Il Chelsea cade ancora una volta in casa, stavolta per opera del Liverpool di Jurgen Klopp. Mourinho nervoso e polemico, squadra senza idee e con poca convinzione: i Blues sono una barca alla deriva. Andiamo ad analizzare nel dettaglio il 1-3 maturato in quel di Stamford Bridge.
E’ l’undicesima giornata di Premier League inglese quella che si presenta a questo sabato pomeriggio di fine Ottobre. Su quale sia il match di punta non ci sono dubbi: il lunch match delle 13.45, Chelsea-Liverpool.
I Blues ospitano gli acerrimi rivali del Merseyside per fermare l’emorrargia e salvare la panchina di Josè Mourinho: tra oggi e mercoledì (sfida di Champions con la Dynamo di Kiev) il portoghese si gioca tutto. Nonostante il suo contratto faraonico (che in caso di rescissione costringerebbe Abramovich al pagamento di una cifra vicina ai 40 milioni di euro) l’ex-Inter sembra aver spazientito la proprietà, che secondo alcune voci starebbe addirittura pensando ad un traghettatore da sostituire poi con Antonio Conte nell’anno venturo. Sono solo 11 i punti in campionato, frutto di tre vittorie, due pareggi e ben cinque sconfitte. Sedici i gol fatti a fronte di venti subiti, ma soprattutto tre sconfitte (contro West Ham e Southampton, oltre allo Stoke in Capitol One Cup) nelle ultime tre partite giocate sui prati inglesi. I londinesi, bloccati al quindicesimo posto, cercano di agguantare i tre punti che li porterebbero alla pari proprio con il Liverpool.
Reds freschi di cambio in panchina, dove Jurgen Klopp ha sostituito Brendan Rodgers lo scorso otto ottobre. Da quel momento, tre pareggi (0-0 a Londra col Tottenham ed 1-1 ad Anfield contro Rubin Kazan e Southampton) ed una vittoria (nell’ultima partita, 1-0 con il Bournemouth in Capitol One Cup). L’allenatore tedesco sembra aver già dato un’impronta diversa ai suoi, sia dal punto di vista tattico (gioco offensivo ed arioso, anche a costo di prendere dei rischi) che soprattutto mentale. La cattiveria che era propria del suo Dortmund si inizia già ad intravedere nei volti dei nuovi giocatori. Klopp vuole continuare ad inanellare risultati utili con i tre punti esterni di oggi, che garantirebbero il sesto posto momentaneo, in compagnia del Tottenham (17 punti) e a -5 dalle capoliste Arsenal e City. Il tutto in attesa delle altre nove partite della giornata, spalmate come al solito su tre giorni.
A Stamford Bridge Mourinho si presenta con i soliti noti in infermieria: Courtois, Ivanovic e Pedro. Tra i pali quindi spazio ancora una volta ad Asmir Begovic. Davanti a lui quartetto inedito formato da Zouma in vece di terzino destro, la coppia Cahill-Terry al centro e César Azpilicueta sulla fascia sinistra. In mediana a sorpresa è John Obi Mikel ad affiancare Ramires: solo panchina per Nemanja Matic. Non parte titolare neanche Cesc Fabregas, che vede il suo posto occupato da Oscar, che assieme ad Eden Hazard e Willian completa la trequarti, di supporto all’unica punta Diego Costa, che riesce a recuperare per essere del match. Tra gli uomini a disposizione compare anche Marco Amelia, fresco di grande salto dalla Lega Pro italiana.
Anche Klopp si ritrova a fare la conta degli assenti: Toure, Flanagan, Gomez, Henderson, Rossiter, Ings, Sturridge gli indisponibili. Così, l’ex-Dortmund sceglie il suo solito 4-2-3-1 (o 4-3-3, grazie alla duttilità di Milner): Mignolet difende la rete; Sakho e Skrtel le due torri centrali, Nathaniel Clyne ed Alberto Moreno gli esterni. In mezzo al campo le certezze si chiamano Lucas Leiva e Can, che garantiscono “legna” e dinamismo, assieme a tutto il sacrificio e la qualità di Milner, che agisce come raccordo tra il centrocampo e la trequarti. Trequarti dove stazionano Coutinho e Lallana, a supporto non di Benteke (grande escluso assieme a Fabregas), bensì di Roberto Firmino, una sorta di falso nueve pronto a sfruttare la sua qualità palla al piede, anche se a scapito della fisicità.
La casa dei Blues è gremita e i supporters non fanno mancare il loro incitamento neanche in un periodo così buio: numerosi gli striscioni e i cori per José Mourinho, a cui i londinesi di sponda Chelsea sono senz’altro profondamente legati. Dopo il solito riscaldamento, la presentazione delle squadre, i saluti di rito e lo scambio dei gagliardetti, arriva finalmente il fischio di Mark Clattenburg che dà il via alle ostilità. Pronti, via ed è subito vantaggio Chelsea. Passano solo quattro minuti e Diego Costa libera Azpilicueta sul fondo con uno splendido tacco: il cross dello spagnolo trova una dormita colossale della difesa avversaria. In particolare è immobile Alberto Moreno, incaricato di coprire l’inserimento di Ramires: il brasiliano ringrazia, banchetta e di testa in corsa batte Mignolet, è 1-0.
