La vittoria del titolo nel non lontano maggio 2015, poi il crollo verticale. Le due facce di Mou colpiscono al cuore del Chelsea, affondato in uno degli anni più difficili della sua storia recente, probabilmente il peggiore, e non solo per un decimo posto che rappresenta il punto più basso negli ultimi 20 anni, almeno per quanto riguarda la classifica. L'estate doveva portare una ventata di aria fresca per far prendere fiato ad una tifoseria in apnea fino a giugno. Tutto sommato, visto su chi è ricaduta la scelta, sembra che Eolo abbia scelto la direzione giusta per soffiare. Ricordate quando Antonio Conte prese per mano la sua Juventus, reduce da due settimi posti, trasformandola in una squadra vincente? Ecco, ora pensate che questo Chelsea è numericamente migliore dei bianconeri di allora, sia come qualità che come tecnica. La difficoltà sta nelle avversarie. 

Dopo due anni in Nazionale, chiusi con le mani di Neuer a negargli (e negarci) la semifinale, il nativo di Lecce è stato chiamato da Abramovich per rialzare anche i Blues. Una prima scelta? Forse no. Una scelta azzeccata? Forse sì. Anzi, sicuramente: Conte è un martello, un tecnico che giorno dopo giorno apprende dai suoi giocatori come loro apprendono da lui, per questo motivo non avrà problemi particolari nell'adattamento ad un tipo di calcio diverso, vissuto anche con uno spirito diverso rispetto a quanto accade qui. I day-off, le pause, gli allenamenti in meno e le partite più spesso, tutte queste sfaccettature saranno ben presto metabolizzate da uno dei tecnici migliori sul panorama calcistico internazionale, probabilmente quello con meno pressioni addosso, visto che peggiorare un decimo posto con una rosa di questa qualità sembra davvero impresa complicata.

La certezza è che l'ex CT non si nasconderà dietro un dito: l'obiettivo, fissato nella sua mente e in quella dei giocatori, è la vittoria, come sempre. Per arrivare fino in fondo al momento la rosa non sembra sufficientemente attrezzata, per svariate ragioni. In primis perchè il mercato ancora non si è chiuso e Abramovich potrebbe sganciare fior di quattrini per completare la squadra, seguendo le indicazioni dello staff tecnico; in secondo luogo perchè la gamma di alternative tra moduli utilizzabili è vastissima, probabilmente non ce n'è uno che non possa essere adeguatamente coperto. Anche perchè la rosa al momento sfiora i 40, in attesa dei classici prestiti e delle puntuali richieste per gli esuberi. Con ovviamente il mercato in entrata sullo sfondo. Nel frattempo, visto che Conte ha soprattutto provato il 4-4-2 in pre-stagione, è ipotizzabile che inizialmente sarà questo lo schieramento.

Le certezze, in quanto a giocatori, non sono molte: in attacco, forse Batshuayi, forse Diego Costa, ma perchè non dare spazio ad un Traoré on fire nel precampionato per lasciarlo crescere ulteriormente? Lo stesso vale a centrocampo, anche se l'abbondanza sia nel mezzo che soprattutto sulle fasce (Cuadrado e Willian a destra, Hazard e Pedro a sinistra), lascia aperte diverse soluzioni. Difficile in ogni caso immaginare una spina dorsale senza Fabregas ad impostare e soprattutto senza Kanté a far legna. L'unico punto fermo resta la difesa a quattro, con Zouma prima alternativa. Sì, ma poi? I vari Hector, Miazga, Aina, non sembrano pronti per recitare un ruolo in una commedia così di primo piano da protagonisti. Possono però essere la salvezza del CT. Come? Costruendo insieme a loro attorno ad un nucleo principe di 15-16 giocatori di primissima linea. Eppure ad oggi la rosa conta ben oltre trenta elementi. Blues rimandati a settembre.