A Liverpool, sponda blu, se la vorrebbero passare meglio. L'Everton quinto in classifica dell'anno scorso ormai è un lontano ricordo, quest'anno i toffees hanno dovuto fare i conti con i fantasmi della retrocessione, mai incontrati realmente, ma il fatto che si aggirassero intorno al Goodison Park non è frutto di un incubo notturno. La vittoria contro il QPR in trasferta è stata motivo di grande sollievo, ora con 34 punti la situazione è più tranquilla. Se il gruppo non gira bene, inevitabilmente anche i singoli ne risentono. Esempio lampante è il momento negativo che sta passando da mesi a questa parte il talento di casa Ross Barkley, tanto corteggiato dalle big d'Europa ma che nelle ultime partite ha perso addirittura il posto da titolare. Il numero 20 dell'Everton ha lasciato dichiarazioni importanti, portando in tribunale la sua annata in corso, e il suo giudizio è sincero: "Dal mio punto di vista non sto facendo bene come potrei, ma cose come queste possono accadere." Un momento difficile non solo per lui ma (come già detto) della squadra, "non stiamo passando un bel periodo, ma andremo oltre e ne usciremo al meglio". Ha continuato, "non sento pressione. Credo in me e so cosa sono capace di fare. So che posso migliorare e con questo scopo sono io che mi metto pressione da solo. Cerco di dare il meglio di me in allenamento per poi dimostrare il lavoro in partita."
Ad inizio stagione Barkley ha cambiato con costanza posizione in campo senza trovare quella più adatta al gioco di Roberto Martinez. L'anno scorso la posizione più confacente sembrava quella di trequartista dietro l'unica punta nel 4-2-3-1, ma quest'anno ogni certezza per l'Everton è crollata quindi anche la presenza in campo di Ross. Allora il nazionale inglese si candida come attaccante: chissà, forse lanciando un occhiolino al suo allenatore: "Sono un attaccante" ha detto. "Sento che posso essere più incisivo davanti, perchè sono libero di svariare per il campo, creare occasioni, tirare, liberarmi per i compagni."
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