Rabbia, da scaricare in campo. Pioli spazza via malasorte e polemiche e si tuffa in ambito europeo. La sconfitta con il Sassuolo porta in dote qualche cicatrice. Decisioni arbitrali discutibili, l'infortunio di Keita, il periodo positivo spezzato all'alba dell'assalto alla vetta. L'impegno infrasettimanale è il punto da cui ricostruire una stagione fin qui corsa in altalena, dalla depressione Champions al filotto in campionato. La Lazio, aldilà di alcuni limiti e di numerosi infortuni, occupa un posto di primo piano in A e al momento naviga in acque tranquille in Europa League.
Alle 19, all'Olimpico, la squadra di Pioli si confronta con il Rosenborg, prima del ritorno in Norvegia. 180 minuti utili a definire le sorti di un girone che vede i biancocelesti al comando, in compagnia del Dnipro, a quota 4. Il Rosenborg si trova tre lunghezze dietro, dopo il pari d'esordio con il St.Etienne e la sconfitta di misura, in casa, con gli ucraini. Un successo questa sera consentirebbe quindi di cristallizzare una delle due piazze utili per continuare l'avventura oltre il suolo nazionale.
Pioli ricorre a qualche ritocco per combattere la recente emergenza. Radu torna ad occupare la corsia mancina, con Lulic a riposo, al centro Hoedt e Mauricio. Procede a rilento il recupero di De Vrij, bloccato da un ginocchio che non concede tregua. A destra, Konko. In mediana, senza Biglia e Parolo, spazio alla freschezza di Cataldi e Onazi. Il dubbio sulla trequarti: il tecnico valuta la rinuncia a Felipe Anderson, con Kishna sull'out di sinistra, Candreva sul fronte opposto e Mauri perno alle spalle della punta centrale. Il riferimento offensivo è Matri. Klose parte dalla panchina, Djordjevic non è a disposizione, ma l'avvicinamento al gruppo è imminente. Indisponibile anche Morrison.
Il Rosenborg, già campione di Norvegia con tre giornate di anticipo, si presenta a Roma senza particolari preoccupazioni. La compagine scandinava parte in seconda fila e, dopo la trafila dei preliminari, sogna il colpaccio. Senza Helland, 13 centri in campionato, spazio al 4-3-3, con il temibile Soderlund al centro dell'attacco. Tra i pali Hansen, difesa a quattro, da destra a sinistra, composta da Svensson, Eyjolfsson, Bjordal e Skjelvik. Nel mezzo, Selnaes è l'elemento che dirige, ai suoi lati Jensen e Midtsjo. Mikkelsen e Lanlay a completare l'undici iniziale.
L'arbitro della gara è il polacco Gil.