Circa nove mesi fa si consumò il matrimonio tra Jurgen Klopp ed il Liverpool. Oggi la creatura plasmata a immagine e somiglianza dai due sposi inizia ad assumere una fisionomia sempre più delineata e chiara, grazie alle ingenti somme spostate dalla dirigenza Reds per tornare dove il blasone e il palmarès richiedono: ai vertici del calcio inglese. Un processo di maturazione che non può ovviamente che richiedere diverso tempo per essere portato al massimo, ma l'impressione è che quest'anno vedremo la prima vera versione del Liverpool di Klopp, ottenendo una prima riprova di quanto il progetto possa fruttare a lungo termine.
L'idea di base è ovviamente rimasta quella di costruire con i giovani (età media di 25 anni) alla ricerca della consacrazione, attingendo da club di fascia media di Premier League, dunque con un tempo di integrazione sufficientemente breve, e puntando allo stesso tempo su giocatori "conosciuti" dal tecnico tedesco da avversari. In copertina ci finiscono indubbiamente Sadio Mané e Georginio Wijnaldum, costati quasi un totale di 70 milioni e, ad essere fiscali, nemmeno così sicuri di avere il posto da titolare garantito, perchè anche quest'anno l'abbondanza ad Anfield regna sovrana: un bene o un male? Metà e metà. Dovendo ripartire dalle fondamenta, non avere un undici titolare chiaro e fisso, cosa peraltro che si ipotizza ma potrebber non corrispondere a certezza, è indubbiamente penalizzante, anche se nei vari tour de force tra coppe (non Europee) e Premier League tornerà certamente utile, considerando anche gli infortuni di routine.
La prima non-certezza del Liverpool si trova tra i pali, dove Mignolet e Karius si condendono la titolarità senza esclusione di colpi ma nemmeno con delle gerarchie prestabilite: il belga è l'uomo dei miracoli, ma alcune papere sono costate decisamente care. La difesa va verso la conferma con Matip primo sostituto utile, così come il centrocampo, dove cercherà di ritagliarsi uno spazio significativo Emre Can, mentre per il giovane fenomeno Grujic alle porte c'è una stagione difficile da vivere tra panchina e tribuna. Il ragazzo è comunque il futuro della squadra, mentre il presente sono Henderson e Milner. In attesa di capire meglio l'assetto di una trequarti ricchissima, è d'obbligo aprire il capitolo attacco, a proposito peraltro di affollamento.
Logico pensare che il titolare sarà Daniel Sturridge, per storia di rendimento e capacità realizzative tra le punte più sottovalutate dell'intero panorama calcistico mondiale, ma lo snodo chiave della stagione dell'inglese è inevitabilmente la tenuta fisica. Chances che aumentano per Origi, prediletto di Klopp, e come dargli torto, anche se troppe volte ha manifestato ancora lacune dovute all'inesperienza, nulla di incolmabile. Discorso simile si applica al rientrante Ings, mentre Benteke dovrebbe chiudere presto le proprie valigie su espressa volontà del tecnico, che non lo vede nel progetto tecnico. Eppure gli potrebbe tornare utilissimo avere un quarto attaccante, visto che realmente nessuno porta garanzia di gol con una certa costanza. Se però Sturridge dovesse essere presente per tutto l'anno, a quel punto il discorso verrebbe capovolto e le aspirazioni dei Reds potrebbero salire di un ulteriore step.