Tra l'escalation, l'odio, il criticato sponsor, la pioggia di Euro, l'hype, il talento. Un ambiente controverso, se ce n'è uno, quello intorno alla squadra più chiacchierata d'Europa: il RB Lipsia. Due lettere, due significati: l'originale RasenBallsport si mischia a RedBull e al conseguente nomignolo Roten Bullen - i tori rossi, ovviamente. A primo acchito le iniziali dell'energy drink più famoso al mondo, proprietario e conseguentemente main sponsor del club, il quale sta investendo nel calcio per rafforzare la propria immagine di branding, sembrerebbero il primario punto di forza di una squadra in costante crescita, tanto da arrivare al primo posto in Bundesliga, in coabitazione con il Bayern Monaco. Eppure l'apparenza inganna, perchè sì, la R potrebbe anche essere inclusa, ma il dubbio tra la B e la H si potrebbe presto insinuare nella mente degli appassionati.

Ralph Hasenhuttl. | Fonte immagine: Bundesliga
Ralph Hasenhuttl. | Fonte immagine: Bundesliga

La R sta per Ralph, la H invece per Hasenhuttl. 49 anni, austriaco, un passato da giocatore di seconda fascia e un presente da allenatore: le luci della ribalta conquistate con l'Ingolstadt dei miracoli, con cui ha ottenuto promozione in Bundesliga e salvezza, lo hanno portato all'attenzione della dirigenza del Lipsia, la quale ha puntato su di lui per tentare la scalata a lungo termine verso l'Olimpo del calcio tedesco. L'inizio di stagione racconta però una storia ben diversa, testimoniata anche dalla posizione di classifica e dai numeri: sette vittorie, tre pareggi, zero sconfitte. L'aspettativa cede spazio allo stupore nel vederla rispettata, per poi trasformarsi in attenzione mediatica, la quale va a scoprire una profonda logica calcistica che va ben oltre ogni tipo di dettaglio economico. Certo, potersi permettere spese per 50 milioni è un privilegio che spetta a pochi club, figurarsi a una neo-promossa, ma aiuta solo in parte a raggiungere i risultati.

L'unico aspetto che forse vive del condizionamento del benestare economico è la profondità di una rosa di buona qualità e talento, ma in realtà molto meno offensiva di quanto possa sembrare. Il principale punto a favore dei Roten Bullen è infatti l'equilibrio garantito dal 4-4-2, soprattutto da un centrocampo in grado di bilanciare perfettamente la squadra, permettendole di mantenere il baricentro alto e dettando i tempi, di modo da allungarsi e distendersi in situazioni di contropiede e rimanere corta e compatta, subendo poco in fase di transizione difensiva. Concetti semplici, nessuna particolare invenzione, ma d'altro canto una casa si costruisce sempre partendo dalle fondamenta.

Nove tocchi, cinque passaggi, dei quali solo due in verticale, sono più che sufficienti per arrivarei in porta partendo da una palla recuperata a centrocampo. Armonia, eleganza, efficienza. La difesa schierata non capisce più nulla. I cinque che toccano il pallone sono perfetti nei movimenti per trovarsi nella miglior posizione. Pochi fronzoli, passaggi diretti, semplici, di lettura. (3-1 - Mainz, giornata 10 - gol dell'1-0)

Particolarmente solide sono quelle scavate da Naby Keita, un prototipo di Kanté con maggiori tempi di inserimento offensivi ma ancora da rodare in quanto a schermo, tanto che è stato provato anche in fascia. La sua resa a fianco a Demme, altro key player della mediana, il numero uno per passaggi portati a termine (332) in questa stagione, è stata sicuramente sopra le più rosee aspettative, andando a contendere una maglia da titolare anche al perno mediano (e jolly) Ilsanker. La possibilità di contare su un così vasto numero di equilibratori, tra i quali è difficile non includere anche il concreto capitan Kaiser, esterno destro di professione, porta vantaggi non indifferenti anche sulle ali e soprattutto per le due punte, più libere di muoversi negli spazi avanzati e, con il supporto delle fasce, attaccarli con maggior criterio, rendendo il contropiede un pezzo pregiato dell'arsenale offensivo.

