Dopo una presentazione non propriamente impeccabile Matteo Darmian, terzino trasferitosi in estate dal Torino al Manchester United, si è subito fatto rispettare sul terreno di gioco, entrando nel cuore dei tifosi dei Red Devils ed in quello di Louis Van Gaal mostrando le proprie immense caratteristiche, di tecnica ma soprattutto di gamba e tanto cuore, nelle prime apparizioni inglesi. Tre partite, 260 minuti giocati, ed una presenza costante sulla fascia destra che ha subito scomodato paragoni importanti dalle parti di Old Trafford.

Darmian è subito andato a segno, facendo breccia nella passione del tifo del Teatro dei Sogni. Ai microfoni di Tuttosport, l'ex laterale granata ha parlato delle prime sensazioni: "Sicuramente entrambi gli esordi sono stati positivi. Ho provato una grande emozione, fa effetto giocare ogni sabato e domenica davanti a oltre 70mila persone. Sia col Tottenham sia contro il Bruges abbiamo vinto, quindi non potevo chiedere di più. In tutte le partite fin qui disputate credo di aver fatto la mia parte, l'importante per me era dare un contributo alla squadra. Il debutto contro il Tottehnam è stata forse la mia miglior partita, ma anche contro il Bruges mi sembra di essermela cavata bene".

Tra ambientamento e prime difficoltà con la lingua, non ci si aspettava un rendimento così elevato già alle prime prestazioni. Su come procede la vita al di fuori del terreno di gioco, Matteo ha così sentenziato: "Al momento vivo ancora in hotel e sto cercando casa. Ne ho già vista qualcuna sia in centro sia fuori. Non mi dispiacerebbe vivere un po' nel 'countryside', molti miei compagni hanno scelto questa soluzione. L'inglese? Piano piano sto migliorando e più lo sento parlare e più ci sto facendo l'orecchio".

Sulle differenze tra i due campionati, sia per quanto riguarda le partite vere e proprie che i metodi di allenamenento, il laterale della Nazionale trova subito le prime novità: "In partita penso che ci sia un ritmo un po' più elevato. Rispetto all'Italia infatti c'è un po' meno tattica e tutte le squadre pensano a fare la propria gara cercando magari di vincere. Qui le spallate e i contatti fisici vengono fischiati di meno e il gioco è meno interrotto. E' un campionato sicuramente più fisico di quello italiano ed è per questo che qui sono tutti enormi. Allenamenti? Finora con Van Gaal abbiamo lavorato di più con la palla, facendo esercizi ad alta intensità sempre col pallone, mentre in Italia sopratutto durante la preparazione iniziale si punta molto di più sul lavoro atletico e sulla corsa".

Infine, anche se il cuore resterà per sempre un pò granata, il terzino ha spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare la destinazione United: "Quando è arrivata la chiamata del Manchester United non ci ho pensato neanche un secondo perché un club di questa importanza è impossibile da rifiutare. Sto vivendo tutto molto serenamente, a volte non me rendo quasi conto, è davvero bello essere qua. Sono contento di aver scelto quest'esperienza all'estero, ti permette di conoscere un'altra cultura. Il Toro? Lo seguo ancora, certo. L'altro giorno ho visto la partita di Coppa Italia contro il Pescara. Ho avuto qualche difficoltà tecnica perché l'ho guardata ining sul mio telefono e ogni tanto la connessione si bloccava... Mi sento ancora con i miei ex compagni e mi fa piacere seguirli. Ci sono tanti nuovi, tanti giovani soprattutto, ed è normale che serva tempo per capire quali sono i movimenti che chiede mister Ventura. Sono sicuro che questa squadra abbia grandi margini di miglioramento".