Si potrebbe discutere per una giornata intera sul West Bromwich, una squadra con una rosa che potrebbe non convincere essendo decisamente troppo lunatica, a tratti fin troppo conservativa e poco amante del rischio di introdurre nuovi acquisti nell'undici titolare, quest'ultimo tra l'altro sempre differente a seconda dell'avversaria e delle condizioni dei singoli. In poche parole, i Baggies si approccerebbero alla nuova stagione non esattamente nel migliore dei modi. Di fronta a tutto questo bisogna apporre sei parole che invertono completamente il senso di quanto appena analizzato. Queste sei parole sono le seguenti: "Se, non, ci, fosse, Tony, Pulis". Già, Tony Pulis. Uno dei pochissimi al mondo che può vantarsi di essere un never relegated manager.

In venticinque anni di carriera si è seduto sulle panchine di Gillingham, Bournemoth, Bristol, Portsmouth, Plymouth, Stoke, Crystal Palace e per l'appunto West Bromwich, raggiungendo puntualmente i propri obiettivi. Il classico salvatore delle squadre allo sbando, specialmente negli ultimi anni, dopo aver lasciato il Britannia Stadium nel 2013, dopo dieci stagioni ed una parentesi al Plymouth: è approdato sulla panchina del West Brom nel gennaio 2015, rilevando Irvine e raggiungendo una tranquilla salvezza, l'ennesima, per l'appunto, della sua carriera. Pronto ad iniziare la terza stagione alla guida dei Baggies, Pulis sta lavorando con una rosa che è pressoché identica a quella dello scorso anno, con pochi innesti e ancora meno cessioni dolorose, anche se potrebbe essere affrettato tirare le somme del mercato a tre settimane dal termine, specialmente considerando l'immobilità (giustificata) della dirigenza.

Il principale punto interrogativo va posto addosso a Saido Berahino, i cui mal di pancia non sono affatto una novità, così come non lo sono le squadre interessate a rilevarlo per portarlo alla propria corte. Anche quest'estate le offerte non mancano, ma i sostituti latitano e non convincono, come ad esempio Diafra Sakho, il cui trasferimento è misteriosamente saltato all'ultimo minuto. Per ora dunque il classe '93 è ancora a disposizione di Pulis e compone l'ideale coppia d'attacco titolare con la stella della squadra, Salomon Rondon. Hanno lasciato il The Hawthorns per ora tre giocatori, fuori dai piani tecnici per una serie di motivi tattici e soprattutto disciplinari: Sessegnon, Anichebe e Lindegaard. Un solo nuovo ingresso invece, Matt Phillips dal QPR.

Nel quadrato 4-4-2 si può notare un'abbondanza interessante in ogni reparto, quasi due giocatori per ruolo che hanno dimostrato di poter essere titolari in Premier League, tutti funzionali al progetto e polivalenti in campo per adattarsi ad ogni tipologia di gioco, specialmente di corsa e generosità. Tutti, eccetto due, gli uomini dai quali passano sostanzialmente tutti i palloni: Darren Fletcher e Claudio Yacob, i registi con il compito di dettare i tempi non solo in fase di possesso, ma anche di non possesso, schermando di fronte a una difesa che con la coppia Olsson-McAuley conta su solidità e pericolisità nel gioco aereo, uno dei maggiori punti forti. Oltre, ovviamente, al manager.