Negli sport americani, in particolare nell'NBA, quando un super-team si approccia alla nuova stagione con il solo e unico obiettivo di vincere si parla di do or die. Nonostante nel calcio funzioni ben diversamente, è difficile non accostare questo termine al Manchester United, finanziato a suon di sterline dalla Adidas in un mercato estivo a dir poco da brivido in quanto a numeri: si sfora tranquillamente il tetto dei 200 milioni, senza poi considerare il peso degli ingaggi dei singoli giocatori nel computo totale. I Red Devils sono per talento e per nomi la favorita di questa Premier League, nonostante la spietata concorrenza e soprattutto tante domande sulla metà campo difensiva.

Il punto di forza, in ogni caso, sta seduto in panchina ed è anche lo stesso che potrebbe rendere una retroguardia a prima vista non così solida un fortino inespugnabile: José Mourinho. Accolto come una sorta di salvatore, così come accadde per van Gaal due anni fa, il portoghese è indubbiamente l'uomo giusto al posto giusto per vincere la Premier e tornare a competere in Europa ad alti livelli, riportando lo United ai vertici. Difficile parlare di legacy di Ferguson, vista la durata media di Mou sulle varie panchine occupate nel corso degli anni, ma è fuori discussione che sia lui il profilo ideale di tecnico vincente e capace di gestire un ambiente come quello di Manchester. 

Gli acquisti estivi sono solamente quattro in realtà, ma decisamente più pesanti di quanto il numero possa lasciar intendere. L'approdo di Ibrahimovic garantisce di per sé un quantitativo di gol e giocate per la squadra che forse solo altri cinque attaccanti al mondo possono permettersi. Per la cronaca, uno di quei cinque agirà alle spalle dello svedese, giusto per non farsi mancare nulla. Differente invece il discorso riguardante Paul Pogba, che dovrà reinventarsi in una posizione inusuale da mediano e non da mezz'ala, cercando di adempiere a compiti difensivi e di impostazione del gioco dalle retrovie, non di certo una banalità per un giocatore dotato di sconfinato talento, ma ancora tutto da costruire in un ruolo differente e in un contesto diverso da quello della Juventus. L'acquisto più azzeccato è probabilmente Henrikh Mkhitarian, trequartista in grado di svolgere il lavoro di pressione e di copertura, Mourinhano sotto tutti i punti di vista.

Come impostare invece una difesa giovane e con poca esperienza internazionale? L'innesto di Bailly garantisce un futuro roseo ma un presente forse un po' più grigio: un talento enorme e tantissimi margini di miglioramento che il tecnico portoghese dovrà riuscire a sviluppare, affiancandolo però a una certezza solo parziale come Smalling. Era lecito attendersi un colpo di esperienza e affidabilità, che non è ancora arrivato e probabilmente non arriverà. Discorso che potrebbe essere esteso a tutta la fascia sinistra, dove Martial e Shaw non sembrano ancora in grado di portare garanzie difensive. Il fattore discriminante che potrebbe lasciare alle spalle tutti gli interrogativi è sempre lui, sempre José Mourinho. E con uno così la tendenza al fidarsi è sempre al rialzo.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]