Avrebbero dovuto sbranarsi ogni sabato per arpionare la vetta, avrebbero dovuto dar vita ad una lotta continua ed estenuante per accaparrarsi il titolo. Così hanno apparecchiato la tavola, ad agosto. Lo United dei fantastici tre, il City di pfrofessor Pep, l’onnipresente e sempre insidioso Arsenal, il Chelsea della matricola Antonio Conte, i vari Liverpool e Tottenham. Tutti pronti per dar vita a quella che doveva essere una stagione senza precedenti, all’insegna dello spettacolo e dell’equilibrio.
Ma qualche cosa non è andato secondo i piani. Evidentemente è così, perchè alla 24esima giornata di campionato il Chelsea guarda la seconda dall’alto con 9 punti di vantaggio. Con la complicità degli avversari, logicamente, che non sono mai riusciti a trovare continuità di risultati e di rendimento, al contrario dei Blues. Guidati dal proprio tecnico Antonio Conte, che da quelle parti è divenuto un vero e proprio condottiero, capace di rivitalizzare giocatori chiave che lo scorso anno apparivano assolutamente disorientati, come Hazard, Pedro e Diego Costa.
Il punto di svolta lo ricordiamo tutti: dopo il roboante insuccesso all’Emirates dello scorso 24 settembre per mano dei Gunners di Wenger, Conte intuisce che quel 4-2-4 utilizzato fino a quel momento non garantisce quella stabilità e quell’equilibrio che vorrebbe. Dalla gara successiva ordinerà ai suoi di scendere in campo con uno spregiudicatissimo 3-4-3, e vincerà in tranquillità la gara per 2 reti a 0 contro l’Hull City. Quello che gli avversari non potevano sapere, però, è che il Chelsea delle 17 partite successive, ne avrebbe vinte 15, subendo appena 8 gol: Conte aveva plasmato una macchina quasi perfetta.
Quindi la domanda è: c’ è ancora una Premier League? O l’ esito è già dato per scontato?
Con tutta la franchezza del mondo, credo che l’unico avversario del Chelsea in questa fase sia il Chelsea stesso. Al momento non c’è rivale sul campo che possa raggiungere i Blues sul piano della continuità, (che reputo il primo requisito da assimilare per cercare di vincere in una competizione di 8 mesi), dato che tutti i principali avversari di questa edizione si sono seduti, chi più chi meno, sull’altalena delle prestazioni. Mettiamoci pure il calendario, con la maggioranza degli scontri diretti alle spalle per Antonio Conte, che adesso affronterà turni oggettivamente più comodi per gestire se non altro il vantaggio (Burnley, Swansea, West Ham e Watford).
A ciò va addizionata l’importanza dell’abisso che va dal Chelsea agli inseguitori: pensare che una squadra con questo carattere possa concedere così facilmente 9 punti in 14 partite è difficile, e tutto fa presumere il contrario, ma il Calcio ci ha insegnato più di una volta che la partita finisce solo quando l’arbitro fischia 3 volte. E anche se il vantaggio è ampio, la partita non è ancora finita.