Succede di tutto nel posticipo del martedì della 20^ giornata di Premier League. Al Vitality Stadium di Bournemouth, i padroni di casa di Eddie Howe dominano un Arsenal irriconoscibile per oltre un'ora. Poi, sul punteggio di 3-0 in favore dei rossoneri - reti di Daniels, Wilson e Fraser - i Gunners hanno un moto d'orgoglio che li porta ad acciuffare un incredibile pareggio. Prima Sanchez, poi un gol magnifico di Lucas Perez, infine la zuccata risolutrice di Giroud, consegnano a Wenger un pareggio inatteso, maturato negli ultimi 20' minuti di un match pazzo e spettacolare.
Titolare di una classifica a dir poco confortante, il piccolo Bournemouth di Eddie Howe approccia alla gara interna con l'Arsenal di Wenger privo di Jack Wilshere, ineleggibile poiché in prestito dalla franchigia Gunners.
Il Manager dei Cherries, reduce dall'importante successo con lo Swansea che ha permesso il balzo nella parte sinistra della classifica, non ha timori nello scegliere il 4-2-3-1 come modulo di partenza. A centrocampo, la cerniera è composta da Arter e Gosling, mentre alle spalle dell'unica punta Wilson agiscono Stanislas, Fraser e King.
I Gunners invece, reduci da un Capodanno segnato dallo 'Scorpione' di Olivier Giroud, devono fare ancora a meno di Mesut Ozil, nemmeno in panchina. Wenger, allora propone un modulo a specchio, schierando i suoi allo stesso modo degli avversari: 4-2-3-1 caratterizzato dall'insolito trio, Sanchez, Ramsey e Iwobi, ad agire alle spalle del già citato Giroud.
I PRIMI 45' DI GIOCO:
Sorretto da un Vitality Stadium vestito a festa per l'occasione, allo start, i padroni di casa provano ad imprimere la loro filosofia di gioco, spezzando per quanto possibile, l'azione manovrata di un Arsenal statico, costretto a passare sempre e comunque dai piedi di Alexis per creare il caos.
Howe, seppur dalla parte opposta del rettangolo, ben presto finisce per accorgersi degli enormi varchi lasciati dal sistema difensivo dei Gunners alle spalle di Bellerin. Su quei binari, soprattutto su quei binari, il Bournemouth decide di agire in contrattacco, in modo da creare la superiorità numerica al cospetto del fulmine spagnolo.
Dopo qualche attimo di studio, con la sola conclusione centrale di Stanislas ad impensierire Cech, il match si infiamma proprio sulle direttrici esterne. Il merito è tutto dei Cherries, letali con il pallone in verticale che Arter consegna sulla corsa diagonale di Wilson. Cech è in evidente ritardo, ma opta ugualmente per l'uscita bassa. Il ceco arriva a travolgere tutto: come una valanga, il 33 trova sì il pallone, ma anche le gambe del 13 rossonero, che invano richiede il penalty.
Il grave pericolo corso dalla difesa di Wenger, è solo il preludio a quello che accadrà di lì a poco: nel giro di quattro minuti, i meccanismi difensivi dell'Arsenal vanno in frantumi, martoriati dai colpi di un Bournemouth quanto mai cinico e spietato.
Allo scoccare del 16', l'indomabile Stanislas accentra tutte le attenzioni su di se, cogliendo nel tranello l'intera terza linea di Wenger. Tutti si spostano a destra, lasciando una voragine impressionante alle spalle di Bellerin, all'improvviso in posizione centrale.
Alle spalle dello spagnolo, parte la rincorsa di Daniels, che, visto dal giocoliere Stanislas, viene servito alla perfezione con un sublime tracciante in diagonale. L'11 Red & Balck ha il tempo per coordinarsi e controllare - perfettamente - la sfera. Bellerin è in netto ritardo, e nonostante la sua corsa supersonica, non riesce ad evitare lo sfondamento del terzino sinistro. Una finta, mette fuori causa il 24; il piatto mancino sul palo corto, non lascia scampo a Cech.
All'1-0 siglato dai padroni di casa, tutti, compresi gli eletti del Vitality Stadium, si aspetterebbero la rabbiosa reazione dei Cannoni. E invece, l'impeto del Bournemouth abbatte ancora la terza parete ospite: un pallone in profondità coglie fuori posizione la catena destra di Wenger. Fraser è in vantaggio su Xakha, che in modo imprudente, proprio all'ingresso dell'area di rigore, interviene da dietro, ponendo il gomito sulla schiena del 24 rossonero.
Oliver non ha esitazioni: è calcio di rigore. Dal dischetto, dopo le ricche proteste Gunners, si presenta Wilson. La soluzione è centrale, radente l'erba e dunque molto rischiosa. L'esito è comunque positivo. Cech viene spiazzato; il pallone finisce in rete. Il tabellone dice 2-0 Bournemouth.
