Dal 6 febbraio del 1952, 65 anni or sono, la Gran Bretagna è sotto la guida della sempreverde Regina Elisabetta II. Alla veneranda età di novant’anni, “The Queen” è ancora salda sul trono più famoso d’Europa e del mondo e ha rivoluzionato l’immagine del Regno Unito nel corso del suo sessantennio di regno. Il buon Carlo, Principe di Galles, ha atteso e potrebbe attendere -lunga vita alla Regina- ancora a lungo per sedersi al trono del Buckingham Palace, ma c’è chi potrebbe indossare la Sacra Corona Imperiale ancora prima della dipartita di Elisabetta II.

Questa volta non ci infiliamo tra gli intrighi di palazzo, in mezzo a principi, duchi, conti e guardie reali. Bensì, assisteremo alla lotta per la Corona sulle tribune dei vari stadi della Premier League. Chi l’avrebbe mai detto che bastassero ventitrè anni per guidare un Regno? Chiedere a King Harry Kane I, proveniente da Waltham Forest, nella cintura urbana della Greater London, sul trono grazie ad una stupefacente stagione da venticinque gol in Premier League. E’ il sovrano uscente, ma si gioca la riconferma, di fronte ad una concorrenza, a dir poco, agguerrita e paurosa.

La stella del Tottenham, con diciannove gol all’attivo in Premier League, è da considerarsi uno dei principali favoriti per il titolo di cannoniere del campionato inglese, tuttavia, le sue quotazioni sono calate vertiginosamente per il nuovo infortunio alla caviglia, che gli farà saltare almeno quattro sfide, contando di recuperare per la semifinale di FA Cup contro il Chelsea. Senz’altro, a pieno regime, sarebbe potuto diventare il numero uno per reti segnate, avendo un rapporto notevole tra gol e minuti giocati, con una marcatura ogni cento minuti, saltando sei partite per i due infortuni alla caviglia destra. Numeri da capogiro, ma a partire dal suo eventuale ritorno, il Tottenham dovrà affrontare il Leicester, Crystal Palace, Arsenal, West Ham e Manchester United. Eccetto gli Hammers, praticamente salvi, gli Spurs sfideranno due squadre in lotta per non retrocedere e due big, per cui risulta particolarmente difficile aspettarsi delle goleade del numero dieci lilywhite.

Chi sembra diretto verso il nostro Buckingham Palace dall’ingresso principale, con il tappeto rosso e il mantello sulle spalle, è il Principe delle Fiandre, Sir Romelu Lukaku, nativo di Anversa. Il giovane principe belga ha le carte in regola per scippare il trono a Carlo di Galles, guidando la classifica marcatori con ventuno reti stagionali in campionato. Il sorpasso a Kane dieci giorni fa, nel 4-0 casalingo contro l’Hull City, con una doppietta in pieno recupero, approfittando dello stop della punta inglese assente contro il Southampton. Stazza, velocità, potenza, questi gli ingredienti principali del gigante in forza all’Everton, uniti ad un’ottima tecnica di base, che gli permette di dribblare con estrema semplicità gli avversari, nonostante l’imponente fisico, peccando di spirito di sacrificio. Con due reti di vantaggio su Kane e più partite a disposizione, è lui il principale favorito per aggiudicarsi il titolo di miglior marcatore: il calendario dell’Everton è particolarmente ostico, con quattro big match nelle ultime nove sfide, dovendo affrontare il Liverpool, Chelsea, Manchester United e Arsenal, tuttavia, West Ham, Burnley e Watford sembrano particolarmente appetibili per il belga.

Nella ricca West London, il nostrano Antonio Conte si appresta a raccogliere l’eredità vincente di Ancelotti e Ranieri nella massima lega calcistica d’Oltremanica, lanciando il Chelsea verso la sesta Premier League. Se l’ex CT della Nazionale italiana è il leader tecnico ed emotivo, in campo c’è il Duca Diego Costa, venuto alla luce nelle coste brasiliane, ma che ha abbracciato la causa spagnola. Già campione di Spagna e d’Inghilterra, l’attaccante del Chelsea sta avanzando in maniera piuttosto decisa la propria candidatura per impadronirsi del Regno Unito, con un bottino di diciassette gol in ventisei presenze. Calendario alla portata, ma con il campionato quasi in cassaforte, Conte potrebbe sfruttare il turnover per la semifinale di FA Cup contro il Tottenham, dandogli meno spazio nelle sfide più abbordabili, con Batshuayi che aspetta di riassaporare il campo per almeno novanta minuti, avendo giocato solo novantatré minuti in sedici presenze effettive.


In caduta libera l’Arsenal, che ha incassato quattro sconfitte nelle ultime cinque partite di campionato, senza dimenticare la doppia figuraccia contro il Bayern Monaco in Champions League, vincendo solo contro un Hull City in piena emergenza. Un ambiente rovente, con il popolo biancorosso che chiede ad alta voce la testa di Arsène Wenger e una situazione particolarmente critica in classifica, ma l’Arsenal può contare su una certezza, che ha un nome e cognome preciso: Alexis Sanchez. Secondo pretendente sudamericano, dopo Diego Costa, alla Corona britannica. Attualmente è il terzo della graduatoria, alle spalle di Harry Kane, con diciotto timbri, conditi da nove assist, segno della sua fondamentale importanza nell’economia della squadra nord-londinese. Potrebbe approfittare dello stop forzato di Kane per scalzarlo dalla seconda posizione in classifica, andando ad insidiare Lukaku al vertice del piazzamento, per provare il sorpasso nella sfida finale tra l’Arsenal ed Everton il 21 maggio.

Guai a darlo per spacciato. Più che un re, stiamo parlando di un imperatore, in grado di demolire la concorrenza in ogni latitudine: da Malmö, nella fredda Svezia, Zlatan Ibrahimovic. L’asso scandinavo è appena fuori dai Fab-Four, con quindici sigilli in venticinque presenze in campo. Un gap praticamente proibitivo, con sei reti di differenza da Lukaku, aggiungendo il fatto che il nostro Zlatan dovrà scontare un’altra giornata di squalifica per la gomitata rifilata a Tyrone Mings, nella sfida contro il Bournemouth. Salterà, quindi, Manchester-West Bromwich Albion, tuttavia, il calendario per i Red Devils, in piena lotta per un piazzamento europeo, è fittissimo di appuntamenti da segnare con il pennarello sul calendario: Arsenal, City, Chelsea e Tottenham, senza dimenticare la doppia sfida con l’Anderlecht in Europa League. Ibrahimovic sarà chiamato ad un’impresa quasi impossibile, ma nel corso delle sue trentacinque primavere ci ha abituati a tutto.

Mancano meno di due mesi al 21 maggio, data in cui si chiuderà la Premier League 16/17 e tutto il Regno Unito potrà ammirare il nuovo sovrano, con il buon Carlo di Galles che dovrà mettersi il cuore in pace. Nel frattempo, è tempo di allestire Buckingham Palace e l’Abbazia di Westminster: lunga vita al Re, chiunque esso sia.