Il Southampton, in questa precisa fase della sua storia, è esattamente il modello a cui dovrebbe ambire una società di medio livello. Ogni estate puntualmente avvengono cambiamenti importanti, per certi versi anche radicali, eppure le stagioni sono contraddistinte da un costante miglioramento. In primis fu la squadra di Pochettino saccheggiata dal Liverpool, poi l'arrivo di Koeman e un biennio votato al perfezionamento della rosa, condito da continui avvicendamenti in ruoli anche chiave della formazione titolare. Oggi, con l'olandese passato sulla panchina dell'Everton, la squadra è in mano a Claude Puel, allenatore di duttilità tattica e su misura per squadre giovani.
Il passaggio di testimone, in realtà più obbligato dalla decisione di Koeman che voluto dalla dirigenza, si è concretizzato forse in leggero ritardo rispetto ai tempi tecnici del mercato, ma è comunque quasi certo che il francese manterrà l'assetto che negli ultimi anni ha reso i Saints una delle outsider costanti nei paraggi della zona Europa League, anche perchè la rosa a disposizione è ideale per schierare il 4-2-3-1, variabile anche in un 4-3-3 avendo svariati piedi buoni in un centrocampo orfano di Wanyama. Anche in attacco si sono registrati movimenti importanti in uscita, a partire dalla cessione di Pellé, che non sarà comunque rimpianto visto l'altissimo rendimento di Long e l'innesto a gennaio di un Charlie Austin che ha già ampiamente dimostrato il suo valore in Premier League con la divisa del QPR.
La cessione più remunerativa e allo stesso tempo dolorosa è stata quella di Sadio Mané, venduto al Liverpool (tanto per cambiare) per una cifra maggiore di 40 milioni di euro. L'erede, per caratteristiche tecniche ma non per fascia preferita, è Nathan Redmond, ormai da anni sulla cresta dell'onda ma mai arrivato ad una consacrazione definitiva, probabilmente anche per l'eccessivo egoismo che spesso contraddistingue le sue azioni: dovesse riuscire a limare questo difetto, tutt'altro che improbabile peraltro in un'organizzazione come quella del Southampton, il classe '94 inglese si candiderebbe come sorpresa e rivelazione della stagione. Il marchio giovane è stato mantenuto anche dall'acquisto di Hojbjerg dal Bayern Monaco per una cifra di 15 milioni, un colpo eccezionale per personalità ed educazione calcistica.
Il danese verosimilmente farà coppia con Clasie in un centrocampo forse un po' troppo under-sized ma intrigante: a bilanciare la fisicità ci pensano le due rocce difensive Fonte e van Dijk, tra le migliori coppie nella stagione scorsa. Se però cerchiamo un trascinatore, lo sguardo deve spostarsi sulla trequarti e su Dusan Tadic: il fantasista serbo può indifferentemente coprire i ruoli di ala sinistra, destra e trequartista (come ipotizzato nell'undici tipo) e per la quinta volta negli ultimi sei anni ha fatto registrare la doppia cifra nella casella degli assist stagionali, giusto per lasciare parlare un po' i numeri, mostrandosi un fattore offensivo a tutto tondo. Puel ha saputo rendere Ben Arfa un giocatore da PSG la scorsa stagione, se dovesse ripetersi anche con Tadic lo spettacolo sarebbe garantito. E forse lo sarebbe anche un piazzamento in zona Europa, dove i Saints vogliono ancora marciare.