Il Dnipro si appresta a giocare la finale di Europa League, come la vera rivelazione dell'intera stagione europea. Già solo arrivare in finale con il Siviglia, rappresenta il punto più alto dell'intera storia della società ucraina.
IL PALMARES - Il Dnipro, di certo non tra le più blasonate formazioni ucraine, è stato fondato nel 1918 ed ha collezionato nella sua lunga storia: 2 campionati sovietici (1983 - 1988), 1 coppa sovietica (1989), 1 supercoppa dell'URSS (1988), 2 coppe delle Federazioni sovietiche (1986, 1989), 1 Prevaja Liga (1971). Il momento più alto della storia del Dnipro non solo a livello nazionale ma, anche a livello europeo, è coinciso proprio con la vittoria dei due campionati, con la successiva partecipazione alla Coppa dei Campioni (l'attuale Champions League) e, il raggiungimento dei quarti di finale. Mentre in Europa League il massimo risultato è stato raggiunto nel 1985, con i quarti di finale dell'allora Coppa Uefa.
IL CAMMINO EUROPEO - Gli ucraini si sono conquistati la finale con un lungo e tortuoso cammino, iniziato con i play off vinti per 2-1 con l'Hajduk Spalato. La fase a gironi non è stata di certo spumeggiante: inserita nel gruppo con Inter, Saint-Etienne e Qarabag, inizia nel peggiore dei modi chiudendo all'ultimo posto dopo le prime tre partite poi, cambia registro e con la vittoria decisiva nelll'ultima gara con i francesi conquista il passaggio del turno alle spalle dei nerazzurri. Dai sedicesimi in poi, il Dnipro scende in campo costantemente nelle visti dello sfavorito e puntualmente ribalta i pronostici, eliminando in ordine cronolgico: Olympiakos, Ajax e Club Bruges. In semifinale il sorteggio sembra essere fatale e beffardo per gli ucraini che si trovano ad affrontare il Napoli di Benitez, favoritissimo per la vittoria finale. L'andata al San Paolo mette in mostra le principali qualità degli ucraini che, si chiudono a difesa della propria area di rigore, e un volta finiti sotto per 1-0 trovano nell'unica occasione concessa, con molta fortuna il gol del pareggio, palesemente irregolare per doppio offside. La partita di ritorno è il coronamento di un sogno che, fa esplodere Kiev (dove si è disputata la sfida per motivi di sicurezza a causa dei disordini in Ucraina) con la clamorosa vittoria per 1-0, frutto di un tatticisimo perfetto e di un Napoli poco brillante.
LA TATTICA - A 24 ore dalla finale di Varsavia cresce l'ansia per quello che sarebbe un risultato storico, che va al di la di ogni più nitida e rosea aspettativa. Gli uomini di Myron Markevych, artefice di questo capolavoro, non potevano immaginare di ritrovarsi a lottare per il trofeo europeo. La sfida sembra avere molte similitudini ed affinità con quella disputata con il Napoli, infatti, il Siviglia gioca un calcio molto offensivo simile a quello dei partenopei. E' lecito dunque attendersi il tipico atteggiamento che ha conferito il tecnico Markevych alla squadra, basato su maniacale tatticismo difensivo, con una costante ed "irritante" barricata a difesa della propria area di rigore, con l'originale primato nel numero di falli commessi. Atteggiamento attuato proprio per innervosire ed indurre all'errore l'avversario e magari approfittarne ma, domani vista la partita secca e la superiorità tecnica degli spagnoli, non è da escludere un tentativo ad oltranza di raggiungere i supplementari e provare a giocarsela alla lotteria dei calci di rigore.
LA FORMAZIONE - Per Markevych idee piuttosto chiare non solo sulla tattica ma, anche sugli uomini che scenderanno in campo. I dubbi sono relativi, oltre alle assenze certe dell'attaccante Zozulya e il centrale Kravchenko, alla presenza di Shakhov, faro e regista della squadra che difficilmente sarà in campo. Per il resto il tecnico dovrebbe schierare tra i pali Boyko, fenomenale in semifinale neutralizzando Higuain, a difesa del quale troveremo il muro composto dalla coppia centrale Cheberyachko - Douglas, sugli esterni Matos e Fedetskiy. I 2 mediani di centrocampo saranno Kankava e Fedorchuk, con Rotan che scala avanti, per sostituire Shakhov, insieme a Konoplyanka, stella della squadra e che lascerà a fine stagione, e Bruno Gama in ballotaggio con Luchkevich. In attacco vista l'esplosione e i due gol qualificazione in semifinale Seleznyov appare in leggero vantaggio su Kalinic.
Dnipro (4-2-3-1): Boyko; Matos, Cheberyanchko, Douglas, Fedetskiy; Fedorchuk, Kankava; Konoplyanka, Rotan, Luchkevich; Seleznyov. Allenatore: Markevych.