Le stagioni di transizione esistono, sono in certi casi obbligate, ci si deve passare per forza essendo il punto da cui ripartire per ricostruire. Sono quelle stagioni deludenti, dove ci si toglie qualche gioia ma si ottiene comunque poco, si raggiunge in qualche modo l'obiettivo minimo ma si ha l'impressione che al termine ci sia comunque tantissimo da lavorare. Il Manchester United non conosceva stagioni senza vittorie o senza competizioni ad alto livello da circa 25 anni, insomma prima che Sir Alex Ferguson forgiasse quella classe incredibile che dominò nei '90 e continuò a anche nel terzo millennio.

Oggi le cose sono cambiate: lo scozzese al massimo è in tribuna ad asssistere alle partite dei Red Devils, o nel caso scolpito nel marmo fuori dall'Old Trafford. La panchina è occupata da un maestro come Louis Van Gaal, quasi un mezzo rivoluzionario si potrebbe dire, uno che di idee bizzarre nella sua carriera ne ha avute tante, e la maggior parte delle volte ha anche avuto ragione lui. Lo scorso anno però il Manchester United era una squadra in ricostruzione, i tanti investimenti fatti in maniera sbagliata sul mercato hanno condizionato eccessivamente Van Gaal, che si è trovato costretto a fare scelte decise, a partire dal "nessuno è indispensabile... Tranne Rooney", leitmotiv del campionato: ci sono passati tutti dalla panchina, lui no.

Il nuovo Manchester United va esattamente in questa direzione, continua a seguire la linea del suo fuoriclasse con il numero 10 sulla schiena, mentre dal mercato arrivano rinforzi di eccellente qualità per puntellare una rosa che ad oggi non sembra ancora abbastanza, ma che deve essere sufficientemente larga e profonda per poter competere sul fronte Campionato, sul fronte Champions e anche sui due fronti di Coppa (Capital One Cup e FA Cup).

Van Gaal dovrà decidere se proseguire sulle orme del 4-2-3-1, modulo con cui lo United ha chiuso la stagione scorsa facendo anche una bella figura, oppure cercare i difficili equilibri della sua specie di 3-4-1-2, con tutte le varianti impazzite che il caso comporta.

Nel caso scegliesse di adottare il classico sistema di gioco, si renderebbero necessari dei sacrifici a centrocampo, reparto che si è notevolmente infoltito con gli arrivi di Bastian Schweinsteiger e di Morgan Schneiderlin: sulla titolarità del primo non c'è nemmeno da discutere, qualche dubbio in più invece per il secondo, vista la presenza di un regista in crescita come Ander Herrera. E in teoria ci sarebbero anche Fellaini e Blind, con il primo che però ha più chances sulla trequarti e il secondo da terzino sinistro nel suo vecchio ruolo.

La coppia centrale più solida appare ancora essere quella con Jones e Rojo, alla ricerca dell'affiatamento, con Smalling che rappresenta una buona alternativa, mentre a destra Darmian potrebbe non avere rivali se non Valencia. Il reparto ha assoluto bisogno di una puntellata, ci vorrebbe l'acquisto di un difensore di caratura internazionale elevata (quell'Hummels di cui tanto si parlava) per poter lasciare tranquillo un De Gea che sembra orientato a rimanere, anche se in caso di partenza c'è già pronto Cillessen, un altro olandese.

L'attacco è un rebus tutto da interpretare a seconda del mercato. Ad oggi, 13 luglio 2015, è impensabile che Di Maria faccia un'altra stagione tra campo e panchina: sono tanti i giocatori che ci hanno messo un po' di tempo ad adattarsi alla Premier League, ma ora il Fideo deve diventare quello di Madrid. Depay e Mata rappresentano ormai delle certezze (tantissima la fiducia sul primo in particolare), per non parlare di Wayne Rooney davanti. Un giocatore offensivo, una punta, probabilmente arriverà se dovesse partire Hernandez, ipotesi tutt'altro che remota. Ad oggi, con il classico 4-2-3-1, Van Gaal giocherebbe così:

L'idea del 3-4-1-2 accarezzerà costantemente la mente del tecnico, ma nella realtà il vederla interpretata sarà cosa rara, specialmente perchè l'avere un giocatore solo sulle fasce non convince appieno il tecnico, data l'importanza delle ali in Premier League (e infatti pochissime squadre fanno a meno di queste ultime). Pensare poi che si rischia di snaturare Depay e Di Maria facendoli giocare da seconda punta vicino a Rooney dovrebbe allontanare ulteriormente l'idea dalla mente di Louis Van Gaal, ma non escludiamo a priori questa ipotesi che nella fattispecie appare veramente interessantissima.

La novità tattica potrebbe essere rappresentata indubbiamente dal centrocampo a tre, idea che, vista l'abbondanza nel reparto, si fa sempre più concreta e potrebbe veramente piacere sia a Van Gaal che ai giocatori, specialmente agli attaccanti, i quali potrebbero ricevere molti più palloni giocabili, visto che lì in mezzo trovarne uno con i piedi non buoni è veramente un'impresa. Blind recupererebbe il ruolo dove è stato reinventato, mettendoci comunque tanta corsa giocando da interno, con Schneiderlin e Schweinsteiger a garantire forza fisica.

Insomma, nonostante come detto manchino un paio di inserimenti indispensabili quali un rinforzo in difesa (sacrificando magari qualcuno come Rafael) e in attacco, dove la partenza del Chicharito Hernandez è sempre più probabile, Van Gaal può lavorare a tre interpretazioni diverse per il suo Manchester United, alla ricerca dell'equilibrio perfetto. Difficile dire quale sia il migliore, sicuramente la difesa a tre è un'opzione che non vedremo spesso dal primo minuto, ma al massimo a partita in corso. Non sono certe le idee di Van Gaal, ma ci attendiamo sempre la solita magata dell'olandese dalle mille risorse. Che stavolta dal cilindro possa estrarre anche un trofeo è tutt'altro che improbabile.