Diventare stellati è la conclusione di un percorso che richiede anni, in ogni campo. Mauricio Pochettino è indubbiamente sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo. Ricetta dopo ricetta, l'allenatore del Tottenham sta acquisendo sempre maggiori consensi, inventando formule di alta cucina, con tutti gli ingredienti al posto giusto. Nella sfida con il Manchester City ha probabilmente creato il piatto perfetto, unendo sette aspetti fondamentali per mandare k.o. la banda di Guardiola. Una soluzione da vero Masterchef.

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Elevata quantità di INTENSITÀ

Un buon piatto necessita di una base gustosa e che sappia colpire i palati, dai più fini ai meno. E l'intensità che gli Spurs hanno messo in campo ieri per novanta minuti è esattamente necessaria: non lasciare al centrocampo avversario il tempo di ragionare, non dare respiro alle fasce, chiudendo sempre tempestivamente, correndo per ogni singolo secondo del match in maniera ordinata, mai casuale. L'obiettivo chiaro in testa, l'idea finale di quello che la preparazione deve poi diventare.

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Alta posizione della DIFESA

L'ordine sopracitato va ad accompagnarsi con la puntuale posizione della linea difensiva, mai fuori posto, terzini compresi, più bloccati, garantendo meno spinta del solito. L'intensità senza sistemazione perde sostanzialmente di senso; i quattro dietro sono stati fondamentali come il sale nel garantire l'assetto. 

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Diversi chilometri di SON

Davanti, l'eccezione che conferma la regola, l'ingrediente segreto, quello che insaporisce al meglio il piatto: un Heung-Min Son nella miglior condizione fisica e psicologica possibile, in grado di tentare sempre la giocata, riuscendovi, e fungendo da finto riferimento. Una sorta di falso nueve, anche se ormai la definizione è sempre più sdoganata. Le corse del coreano, raramente a vuoto, hanno contribuito a dare non solo sfogo alle ripartenze, ma anche profondità nei rari attacchi a difesa schierata.

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L'intera intelligenza di ALLI

Probabilmente tutto il lavoro di Son non avrebbe avuto senso senza qualcuno in grado di completarlo, come la punta acida che sgrassa il piatto. La capacità di giocare tra le linee di Dele Alli, leggendo sempre la situazione nel giusto modo, ha doppiamente complicato il compito della difesa Citizen, abbandonata da Fernando e costretta a fronteggiare spesso in due-contro-due il coreano e l'inglese. I risultati sono alla luce del sole.

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Un pizzico di CORAGGIO

Pochettino, per sfruttare al meglio Son e Alli, ha coraggiosamente spostato Eriksen sulla linea mediana, togliendogli pericolosità offensiva, ma aumentando vistosamente la capacità di impostare il gioco. Una mossa rischiosa: se il City fosse riuscito a fare possesso palla, probabilmente il castello sarebbe crollato subito. Invece la squadra ha funzionato al meglio. Quando gli ingredienti sono ben amalgamati, anche quella spruzzata di rischio si esalta al meglio.

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Quanto basta di WANYAMA

L'equilibrio in mezzo al campo lo ha garantito Wanyama, ideale perno da affiancare al giocatore di pura impostazione. La scelta era tra lui e Dier, ma l'ex Southampton è stato semplicemente perfetto nelle chiusure e nei raddoppi a tutto campo, toccando il giusto quantitativo di palloni.

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Farcire con SPIRITO DI SACRIFICIO

Tutto questo, mescolato ed impiattato, va però rifinito con lo spirito di sacrificio: non una dote, piuttosto un input interno. La corsa in più per aiutare il compagno non è intensità, è voglia di raggiungere il traguardo, così come l'adattamento a svolgere per una volta compiti diversi dai soliti, spingendosi meno in avanti. Osservando il piatto, potrebbe non notarsi nemmeno, eppure c'è. Sempre.

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