14 gol in 15 partite in questa stagione. Il Manchester City non sta attraversando un momento roseo, ma può godersi Sergio Aguero, in gol anche nel match di ieri contro il Middlesbrough. Con la rete di ieri, il Kun è arrivato ad otto in campionato, quattordici in totale se consideriamo tutte le competizioni. Ma, a prescindere dai gol, Aguero è diventato un punto fermo per Guardiola non solo per quanto riguarda la fase d'attacco, ma in ogni zona del campo. Vediamo perchè.

Aguero quest'anno è più decisivo che mai. Attraverso la saggia guida dell'ex allenatore del Barcellona, El Kun ha imparato a gestire il suo fisico, come dimostrano i pochi fastidi in stagione. Il suo apporto alla fase difensiva è estremamente importante, numerosi ripiegamenti o raddoppi al servizio della squadra, per esempio nella delicata sfida di Champions contro il Barca. Guardiola vuole che i palloni, lì davanti, passino tutti sui suoi piedi. Oltre a segnare, Aguero sforna assist preziosi, accende i compagni. Lotta, corre e non si da mai per vinto, un giocatore "amplificato" rispetto alle sue precedenti edizioni. Un progresso ulteriore per iscriversi nel firmamento del pallone. Forse l'unica cosa da migliorare è la precisione dal dischetto. Troppi tre errori per uno come il Kun. 

Balza all'occhio, poi, il dato delle marcature: ad inizio carriera, nell'Independiente, Aguero ha realizzato 23 gol in 56 partite. All'Atletico El Kun ha messo a segno 101 gol in 234 match, mentre nel Manchester City le reti sono 150 in 223 partite, roba da marziani. Dati alla mano, questo è il suo miglior anno - quasi un gol a partita - e, guarda caso, il City ha perso punti nel periodo in cui El Kun è rimasto ai box per squalifica oppure per scelta tecnica (al Camp Nou). Guardiola si è accorto della leggerezza e ora non intende fare a meno di Aguero per puntare alla Premier e al sogno Champions.