Per i primi dieci minuti di gioco sono i padroni di casa a tenere il pallino, ma dal quarto d’ora in poi è il Liverpool ad alzare la voce: Clyne scorrazza sulla destra, Lallana sembra ispirato ed il centrocampo aumenta la pressione sui portatori del Chelsea. I Blues faticano ad impostare e quando riescono a tenere il posesso lo fanno in maniera sterile; d’altra parte neanche gli ospiti riescono a rendersi troppo pericolosi. Le iniziative di Lallana e Leiva (di testa) sono controllate facilmente da Begovic. I minuti di recupero ordinati da Clattenburg sono due, ed è il quarantasettesimo spaccato quando Mamadou Sakho sta impostando l’azione nel cerchio di centrocampo: tuttavia il fischietto inglese lascia giocare, il flusso si sviluppa sulla destra e la sfera arriva a Coutinho al limite dell’area. L’ex-Inter in pochi secondi riscatta un primo tempo davvero sottotono: dribbling meraviglioso su Ramires (non senza colpe) e sinistro a giro che sfiora il palo lontano. Begovic si tuffa ma non può prenderla. E’ 1-1 all’ultimo secondo.
La ripresa, dopo che un Mourinho furioso è rientrato negli spogliatoi coi suoi, ricomincia con gli stessi undici e sulla falsa riga del suo predecessore: poco più di cinque minuti di buon gioco offensivo del Chelsea, che poi si spegne rapidamente lasciando spazio agli uomini di Klopp. Da qui si assiste a dieci minuti di spinta degli ospiti (a volte troppa: ammonito Lucas Leiva poco prima dell’ora di gioco), che però non riescono a far male ad un Chelsea senza idee. L’unico che sembra in partita per i Blues è Willian: il brasiliano prova spesso a spezzare la marcatura con le sue progressioni, e provoca l’ammonizione di Emre Can. Nel frattempo, attorno all’ora di gioco, inizia la lotteria dei cambi: dentro il giovanissimo Kenedy per –attenzione- Eden Hazard, mentre Benteke rileva Milner cinque minuti dopo. A venti dal termine entra anche Fabregas, fuori Obi Mikel. Il segnale di Jurgen Klopp però è chiaro: bisogna vincerla.
Detto fatto: dopo dieci minuti che vedono una mancata espulsione di Leiva (ci stava il secondo giallo per la randellata a Ramires a centrocampo) e un tentativo di gollonzo di Oscar (pallonetto da centrocampo sventato in extremis da un Mignolet fuori posizione), arriva la svolta del match. Sakho sciabola lungo in avanti proprio per il neo-entrato Benteke: il belga fa una grande sponda in area, dove il grande velo di Lallana libera Coutinho ai 13 metri. Stavolta la finta vira verso destra, ma la conclusione è precisa come la prima. Piccola deviazione di Cahill e palla nel sette, non può nulla Begovic, il Liverpool è avanti. Qui lo Special One prova il tutto per tutto buttando dentro Radamel Falcao per Azpilicueta. Klopp risponde con Ibe a rilevare uno stanchissimo Firmino.
Ma i padroni di casa sono in confusione e continuano ad imbarcare acqua: prima Begovic e poi Terry riescono a chiudere rispettivamente su Moreno e Ibe lanciati a rete, ma al minuto 83 arriva l’epilogo. Ibe appoggia per Lallana che liscia, la sfera arriva a Benteke che in area temporeggia, controlla due volte sul destro e poi lascia partire un rasoterra incrociato che batte Begovic e segna il definitivo crollo dei londinesi: 3-1 e paradiso per gli uomini di Klopp. Da qui al novantesimo è ordinaria amministrazione, e al triplice fischio Stamford Bridge è semivuoto, tranne che per il delirio dello spicchio di tifosi ospiti.
Quarta sconfitta in un mese per il Chelsea di Mourinho, che ha scelto di tenere fuori per settanta minuti Cesc Fabregas, privando i suoi del principale regista. Male Hazard e Cahill, impalpabili molti degli altri. Si salvano solo Begovic e Willian, sempre volenterosi. I Blues rimangono impantanati al quindicesimo posto ad undici punti, raccogliendo la sesta sconfitta stagionale in Premier. Panchina traballante quella del portoghese, che è a capo della peggior difesa del campionato. I tifosi tuttavia si schierano ancora una volta affianco del suo condottiero, chiamato all’ennesima possibile reazione tra quattro giorni, quando a Londra arriverà la Dynamo Kiev. E intanto i tifosi dei Reds cantano “Mourinho, sarai esonerato domani mattina!”…
Un Liverpool ringalluzzito invece è quello che lascia londra: tre gol, pochi rischi (se si esclude la disattenzione generale dell’uno a zero) e una prestazione solida e convincente, che frutta tre punti ed il sesto posto momentaneo in classifica. La cura Klopp pare funzionare, e si aspettano ancora i ritorni di pedine fondamentali come Henderson e Sturridge.