Nascere a Greenwich evidentemente lo ha aiutato a maneggiare con cura il tempo. Parliamo di Rob Elliot, portiere di riserva del Newcastle che di tempo ad aspettare la sua occasione ne ha passato tanto. L'ultima stagione che ha vissuto da titolare risale al 2010/11, prima che il Charlton lo cedesse al Newcastle. E' stato per due anni il terzo dietro Harper e Krul. Poi Harper è andato via e nelle seguenti due stagioni è diventato il dodicesimo. Fortuna vuole che Krul è un portiere injury-prone. Così dopo la caviglia ed il ginocchio quest'anno a Krul si è rotto direttamente il legamento crociato. Per sostituire l'olandese in realtà ci sarebbe anche Darlow, titolare da due stagioni a Nottingham, ma anche lui ha problemi fisici. Così da un mesetto a questa parte è Elliot ad indossare i guantoni a difesa della porta fra le più colpite della Premier League.
Era da quasi un anno che il Newcastle non infilava due clean sheet consecutivi. Stavolta l'impresa è riuscita e parecchi ringraziamenti McClaren li deve a questo 29enne irlandese che guarda caso anche in Nazionale approfitterà dell'infortunio del titolare (Given) per vestire i panni del titolare. E' lui il principale fautore della vittoria esterna del Newcastle sul campo del neopromosso Bournemouth, in quello che sembrava un vero e proprio scontro diretto per la salvezza. Il portierone è stato costretto ad un lavoraccio oggi: 20 tiri da affrontare, 44 cross su cui stare sull'attenti, 12 chance con le antenne drizzate. Eppure i padroni di casa non l'hanno mai battuto: finisce 0-1, con il Newcastle che infila la terza gara utile nelle ultime quattro, la seconda vittoria del proprio campionato e la prima dal lontano Gennaio scorso in trasferta, dove sono arrivate 10 sconfitte negli ultimi 12 incontri.
A decidere appena la settima sfida fra le due squadre (ultimo incrocio nella FA Cup del 1992) è un gol di Ayoze Perez, attaccante che conferma l'attitudine ad sempre nel posto giusto al momento giusto al 27°. Dalla sinistra Dummett disegna un filtrante verso il centro, il tacco di Mitrovic che viene incontro va più che bene per l'arrivo dalla fascia destra di Wijnaldum. Il controllo dell'olandese è affannato, visti i recuperi dei difensori dei Cherries, ma libera Ayoze, prontissimo nell'inserimento con il quale batte Federici per lo 0-1.
Federici è un altro dodicesimo, proprio come Elliot, che sta approfittando dell'infortunio del proprio numero 1, in questo caso Boruc, per godersi qualche pomeriggio da titolare. Rispetto ad Elliot Federici avrà però ben poche occasioni per mettersi in mostra. Appena due i tiri che il Newcastle sarà capace di tirar fuori dal cilindro nel corso dei 90 minuti. Addirittura uno solo quello in porta, che a conti fatti risulta essere proprio quello decisivo. Sublimazione dell'ottenere il massimo con il minimo.
I numeri non mentono. Per 90 minuti ed oltre è il Bournemouth a fare la gara: non solo i 20 tiri, le 12 chance create ed i 44 cross ma anche 16 calci d'angolo, il 68% di possesso palla ed un notevole vantaggio territoriale. L'impressione è che con un centravanti del calibro degli infortunati Glenn Murray e Callum Wilson (che chatta beatamente in tribuna) il Bournemouth il burp del gol da quell'abbondante abbuffata di occasioni l'avrebbe trovato. Il ruttino era oggi affidato a Joshua King, punta poco cattiva che dai primissimi minuti ingaggia una sfida con Elliot che come potete aver intuito l'ha visto uscire sconfitto. Il primo sussulto al 4° minuto con il tiro di King che si infrange sulla prima parata di Elliot. La seconda non è una parata ma un'azione comunque provvidenziale: sul pasticcio di Anita in impostazione, Elliot è bravissimo ad uscire velocemente prima che sempre King ne approfitti. Pallone sporcato e l'ex Gosling - uno dei migliori fra le fila rossonere - che da posizione decentrata e con difensore appiccicato non trova lo specchio. Terza parata al 21°, con negazione della gioia ancora a King a seguito di serpentina che lascia ammattito Coloccini.
Arriva lo 0-1 ma il compito di Elliot rimane quello: parare. Al 34° riflesso importante sul colpo di testa di indovina-King su azione da calcio piazzato, a visuale coperta. Al 38° scivolamento laterale ottimo per chiudere il primo palo ad un Gosling incornante che aveva impattato benissimo il cross da destra di Ritchie, ad un passo dal confermarsi il secondo miglior assistman delle prime quattro serie inglesi dallo start della scorsa stagione. Ritchie che ad un passo sarà anche dall'1-1 a secondo tempo appena cominciato: bel velo dell'esterno destro, cross di Adam Smith e colpo di testa sventato ancora da Elliot. Il 4-4-1-1 di Howe necessita di arieti e, come detto, King potrebbe avere tutte le qualità del mondo meno che la presenza da Marcantonio. Rivedere il piano della gara, magari arretrando il baricentro ed agendo più in velocità ed in contropiede, avrebbe potuto fruttare.
Ma la strada verso la porta di Elliot sembrava una discesa troppo ripida per non essere affrontata. A dare una mano ad Elliot ci ha pensato Mbemba, bravo a dirigere la difesa. Howe ha cercato disperatamente carte jolly dalla panchina ma gli infortuni l'hanno illo tempore privato non solo di Murray e Wilson ma pure delle frecce Atsu e Gradel e del trampolino Mings. Rivolgersi ad una seconda punta in sovrappeso come Tomlin (sembra Cassano), allo stagionato Kermorgant (indicativo come sia appena la sua terza presenza in Premier) ed al vintage Rantie (spezzoni sporadici in Championship, figuratevi in Premier) è un inno alla povertà, mentre McClaren dall'altra parte apparecchia il contropiede giusto mandando in campo gente che al confronto sembra Messi: eccezion fatta per il simpaticcissimo Mbabu dalla panchina dei Magpies si alzano Thauvin e Papiss Demba Cissé, non Topolino e Paperino.
I tre punti proiettano il Newcastle fuori dalla relegation-zone dove se ne stava praticamente dall'inizio della stagione. Ad affossarsi, di conseguenza, proprio il Bournemouth alla sesta gara senza vittoria. La parabola dei Cherries sembra così simile a quella del Burnley di Dyche: un vaso di terracotta, magari pure carino, ma pur sempre fra vasi di ferro.