L'Inter rimedia 3 sberle alla Volkswagen Arena e vede sempre più lontana la Champions League 2015-16. Roberto Mancini azzarda la conferma di Carrizo come portiere di Coppa, che si rileverà disastrosa, prova ad alzare le barricate mandando in campo Vidic, impresentabile, e rimedia una sonora sconfitta contro un Wolfsburg tutt'altro che esaltante. L'ex campione blucerchiato alla vigilia dichiara piena fiducia in Juan Pablo Carrizo, un portiere spacciato per fenomeno quando difendeva i pali del River Plate e che in Europa, errore dopo errore, si è ritrovato a fare il secondo di professione. E un motivo, purtroppo, c'è, cos'ì come c'è un motivo se il Manchester United ha lasciato andar via Vidic e Hecking si era detto sicuro di poter sfruttare i punti deboli dell'Inter.
Primo tempo L'Inter parte nel migliore dei modi. Icardi e Palacio affondano nella morbida difesa del Wolfsburg, poi troppo poco messa alla prova, e dopo appena 5 minuti confezionano il vantaggio. L'ex del Genoa si ritrova solissimo davanti a Benaglio e lo fulmina con freddezza.
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Il vantaggio però non galvanizza l'Inter, che si accontenta troppo presto della rete realizzata e abbassa pericolosamente il baricentro. In particolare, l'Inter soffre sul suo settore destro, dove Santon è troppo spesso messo in difficoltà dal guizzante Caligiuri. Al contrario, sul versante opposto D'Ambrosio controlla agevolmente il latitante Schurrle. Ben presto, la retroguardia nerazzurra comincia a scricchiolare e il Wolfsburg approfitta delle falle che si aprono. Carrizo salva fortunosamente su un colpo di testa di Caligiuri, ma sul successivo angolo nessuno si occupa del gigante Naldo (diffidato e poi ammonito), che può schiacciare indisturbato a rete e beffare Carrizo, i cui riflessi lasciano alquanto a desiderare.
Il pareggio rincuora i tedeschi, che vanno immediatamente vicini al raddoppio con Vierinha (conclusione respinta da Carrizo) ma vengono graziati dal guardalinee, che ferma Icardi lanciato a rete per un fuorigioco inesistente.
Secondo tempo Hecking lascia negli spogliatoi un inconcludente Schurrle e manda in campo l'ordinato Trasch. La prima palla gol è dell'Inter, che spreca incredibilmente l'opportunità di portarsi in vantaggio. Palacio viene liberato in area da Santon, nessuno lo contrasta e l'argentino ha il tempo di aggiustarsi il pallone e prendere la mira, ma calcia sull'esterno della rete strozzando in gola l'urlo di gioia dei tifosi nerazzurri. La legge del calcio è implacabile e, dopo il gol mancato, ecco quello subito. Mancini toglie Hernanes, in affanno dopo un discreto inizio, e manda in campo Vidic (un cambio che ricorda il Mihajlovic per Figo di un Villarreal - Inter del 2006), optando per una difesa a 5 che lascia però troppo scoperto il centrocampo. L'ex centrale del Manchester United fa da spalla, insieme a Juan Jesus, dell'imbarazzante Carrizo in occasione del raddoppio del Wolfsburg. I 3 pasticciano nella gestione di un rinvio, col portiere che regala palla a Vieirinha. Il laterale pesca in area De Bruyne, per il quale è sin troppo facile spingere la palla in rete.
Ma naturalmente al peggio non c'è mai fine. Passa una manciata di minuti e Vidic prima regala palla al Wolfsburg, poi non pago provoca una punizione dal limite. De Bruyne scommette sulla poca lucidità di Carrizo disegnando una lenta parabola sul palo del portiere, che come un dilettante fa il passo nella direzione della barriera e viene inevitabilmente beffato.
Mancini prova a rimediare ai propri errori inserendo Kovacic e Kuzmanovic e riproponendo la difesa a 4, ma ormai i buoi sono scappati e il Wolfsburg ha vita facile a contenere i disordinati assalti all'arma bianca degli avversari. Anzi, sono proprio i tedeschi a divorarsi il gol del 4-1 con De Bruyne, che grazia Carrizo angolando troppo una conclusione non impossibile.
Il 3-1 finale lascia l'amaro in bocca all'Inter, consapevole che sarebbe bastato davvero poco (schierare il portiere titolare...) per giocare il ritorno senza l'assillo di dover inseguire l'impresa. Ma quella del portiere non è stata l'unica scelta sbagliata questa sera da Mancini, che ancora una volta dimostra una certa allergia nelle gare europee.