Come un pugile sul punto di gettare la spugna, l'Arsenal finisce per vagare sul prato per quel che resta della prima frazione di gioco. Un Wenger più che abbattuto è costretto a giocarsi il primo cambio visto l'infortunio muscolare occorso a Coquelin. L'inserimento di Chamberlain riporta Ramsey a centrocampo, ma il risultato non cambia. L'unica reazione dei londinesi, sta proprio in una conclusione larga del gallese intervallata da altre occasioni succulente capitate tra i piedi degli indiavolati ragazzi di Howe.
I SECONDI 45' DI GIOCO:
Al rientro in campo, dopo la prevedibile strigliata di Wenger, l'Arsenal pare di un altro piglio e intensità. Nei primissimi minuti della ripresa, i Gunners iniziano a banchettare negli ultimi venti metri del Bournemouth producendo il massimo sforzo per rientrare al più presto nel match.
Howe intuisce le difficoltà, ma non scoraggia i suoi all'offesa. I londinesi infatti, lasciano grandi varchi alle spalle del centrocampo; varchi in cui i trequartisti di Howe si buttano subito, proprio come fatto nei primi 45'. Un primo grande pericolo arriva al 55', quando dalla destra arriva un pallone perfetto per la conclusione in drop di Arter. Il Vitality Stadium sembra già esplodere, ma Oliver blocca tutto per un tocco con il braccio di Wilson, la cui deviazione era risultata decisiva.
Come nella prima frazione, anche in questa circostanza, il pericolo occorso è solo il preludio di quello che si prepara ad accadere. Appena 180 più tardi, su un pallone rimesso in gioco da Boruc, il Bournemouth sceglie la strada più breve per arrivare alla porta avversaria: Daniels lancia la corsa di Fraser, bravo e fortunato nel duello con l'irriconoscibile Bellerin. Lo spagnolo si fa sbilanciare facilmente spianando la strada al rivale in rossonero, freddo e preciso davanti all'incolpevole Cech. Il Vitality Stadium è in delirio.
Il match sembra finito, ma proprio quando sembra non esserci più nulla da fare, sulla panchina di Wenger torna ad accendersi un barlume di speranza: un Chamberlain utile anche in fase di ripiegamento, fa partire un cross tagliato, ideale per la testa di Giroud; il francese arriva male sulla sfera, ma riesce ugualmente ad allungarne la traiettoria sul secondo palo. Lì, pronto all'appuntamento, c'è Sanchez, impeccabile nel colpo di testa che mette fuori causa Boruc e Francis.
Le speranze si ravvivano, e i cambi - offensivi - di Wenger provano a dare ancor più linfa. Uno di questi è Lucas Perez, lo spagnolo che al 75', appena cinque minuti più tardi, illumina il Vitality Stadium. Sanchez si mette al timone; Ramsey va in verticale, ma a toccare è ancora Giroud. La sua deviazione è decisiva per condurre il pallone dalle parti di Perez, magnifico nella conclusione al volo che trova l'angolo lontano. Boruc è di sasso, il Vitality raggela; l'Arsenal è tornato in partita.
Con il match di nuovo in bilico, il finale assume i contorni di una corrida. L'Arsenal torna di prepotenza in avanti, mentre al Bournemouth inizia a venire il braccino del tennista.
I padroni di casa si schiacciano troppo nella propria metà campo, consentendo ai Gunners di banchettare, attaccare e creare pericoli negli ultimi venti metri. Ad aggravare la situazione, a 10' dall'agoniato traguardo, Oliver sventola il rosso diretto in faccia a Capitan Francis, reo di un intervento a forbice su un calciatore Gunner.
Gli ultimi minuti, vissuti in dieci uomini, sono un'agonia per Howe e il Vitality Stadium, aggrappato ad un successo d'oro fino al minuto 92'. Già, perché in pieno recupero, - Oliver concorderà un extra time di 6 minuti - Xakha si fa perdonare l'errore costato il penalty, servendo un pallone delizioso nel cuore dell'area avversaria. La, dove solo le Aquile osano arrivare, si scorge la testa di Olivier Giroud, imperioso nell'anticipo su Cook che spedisce l'Arsenal in paradiso. La parabola è imprendibile; il pallone si spegne in fondo al sacco.
L'imponderabile si verifica, puntuale dinanzi all'impietrito pubblico di casa.
Dopo il clamoroso 3-3 ci sarebbe ancora tempo per tentare il miracolo, ma i Gunners sembrano rilassarsi, quasi paghi per una rimonta leggendaria: da 3-0 a 3-3 nel giro di 22' minuti, gli ultimi 22' minuti del Vitality Stadium.