La stagione dell'Arsenal, se non è un fallimento, è la cosa più vicina che possa esserci. I Gunners, nell'ennesima serata con un minimo di pressione addosso, crollano ancora: stavolta l'impegno era sul campo del Crystal Palace, una squadra che ha voglia di salvezza. E con questi 3 punti, i gallesi possono dire praticamente che l'obiettivo è stato raggiunto: un'altra grande prestazione con poco più del 25% di possesso palla, ma il risultato finale è stato di 3-0 con le reti di Townsend, Cabaye e Milivojevic su rigore. Per i rossi è l'ennesimo tracollo, adesso davvero chiunque dovrà mettersi in discussione per regalare ai tifosi almeno un finale di annata su livelli sufficienti.
Sam Allardyce punta su un 4-2-3-1 all'inizio. Hennessey fra i pali; davanti a lui ci sono larghi Ward e Schlupp, con in mezzo la coppia formata da Kelly e Sakho. Milivojevic e Cabaye in mediana. Zaha, Puncheon e Townsend sulla trequarti: rimane da menzionare solo l'unica punta, Benteke. Risponde Wenger, schierato con lo stesso schema. In porta a sorpresa gioca Martinez. In difesa troviamo invece Bellerin, Mustafi, Gabriel e Monreal. A centrocampo c'è il duetto Elneny-Xhaka. Dietro al centravanti, Alexis Sanchez, troviamo Walcott, Ozil e Welbeck.
La partita è subito bella e molto, molto inglese. Il primo squillo è firmato Elneny: l'egiziano calcia da 22 metri circa, ma trova una risposta attenta e precisa di Hennessey. Ma le Eagles hanno comunque iniziato meglio, il segnale lo dà Zaha al 13esimo facendosi trovare puntualmente in area, ma il suo colpo di testa è poco più di un passaggio per Martinez. Lo stesso inglese ex Man United, però, influisce in maniera decisiva 4 volte più tardi: sull'imbucata di Cabaye, riesce a premiare il taglio di Townsend al centro dell'area. L'altro esterno è freddo e realizza il vantaggio dei suoi. La reazione Gunner non si fa attendere: ovviamente l'uomo della provvidenza è Sanchez, ma i londinesi non concretizzano la solita produzione di gioco, in particolare incentrata sul cileno che non è in una delle sue serate migliori. Il possesso è essenzialmente dei rossi (oltre il 71% a fine primo tempo), ma i rossoblù sono letali in contropiede.
Le ultime battute prima dell'intervallo confermano questa tendenza in avvio: Townsend va vicino alla doppietta con un'altra conclusione molto potente dopo un'altra gran giocata di Zaha, ma manda alto oltre la traversa. A 4' dal termine, Benteke se lo divora: il belga aggancia in area e c'è tanto merito di Martinez se la sua gran botta si tramuta in soltanto un calcio d'angolo. Nel finale una buona chance per Gabriel che, di testa dopo un corner, consegna direttamente fra le braccia del portiere una botta nemmeno troppo poderosa.
I padroni di casa iniziano con più convinzione anche la ripresa. Al 51esimo addirittura Benteke, sugli sviluppi di un corner, segna il raddoppio: la posizione di partenza dell'ex Liverpool era però di fuorigioco; il belga, poco prima aveva avuto un'enorme chance. Allora, sempre partendo dalla bandierina, la squadra appena eliminata dalla Champions League sfiora il pari: Sanchez con una sponda trova Bellerin tutto da solo sul secondo palo, ma lo spagnolo non è bravo nel tiro al volo. Si apre la strada per il gran finale di partita dei gallesi dopo questa ottima occasione: altro gran lavoro di Zaha in rifinitura, questa volta l'assist è per Cabaye che con una splendida conclusione a giro realizza il raddoppio.
Non ci sono più i Gunners in campo dopo il 2-0, specie nella bolgia di Selhurst Park. La difesa si scompone e, al primo assalto successivo al secondo gol, arriva l'occasione per il terzo: Martinez è costretto al fallo in area, è rigore. Il penalty è per Milivojevic che sceglie l'angolo alla sua sinistra per battere il portiere avversario e chiudere definitivamente il match al minuto numero 68. La reazione dei rossi in maglia gialla è puramente d'orgoglio e senza alcun senso, difatti si concretizza in una serie di calci d'angolo che non trovano la testa di Giroud, neo-entrato. Non c'è altro da dire: il match si spegne sul 3-0 fra i cori degli estasiati tifosi di casa, che per poco non vedono realizzato un clamoroso poker da parte del subentrato McArthur, che devia la conclusione iniziale di Benteke dal limite, ma la manda larga di poc(hissim)o.