Probabilmente, Antonio Conte l'aveva immaginata (o sperata?) esattamente così. In bilico fino all'ora di gioco, da decidere in un finale teso, con tre carte di primissimo piano da giocare a gara in corso per indirizzarla. Che sia stata una strategia studiata o meno, la certezza è che ha avuto successo, visto il 4-2 finale con cui il Chelsea ha battuto il Tottenham nella semifinale di Fa Cup, tornando all'ultimo atto per giocarsi la coppa, dove mancava dal 2012.
Il tecnico salentino ha deciso di giocarsela con tante alternative, a tratti sorprendenti. La cattiva forma di Zouma ha spinto Aké nell'undici titolare al posto di Cahill, per una difesa non solo inedita, ma anche ricolma di incertezze, se si esclude un Azpilicueta (capitano) ormai certezza. Centrocampo muscolare, attacco veloce, con Batshuayi da punta. Scelte che non avrebbero forse pagato, non fosse stato per il destro di Willian, decisivo con due reti da piazzato, prima con una deliziosa punizione e poi con il rigore, procurato da Moses su ingenuità di Son.
Il Chelsea ha infatti subito molto l'intensità e il gioco fluido del Tottenham, mostrando anche alcuni limiti in difesa, soprattutto sulle imbucate centrali e i tagli di Dele Alli, confermando per buona parte il calo manifestato nell'ultimo mese, fisiologico solo per certi versi. La bravura degli uomini di Conte è stata soprattutto nel saper sfruttare gli episodi e reagire ai colpi mantenendo alta la testa e i nervi saldi, cercando di metterla sul piano dell'energia per sopperire alla mancanza di trame offensive, complice una mediana fatta soprattutto di muscoli.
All'ora di gioco, poi, l'ingresso in campo dei due uomini più importanti dei Blues ha dato una svolta alla sfida, stendendo in definitiva un Tottenham in grado di rimanere in partita solo grazie alle idee di Eriksen. Il jolly pescato da Matic ha poi mandato agli archivi la partita e il Chelsea alla finale del 27 maggio. I blues, a prescindere dall'avversario, giocheranno l'ultimo atto con la pressione della favorita. Sarà la prima finale in una coppa nazionale per Conte, un nuovo esame, per puntare ad una doppietta a suo modo storica, riuscita al Chelsea solo nel 2010, con in panchina un altro italiano, quale Carlo Ancelotti.