed il giovane Davies in panchina.
Davanti, la situazione è un po’ più confusa: Rooney non potrà giocare sempre, per cui Koeman sta valutando con molta attenzione l’impiego di Mirallas come falso nove, che potrebbe pagare numerosi dividendi. Intorno, però, è caos: tra gli esterni va annoverato anche il funambolo Bolasie, ma soprattutto la linea di enfant teribles che si faranno sicuramente spazio. Tra questi, il già citato Sandro Ramirez, ma anche Dominic Calvert-Lewin, prodotto del vivaio, e Ademola Lookman, pagato ben undici milioni lo scorso gennaio. Comunque, non sorprenderebbe un colpo nelle ultime settimane di mercato per rimpiazzare Barkley, fino alla scorsa stagione cruciale nella manovra offensiva di Koeman.
È ovvio che dovendo parlare di uomini su cui puntare i riflettori, automaticamente il dito andrebbe sui tre acquisti di spessore del mercato estivo, ma non è da trascurare l’apporto cruciale di un talento purissimo come Coleman, già inserito nell’ambiente, a suo agio con il tecnico e soprattutto con vasti margini di miglioramento ancora davanti a sé - sebbene prima debba rimettersi dal grave infortunio rimediato in Nazionale qualche mese fa, con frattura di tibia e perone. In attesa di novità dal mercato, il prossimo potrebbe essere l’anno della definitiva esplosione di Mirallas, ma le incognite sono ancora troppe per poterlo definire un asset di valore. Da testare anche il rendimento sul lungo periodo di Wayne Rooney, che potrebbe diventare, con il sostegno completo dell’ambiente, un vero asso nella manica.
Insomma, per chiudere questo nostro viaggio dalle parti di Goodison Park, l’Everton si approccia alla nuova stagione con tanti interrogativi legati alla perdita del proprio uomo chiave, ma anche con l’eccitazione di un ambiente che ha accolto tanti giovani dal talento cristallino, che vede la squadra crescere anno dopo anno e che ha avuto anche il piacere di riabbracciare il proprio eroe. La sensazione è che Manchester United e Chelsea (se non anche Liverpool e City) siano un bel passo avanti rispetto alle altre, ma non sarebbe per niente anormale vedere i Toffees subito dietro. Conquistare un posto in Champions League, mettendo a confronto le rose, sarebbe un vero miracolo, ma migliorare il settimo posto della scorsa stagione per accedere direttamente alla fase a gironi di Europa League è un obiettivo concreto.