Il Re è già italiano, e si italianizzano pure i sudditi: ora, quella dei tecnici italiani in Premier League sembra che sia quasi diventata una moda. I primi a pensare a un tecnico italiano sono stati i vertici del Leicester quando, in estate, hanno puntato tutto su Claudio Ranieri, e sappiamo tutti com'è finita. Ha seguito a ruota libera l'ex squadra campione, il Chelsea, che dopo aver esonerato con leggerezza il condottiero Mourinho ha scelto Antonio Conte per organizzare la guida tecnica il prossimo anno, un vincente, uno che da zero dovrà riportare i Blues dove meritano. E poi in piena crisi, a soli due punti dalla zona salvezza, i gallesi dello Swansea sono stati saggi sia nel mercato sia nella gestione della guida tecnica: carta bianca a Francesco Guidolìn, uomo d'esperienza, e salvezza conquistata anche con un buon anticipo rispetto alla tabella di marcia, togliendosi più di qualche soddisfazione. Basso profilo e tanti risultati: la formula degli italiani ha fatto innamorare gli inglesi. Di inglese nella gestione del Watford, in realtà, c'è molto poco: il presidente del club Pozzo non poteva esimersi tuttavia dal seguire questa "moda" in quanto lui stesso italiano e pare abbia scelto di lasciar andare Sanchez Flores, molto convincente quest'anno, per assumere Mazzarri nel ruolo di manager della squadra, con l'annuncio che dovrebbe arrivare a giorni. Ma quanto influisce tutto questo nell'ergonomia del campionato?
UN CAMBIO DI MENTALITA' - Agli inglesi, il calcio tattico, a quanto pare, non piace e mai piacerà. Oltremanica si tende più che altro a preferire il calcio-spettacolo, gli attacchi stellari e le difese un po' traballanti. Ma quaggiù negli anni lo abbiamo capito benissimo: si comincia dal non prenderle. E difatti in Europa dopo Sir Alex Ferguson il ranking inglese ha sicuramente avuto un rallentamento. I risultati un po' sono venuti a mancare, anche se quest'anno il Liverpool è riuscito a distinguersi ed è arrivato in finale di Europa League. Ma le altre, per un motivo o per un altro, si sono sempre dovute arrendere: il cambio di mentalità inglese sta qui. E difatti allenatori medi da noi compiono grandi imprese oltremanica: l'organizzazione è il lato forte del nuovo modo di essere top team inglesi, non necessariamente solo difensiva (vedi Leicester, miglior attacco del campionato in corso). Forse come spettacolo non sarà più come prima, o forse sarà ancora meglio: questo è sicuramente opinabile. Fatto sta che adesso la Premier inizia a complicarsi. Cosa ci serba il prossimo anno?
TUTTO INSIEME - Tanta roba. Tantissima, a dire il vero. A partire da Guardiola, Klopp, Mourinho (col Manchester United ancora in forse) e Pochettino, che italiani non sono ma hanno sicuramente le potenzialità per fare divertire, adesso contro delle squadre più tattiche, meglio messe in campo. La carne al fuoco sarà tanta, e la voglia di competere ancora di più. La differenza la potranno fare i dettagli, adesso, un po' come siamo abituati noi quaggiù. L'attesa del prossimo anno è già tanta... e noi siamo qui a raccontarvela. Tranquilli, vi sembrerà veloce... di mezzo c'è un Europeo...
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