Quattro gol, per cancellare l'apatia Champions e rinnovare lo strapotere in Bundesliga. Lo scivolone con il Wolfsburg appartiene decisamente al passato e il pari senza reti di marca ucraina, nelle briglie di Lucescu, resta affare isolato. Il Bayern è una macchina offensiva a getto continuo, tanti sono gli interpreti, tanta è la qualità. Su tutti, come sempre, Robben, imprendibile. Assiste - prima Schweinsteiger, poi Ribery - nel mezzo segna, di testa. 

Il Bayern è straripante, aggredisce il Colonia e si riversa nella metà campo ospite, è avanti presto, con Schweinsteiger, imbeccato dall'angolo, Ribery inventa il 2-0 e la festa può avere inizio. Sembra tutto facile, cattivo presagio, perché il Bayern si piace, talvolta troppo, e stacca la spina, del gioco e della concentrazione. Ujah accorcia e il Colonia meriterebbe il pari nella ripresa. Non sfonda e il contropiede che chiude la partita è da manuale del calcio. Dirige Ribery, finalizza Robben, 3-1, cala il sipario. 

Nel finale c'è spazio per Lewandowski, suo il sigillo numero quattro. Il Wolfsburg è ora a meno undici, la Bundes da tempo non è in discussione, eppure anche Guardiola deve fare i conti con le critiche, perché il Bayern "deve" vincere tutto, dimostrando sempre qualcosa, in più, soprattutto in Europa. Dal ritorno con lo Shakhtar passa il futuro tedesco, soprattutto di Pep.