L'uomo più tifato d'Inghilterra in questo momento ha un nome e un cognome molto poco inglesi ed, in beffa alla rivalità che da tanti anni accomuna i 2 stati, è anche Argentino. Mauricio Pochettino è infatti un ex giocatore dell'Albiceleste e ha partecipato anche alla Coppa del Mondo di Corea del Sud e Giappone 2002 (avventura terminata molto presto per la squadra sud americana). Dopo qualche anno, l'addio al calcio giocato con l'Espanyol, squadra da cui ha preso piede la carriera da allenatore. Tre stagioni molto fruttuose, poi l'esonero e una nuova partenza al Southampton, dove è riuscito a proporre un bel gioco, riuscendo il primo anno a raggiungere una tranquilla salvezza e il un prestigioso ottavo posto. Nel 2014 l'approdo al Tottenham. Un quinto posto a certificare il buon operato e la stagione seguente la lotta per il titolo con il Leicester di Ranieri, esperienza raccontata con un pizzico di nostalgia dall'argentino: "La mia squadra è giovane e l’esperienza in certi momenti è fondamentale. I giocatori più importanti avrebbero forse potuto dare qualcosa di più nelle fasi cruciali, ma non si può essere al top dieci mesi l’anno".

Pochettino è comunque fiducioso nonostante quest'anno il Tottenham non stia meravigliando come l'anno scorso (quinto a -10 dal Chelsea capolista): "Il nostro processo di crescita è in pieno svolgimento. È solo questione di tempo. Bisogna mantenere la calma. Anche noi un giorno vinceremo qualcosa d’importante". La squadra londinese si trova ad affrontare un esame arduo se non impossibile: battere il lanciatissimo Chelsea di Antonio Conte che solo qualche giorno fa è riuscito ad inanellare la 13esima vittoria consecutiva contro lo Stoke. Pochettino ha però studiato molto bene il sistema del tecnico leccese: "Conte è stato bravo a individuare in fretta il modulo migliore per la sua squadra. Era partito con un’idea, ma è stato intelligente nel cambio di rotta".

L'ex tecnico della nazionale italiana, dopo un inizio stentoreo, ha cambiato passo inserendo Victor Moses e Marcos Alonso, pedine insostibuili anche secondo Pochettino: "Moses e Alonso sono fondamentali perché con la corsa compensano qualche pausa di Pedro e Hazard. Sono uomini chiave per il gioco del Chelsea e anche queste intuizioni spiegano la bravura di Conte". Pochettino esamina anche il difficile approccio di Guardiola in Inghilterra: "Credo che anche al miglior allenatore al mondo vada concesso un periodo di adattamento in un contesto come questo".

Il tecnico dice la sua anche sull'innesto estivo degli Spurs Victor Wanyama, tessendo le lodi del giocatore: "Conosco benissimo Victor perché lo prelevammo dal Celtic ai tempi del Southampton. Lo abbiamo voluto qui e siamo contenti del suo rendimento. Wanyama possiede una dote naturale molto importante: ha il senso della posizione. Ed è un professionista esemplare". Le parole finali sono per l'uomo che sta trascinando in alto la squadra del nord di Londra, Dele Alli: "Dele non ha solo talento. Ha un’aggressività mentale fuori dal comune. Si vede che ha voglia di calcio e di arrivare".

Fonte Gds