Poche emozioni, tanti tatticismi, due highlights, nessun gol. Il Red Monday dell'ottava giornata di Premier League non regala particolari gioie agli occhi dei tifosi: la sfida tra Liverpool e Manchester United termina giustamente con uno 0-0, frutto dell'atteggiamento passivo deciso da Mourinho, salvato comunque da un paio di parate più che decisive di David de Gea, indiscusso man of the match. I Reds falliscono l'aggancio al vertice, mentre il Man U continua a veleggiare un po' più sotto, raccogliendo quello che può essere considerato un buon punto su un campo complicato quale Anfield.
Al netto delle assenze, i padroni di casa decidono di assumersi qualche rischio in più, inserendo Coutinho in mediana con Can ed Henderson, senza ritoccare la difesa e lasciando dunque Milner da left-back, con Firmino e Mané in fase di rifinitura vicino a Sturridge, l'unica punta. Solo panchina per Lallana (problemi all'adduttore), sorte condivisa col compagno di Nazionale Rooney, visto che gli ospiti si assettano col 4-2-3-1, ma con Pogba da trequartista, con Rashford e, a sorpresa, Ashley Young sugli esterni. Herrera trova spazio in mediana, mentre in difesa Blind vince il ballottaggio con Shaw.
La prudenza di Mou viene ripagata con una mezz'ora iniziale in cui i Devils riducono e minimizzano a zero gli impegni sull'agenda di De Gea, spettatore non pagante fino al 29', quando in presa arresta la corsa di un colpo di testa interessante - ma debole e centrale - di Firmino; la paura dei Reds si scaccia solo in quel momento, dopo un lungo periodo di ansia e immobilità offensiva, con Sturridge troppo isolato e gli esterni incatenati e ingabbiati dalla buona gestione difensiva dello United. Pogba lavora tra le linee, marca la prima fonte del gioco avversario, leggasi Henderson, ma non incide in attacco, così come tutti i suoi compagni: fino alla mezz'ora fa da padrona incontrastata la tensione, prima che si trasformi in fiammate di nervosismo, le quali si concretizzano in tackle duri e spesso gratuiti. Lo scorrere del cronometro non premia i Reds, nonostante la proposta del reparto avanzato si faccia insistente: la luce non si accende ancora e all'intervallo si torna negli spogliatoi a reti inviolate, senza emozioni.
Qualcosa in più si vede in inizio di ripresa, a partire dai ritmi, indubbiamente migliori rispetto al primo tempo. Dopo dieci minuti si palesa la prima occasione ospite, sciupata da Ibrahimovic, il cui colpo di testa sul secondo palo, su suggerimento di Pogba, somiglia più a una torre che a una conclusione. Il segno di vita della gara si conferma quattro minuti dopo, nel momento in cui Can sfrutta un disastroso posizionamento difensivo ospite per infilarsi alle spalle dei centrali, ricevendo il filtrante di Matip e provando un sinsitro rasoterra sul quale deve superarsi De Gea. Klopp denota miglioramenti nell'atteggiamento dei suoi, così si gioca la carta Lallana al posto di Sturridge, ricomponendo l'abituale assetto con Firmino punta, alzando Coutinho. La mossa dà i suoi frutti, il fraseggio migliora e il baricentro si alza notevolmente, così come la pericolosità della manovra.
Lo United rimane in piedi, in qualche modo, appoggiandosi al suo straordinario portiere, ancora decisivo al 72': un volo incredibile per piazzare la manona su una terrificante cannonata di Coutinho dai 25 metri e deviare in corner la traiettoria, diretta nel sette. Con i suoi schiacciati all'indietro, Mourinho inserisce Rooney per uno stanco Rashford nel tentativo di mantenere la squadra più alta, ottenendo risultati rivedibili, tanto che a sei dal termine Valencia deve superarsi per recuperare e salvare in tackle su Firmino, lanciato verticalmente in piena area ancora dal suo connazionale col numero dieci. Le ultime, frenetiche sostituzioni del finale non incidono sul più logico degli esiti, ovvero un pareggio senza gol che accontenta più il Manchester United, con uno speciale ringraziamento a De Gea.