24 settembre 2016, 6a giornata di Premier League, Emirates Stadium. L’Arsenal ci mette 40 minuti a disintegrare il Chelsea: prima Sanchez, poi Walcott ed Ozil a chiudere. È il momento più basso per Antonio Conte. Manchester City già in fuga, a +8, gioco che latita, difesa colabrodo e pioggia di critiche. Si parla di esonero, di un calcio, quello voluto dal tecnico leccese, non adatto alla Premier League. Lo stesso Conte sbotta a fine partita: “Siamo grandi solo sulla carta. Bisogna lavorare sodo per poter risalire, con umiltà”. Ed è proprio l’ex allenatore della Juventus che si mette in gioco per primo con un cambio radicale, a cominciare dal modulo, il 3-4-3, per poi passare agli uomini.
A farne le spese sono soprattutto due senatori come Ivanovic e Terry, oltre ad Oscar, che nelle prime uscite era titolare fisso. Azpilicueta, David Luiz e Cahill diventano imprescindibili ed intoccabili, ma la mossa vincente di Conte è un’altra: la riscoperta di Victor Moses. A tutta fascia sulla destra, difende ed attacca, senza numeri straordinari, ma assolutamente fondamentale. Con l’aggiunta di Marcos Alonso sulla sinistra, con caratteristiche un po’ più difensive, per compensare. Il resto è storia: 13 vittorie consecutive, record su record e fuga solitaria in testa alla classifica, anche grazie alle cadute degli avversari.
Sembra passata una vita, in realtà è successo meno di un girone fa. L’Arsenal, che aveva infranto sul nascere tutti i sogni di gloria di Conte e del Chelsea, si ritrova ad essere sì la prima inseguitrice dei Blues – in coabitazione con il Tottenham -, ma a distanza di 9 punti. E si ritrova con il solito problema che affligge i Gunners da anni, quello della continuità: quando serve il passo in più, Wenger fallisce. Il titolo sfugge dal 2004 e dalle parti di Shenley qualcuno si è stancato di aspettare. Forse sarà l’ultima stagione del francese sulla panchina dell’Arsenal, con le voci su un possibile avvicendamento con Max Allegri che si fanno sempre più insistenti.
Questo per giugno, adesso è tempo di pensare a concludere bene l’anno: ottavi di finale di Champions League contro il Bayern Monaco, quinto turno di FA Cup da disputare in casa della favola Sutton ed un secondo posto attuale in Premier. 9 punti di distacco, come detto, ma la chance di ridurre il gap arriva nel momento giusto, vista la voglia di rivalsa dei Gunners dopo la sconfitta inaspettata contro il Watford di Mazzarri all’Emirates Stadium.
Stamford Bridge non è però terreno fertile per l’Arsenal: l’ultima vittoria su questo campo è datata 29 ottobre 2011 quando Robin Van Persie guidò i suoi con una tripletta nel 5-3 finale. Da lì in poi, 4 sconfitte consecutive con un solo goal realizzato, quello di Walcott che risale al 20 gennaio 2013, 2-1 per il Chelsea; in mezzo anche l’umiliante 6-0 in favore dei Blues il 22 marzo 2014.
Questa sarà la 50a volta che Chelsea ed Arsenal si trovano una di fronte all’altra in Premier League: il bilancio parla di 19 successi dei Gunners contro i 16 dei Blues, oltre a 14 pareggi. Da quando sono state fondate le due squadre invece, le gare in totale sono state 188, con 73 vittorie Arsenal, 61 Chelsea e 54 pareggi.
A dirigere l’incontro è stato designato Martin Atkinson.
Sponda Chelsea
Il leggero rallentamento subito per via del pareggio ad Anfield Road contro il Liverpool è stato assorbito a livello di classifica grazie alla caduta dell’Arsenal e dal pareggio del Tottenham: alla fine l’ultimo turno ha portato un ulteriore punto di vantaggio sulle prime inseguitrici. A Stamford Bridge le vittorie consecutive sono 8, ad un passo dal record di 10 della stagione 2014-15.
Nella conferenza di vigilia il mister esprime un pizzico di rammarico per il rigore fallito da Diego Costa che avrebbe potuto dare la vittoria ai suoi contro il Liverpool: "Il risultato è buono ma dispiace perché abbiamo avuto l'opportunità di vincere". La svolta, dopo l'inizio difficile, è arrivata con la sconfitta dell'andata: "Quella partita è sempre nei miei pensieri e spero che anche i giocatori non se la dimentichino". Wenger non sarà in panchina, causa squalifica: "Non so quali effetti abbia la non presenza di Wenger, ma io preferisco essere sempre nell'area tecnica". Sugli avversari non abbassa la guardia: "Il risultato con il Watford è bugiardo. L'Arsenal è stato sfortunato, sono in buona forma".
Ovviamente non manca un commento sul ritiro di un monumento come Frank Lampard: "È un peccato quando un grande giocatore decide di fermarsi, sicuramente per il Chelsea è una leggenda. Non so cosa stia pensando di fare, ma ha bisogno di tempo per scegliere cosa sia meglio per lui".
Per Conte a disposizione tutta la squadra e quindi formazione tipo: l'unico dubbio è chi completerà il tridente d'attacco con Costa e Hazard, con Willian, titolare ad Anfield, che potrebbe essere riconfermato e Pedro pronto a subentrare. Per Azpilicueta sarà la 48esima presenza da titolare consecutiva in Premier League.
Probabile formazione (3-4-3):
Sponda Arsenal
La sorprendente sconfitta interna contro il Watford ha scosso l’ambiente: i Gunners, in un turno sulla carta favorevole, hanno perso un punto dal Chelsea e si sono fatti raggiungere dal Tottenham a quota 47. Arsene Wenger ha parlato nella press conference di vigilia di come i suoi hanno reagito alla caduta di martedì: “La squadra è delusa e frustrata, ovviamente, ma sono tutti concentrati sulla partita di domani, uniti e desiderosi di sistemare le cose”. Il tecnico francese sconta la terza delle quattro giornate di squalifica decise dalla FA: “Mi fido di Steve Bould (il vice, ndr), darà le giuste direttive. Non credo che sia importante dove siederò, ma sono contento di essere vicino ai miei assistenti e di poter comunicare”. La partita d’andata sembrava poter segnare il destino dei Blues: “Non pensavo potessero vincere 13 partite di fila dopo quel match, hanno trovato il giusto equilibrio difensivo. Conte ha avuto tempo di conoscere i giocatori grazie al fatto che non giocano in Europa”.
A centrocampo c’è una piccola emergenza – Xhaka squalificato, Elneny in Coppa d’Africa e Ramsey infortunato: “Abbiamo giovani che possono fare bene in quella posizione, come Reine-Adelaide o Maitland-Niles, ma anche Chamberlain può giocare lì”. In tema di centrocampisti, due parole anche su Lampard: “È stato uno dei calciatori più forti di sempre. Non pensavo potesse fare una carriera del genere, è stato un grande giocatore”.
L’unico dubbio sulla formazione dunque è su chi affiancherà Coquelin in mezzo al campo, mentre nel ruolo di punta, Wenger è fiducioso sul pieno recupero di Giroud. Per il resto formazione tipo con Mustafi e Koscielny davanti all’ex Cech; il trio di trequartisti sarà composto da Walcott, Sanchez ed Ozil.
Probabile formazione (4-2-3-1):