Se il possesso palla funziona, la squadra gira. Se la squadra gira, la fiducia aumenta. Se la fiducia aumenta, arrivano i gol. E i gol fruttano vittorie. Un cerchio chiaro, una verità lampante, retta da un nome e un cognome: Olivier Giroud. L'Arsenal non può più fare a meno del proprio centravanti, che ieri ha dato l'ennesima dimostrazione della propria importanza, regalando l'1-1 in extremis sul campo del Manchester United con un perentorio stacco di testa in piena area. Un gol che vale un punto, ma anche un messaggio chiaro, indirizzato ad Arsène Wenger.
L'alsaziano ha potuto contare a singhiozzo sul proprio attaccante fino a questo momento della stagione: le fatiche dell'europeo hanno inciso sulla condizione fisica dell'ex Montpellier, che è tornato al top solo nel mese di novembre. In stagione per ora ha assemblato solamente 250 minuti, partendo solo in un'occasione da titolare, e in tutto ciò ha inciso con quattro gol e due assist. Praticamente, due gol assicurati a partita per la sua squadra. A ciò va unita l'efficienza: in Premier League, Giroud ha segnato 8 delle ultime 9 conclusioni nello specchio della porta.
Queste statistiche si legano a doppio filo all'importanza che la punta ha nel gioco dell'Arsenal. Finalizzatore puro, innanzitutto, uomo che può raccogliere le palle alte messe in mezzo dalle fasce, dove i Gunners creano spesso superiorità numerica, ma, mancando il riferimento centrale che Sanchez per caratteristiche non può essere, non riescono a capitalizzarle adeguatamente.
Il grafico di Squawka mostra le zone nelle quali vengono create le maggiori palle-gol nella stagione in corso dai londinesi. L'oltre 30% creato dalle fasce aumenterebbe ulteriormente, sgravando anche il centrocampo da tante responsabilità.
L'intento di Wenger è probabilmente quello di sfruttare Giroud come arma letale da utilizzare nel finale, come è accaduto in diverse situazioni lo scorso anno, quando è stato Welbeck a partire titolare. L'inglese ha una dimensione verticale sufficiente da poter raccogliere le occasioni create dalle fasce, pur avendo caratteristiche diverse, ma i continui problemi fisici lo stanno tenendo lontano dal campo e così sarà probabilmente fino ad Aprile. Nessun altro attaccante può permettersi quest'arma nel proprio arsenale, e ciò rende il francese a dir poco indispensabile.
Ieri, contro il Manchester United, si sono evidenziate difficoltà incontrate anche contro il Middlesbrough e il Burnley - partite terminate con uno 0-0 e un 1-0 ottenuto rocambolescamente nel finale - di natura realizzativa: gli avanti sono rimasti troppo fermi, non avevano un punto di riferimento su cui basarci. Lo stesso Sanchez è un giocatore in grado sì di svariare e aprire spazi, ma contro le squadre chiuse, bloccate e che si difendono con tantissimi uomini, non concedendo ripartenze, avere un riferimento sembra a dir poco indispensabile. Questo riferimento ha, per l'appunto, un nome e un cognome. La probabile risposta agli ultimi problemi dell'Arsenal.