I 20 gol realizzati sono infatti in gran parte frutto delle letali ripartenze, ma il principale dato che balza all'occhio è la shot accuracy superiore al 50%, alla quale va unito un numero di 11 occasioni da gol create a partita, per un totale che tocca quasi le 6 conclusioni all'interno dello specchio. D'altro canto la qualità non manca di certo ai vari Werner, Poulsen, Sabitzer e compagnia, talenti rapidi nel gioco e nelle letture offensive. Un gioco fatto di passaggi corti, costruzione e pochi lanci lunghi, dimostrazione pratica di idee chiare nella testa dei ragazzi di Hasenhuttl, tanto quanto i movimenti che il tecnico detta loro, senza però ingabbiarli in tatticismi estremi che limitino il talento. L'equilibrio negli attacchi, prevalentemente sviluppati in egual misura su ambo le fasce, si compone anche di questo aspetto: la capacità di intuire il momento e sfruttare le corse in avanti, centrando spesso e volentieri l'imbucata ideale per arrivare in zona gol.

Come sviluppare un contropiede correndo in verticale. Difesa rivedibile, ma il Lipsia si ritrova in una situazione di 3 - 2 dopo la prima giovata di Werner, ovvero l'uno-due in verticale col compagno. In questo caso l'esterno sinistro stringe la posizione, entra dentro al campo, mentre l'altro attaccante lo apre. (3-1 vs Mainz, giornata 10 - gol del 2-0)

Il continuo movimento della squadra si accompagna a una naturale condizione atletica invidiabile: per metri percorsi in campo, il Lipsia non è la prima della classe in Bundesliga, ma raramente un giocatore effettua una corsa a vuoto. Sembra che ogni singolo scatto sia minuziosamente studiato, che pochissimo sia lasciato al caso, attraverso un'attenzione che si unisce anche all'abilità nelle sopracitate letture. Maestro in questo senso è Emil Forsberg, pragmatico esterno svedese che si è conquistato la maglia da titolare dopo un inizio da alternativa, anche se forse non è nemmeno corretto parlare di preferenze nell'undici, avendo Hasenhuttl almeno 18 potenziali starters. E, per intenderci, Davie Selke, uno dei talenti più limpidi del calcio tedesco, ha finora visto il campo solamente per spezzoni di gara.

Un'ossatura solida che si mantiene tale anche cambiando gli uomini ha come conseguenza diretta una tenuta difensiva invidiabile: per un club di massima serie tedesca che non si chiami Bayern Monaco, subire meno di un gol a partita di media è un obiettivo difficile da raggiungere. Il Lipsia ne ha subiti 7 in 10 gare, la media vien da sé. Errori difensivi minimizzati grazie all'attenzione massima della linea a quattro, attenta nel concedere poco o nulla agli avversari (giusto i ragazzi di Ancelotti fanno meglio), reggendo l'uno-contro-uno, ma anche chiudendo gli spazi, aiutata dalla disposizione su due linee di quattro uomini, in grado di stringersi senza farsi schiacciare, per poi distendersi appena recuperata palla, pronta per pungere nuovamente.

Tipica situazione difensiva del Lipsia, in questo caso contro il Borussia Dortmund: gli esterni stringono il campo per aumentare la pressione sul portatore di palla e chiudergli lo spazio d'azione, di modo da ottenere un veloce recupero della palla senza scomporre la linea e costringere un uomo a staccarsi dalla linea difensiva, la quale rimane compatta a quattro dietro e minimizza il rischio di subire l'imbucata. I due attaccanti rimangono più avanti, pronti a scappare in contropiede.

Equilibrio perfetto che per ora si accompagna a risultati soddisfacenti, superando ogni più rosea aspettativa del club e di chiunque si sia interessato alle vicende dei RotenBullen. La lecita domanda di rito che tutti si pongono è: quanto durerà l'idillio? Difficile stabilirlo, ma gli ultimi precedenti possono essere una motivazione più che valida per credere in qualcosa di più di una salvezza tranquilla. D'altro canto una squadra che in tutto e per tutto privilegia l'esaltazone non ne vuol proprio sapere di rilassarsi...