Se le storie fossero fili di cotone, la situazione tra Dimitri Payet, stella della Francia all'ultimo europeo, ed il West Ham, proprietario del suo cartellino, sarebbe una matassa indistricabile. Ma partiamo dall'inizio, cercando di ricostruire le tappe di una rottura che rischia di diventare una convivenza da separati in casa, almeno per i prossimi sei mesi.
Il primo fulmine piove, lo scorso 12 gennaio, proprio dalla bocca del tecnico Slaven Bilic, in conferenza stampa. Poche, nette parole: "ho un problema con Payet, non vuole più giocare con noi". Dietro la scelta drastica del francese, a quanto pare, ci sarebbero diversi fattori: dalla nostalgia di casa al volersi ricongiungere con la famiglia (trasferitasi a Marsiglia pochi mesi fa) oltre che con quell'OM che lo fece notare agli occhi dei grandi club europei. Olimpique che, ovviamente, sembrava pronto a fare follie per garantire il ritorno del proprio pupillo. Bilic, però, di comune accordo con i dirigenti, sceglie la linea dura: Payet fuori rosa, destinato agli allenamenti con la selezione under-23 (l'equivalente della nostra Primavera) rimarcando tuttavia di non voler cedere il trequartista, legato agli Hammers da un contratto valido fino a giugno 2021. Da lì, la situazione si evolve con un effetto domino che sostanzialmente lascia isolato (abbastanza logicamente) Payet. All'indomani del botto, infatti, i compagni reagiscono travolgendo il Crystal Palace per 3-0. L'uomo partita del match, Andy Carroll, nelle interviste a caldo si lascia andare ad una battuta molto poco velata, sottolineando come nessun singolo sia più importante del collettivo. Da qui, è palese che il resto dello spogliatoio sia schierato con l'allenatore.
Nei giorni successivi si susseguono notizie più o meno vere sull'argomento: da una fantomatica (poi smentita) minaccia del giocatore di rompersi entrambi i legamenti crociati (?!?!) nel caso la società non lo avesse assecondato, al gesto simbolico - questo invece sembrerebbe confermato - dei compagni, che lo avrebbero estromesso dal gruppo whatsapp e dalla cena di squadra. A tutto questo si aggiungono i fan, già scatenati con cori e scenette parodistiche verso l'uomo accusato di infedeltà verso la propria maglia.
In tutto questo, l'interessamento del Marsiglia è reale, ma l'ultimo tassello del puzzle sarebbe un ultimatum fornito oggi dai francesi ai rappresentanti del West Ham: la richiesta è di quaranta milioni di euro per l'intero cartellino, ma l'OM non è disposto a superare i trenta. Difficile che il club londinese accetti, assecondando i capricci di Payet, calcolato che si potrebbe aprire un'asta al rialzo su un giocatore non di primissima fascia ma che certamente fa gola a molte squadre in giro per il continente.
Insomma, da questo punto in avanti si apre un bivio a tre strade: da un lato, l'insperato ritorno in patria di un moderno Ulisse, finalmente col cuore in pace a Marsiglia, mentre il West Ham potrebbe avere dalla sua una valigetta decisamente carica per piazzare un paio di colpi di mercato con l'obiettivo di avvicinare il più possibile la salvezza.
La seconda opzione sarebbe l'intromissione di un altro club straniero o inglese, che potrebbe offrire alla squadra di Bilic una cifra esorbitante, a cui si aggiungerebbe l'ingrato compito di dover risvegliare le motivazioni del ragazzo, in modo da poterlo utilizzare al più presto e (molto più facile a dirsi che a farsi) a mente sgombra.
L'ultima, infine, che è anche la più triste, vedrebbe Payet pascolare sui campi destinati alle riserve ed ai giovanissimi ancora per sei mesi, in attesa che la sua squadra gli trovi una sistemazione gradita. Nel frattempo, si continuano ad aggiungere fili alla matassa e pezzi al puzzle.