Terza stagione consecutiva in Premier League per l'italiano Watford. Il club della famiglia Pozzo infatti, dopo aver finalmente centrato la promozione in prima categoria, ha giocato due annate a tratti spettacolari, a tratti anonime, risoltesi con salvezze senza infamia e senza lode. Bene, ma non benissimo, dato che i piani della società sono altri, ovvero quello di riuscire ad amalgamare una squadra in grado di competere per la metà sinistra della classifica, cosa successa solo quando la formazione schierata in campo riusciva a esprimersi al 100%. Stranamente infatti le Hornets, dopo filotti di vittorie convincenti e bottini importanti, sistematicamente a un certo punto sono crollate a livello di rendimento, finendo nei bassifondi della classifica, ma senza mai rischiare la retrocessione.
Visti i giocatori che aveva per le mani, i 40 punti ottenuti la stagione passata da Mazzarri sono da considerarsi una miseria. Ecco quindi che, dopo Sanchez Flores, anche il tecnico italiano è saltato. All’ex Inter è stato imputato da parte della stessa rosa la poca voglia di imparare l’inglese e di adattarsi alle tradizioni della terra di Albione, cosa che avrebbe causato un ammutinamento nello spogliatoio. Questo spiega abbastanza chiaramente il crollo verticale del girone di ritorno, nonostante la presenza di profili in squadra del calibro di Niang, Cleverley e Capoue. I gialloneri così hanno fatto l’ultimo mese con sulla panchina un allenatore già esonerato. Situazione paradossale e che Gino Pozzo ha risolto in tempi rapidi.
La società infatti, dopo aver fatto qualche sondaggio per Ranieri, ha deciso di puntare (finalmente si potrebbe dire), su un tecnico che abbia già assaggiato la Premier League. Marco Silva infatti è considerato il nuovo Mourinho in Portogallo, visto i successi ottenuti in poco tempo con Estoril, Sporting Lisbona e Olympiakos. Negli ultimi sei mesi il tecnico si è seduto sulla panchina dell’Hull City. Le Tigri, al momento del suo arrivo, erano praticamente già considerate retrocesse in Championship, ma per poco Silva non è riuscito nella clamorosa rimonta, dimostrando una capacità di adattamento allo stile inglese invidiabile. Sul mercato il Watford non ha bisogno di fornire al nuovo mister tanti nuovi tasselli, dato che già la rosa che era stata fornita a Mazzarri era completa e permetteva di giocare quasi con ogni modulo, vista la presenza di tanti giocatori duttili e di valore. Il tecnico toscano infatti di moduli ne ha provati tantissimi, senza trovare mai il bandolo della matassa, vedremo il portoghese cosa farà.
Si può partire da una considerazione di base: Marco Silva ha quasi giocato schierando un 4-2-3-1/4-4-2. I movimenti di mercato servono quindi più a puntellare l’organico, senza stravolgerlo per l’ennesima volta, dando all’ex Hull City il compito di riuscire ad amalgamare una formazione che sia finalmente solida e costante nel rendimento. Comunque Pozzo qualche piccolo colpo lo ha portato a termine e vuole ultimare ancora qualche innesto. Per la porta Gomes è riconfermato e si è deciso di andare a pescare dallo Stoke City il giovane Under 21 austriaco Bachmann, preso a parametro zero. Nella retroguardia niente di nuovo sotto il sole, con il solo Zuniga a dare l’addio, dopo una stagione non proprio esaltante, che è stato rimpiazzato da Kiko Femenia, arrivato gratis dall’Alaves. In mezzo al campo e sulla trequarti invece diversi i movimenti, soprattutto per dare qualche arma in più a Marco Silva, visto anche il lungo infortunio da cui è uscito Pereyra e che Zarate è ancora ai box. È stato riscattato Cleverley dall’Everton, ritenuto pedina fondamentale, per 9 milioni e per la stessa cifra è arrivato il giovane Will Hughes dal Derby County. Prospetto giovane e che promette di diventare presto un titolare, viste anche le sue prestazioni con l’Under 21 inglese. Ritorna poi Chalobah dal Chelsea, stavolta a titolo definitivo. Sembrano mancare solo un’ala e una punta per completare la rosa, liberandosi poi degli esuberi.
Questa la possibile formazione tipo schierabile da Marco Silva (4-2-3-1).
Non c’è un giocatore che spicca sopra a tutti in questa squadra. Si potrebbe prendere a simbolo Troy Deeney, capitano storico degli Hornets, sempre presente con i suoi gol sia quando si è trattato di fare la seconda punta che quando è diventato centroavanti al posto di Ighalo. Sicuramente ci si aspetta tanto da Pereyra, fermato l’anno scorso da un brutto infortunio. C’è tanta curiosità intorno a Hughes, giovanissimo e che può diventare un punto fermo del centrocampo. L’obiettivo primario comunque è innanzitutto trovare le giuste gerarchie in questa squadra, cosa in cui Sanchez Flores e Mazzarri hanno fallito. A livello di campionato si pensa ovviamente alla salvezza, ma gli innesti fatti in questi anni fanno capire chiaramente come ci si aspetti prima o poi una salto dall’altra parte della classifica.