La parola crisi, in questi giorni, è parecchio in voga sia in casa Aston Villa che in casa Tottenham. Nessuna delle due squadre ha finora lasciato intravedere segnali di costanza (gli acuti, seppur sparsi, sono arrivati), ecco perché l'1-1 che a pochi minuti dalla fine il destino ha disegnato sembra il risultato che perfettamente dimostra l'andazzo delle due squadre in Premier League. Pochettino ha ancora addosso il suo cappotto: la grandinata di bordate dei mass media sta per arrivare. Fortuna per lui che Harry Kane, al 90°, estrae dal cilindro il coniglio magico. La punizione del talento inglese Under 21 che non trova incredibilmente spazio a White Hart Lane porta i suoi sul 2-1. E' un gol liberatorio per il ragazzo di Londra: un calcio da fermo sul secondo palo che, deviato da Baker, finisce dietro Guzan e sancisce l'ennesima sconfitta dell'Aston Villa: la sesta di fila per la squadra di Birmingham che nelle prime settimane aveva messo insieme tre vittorie ed un pareggio.

Decisivo Kane, al Villa Park. Lo stadio ammutolisce di fronte alla delusione del risultato. Illusione che era stata dolce e beffarda, come uno splendido sogno che va dal momento in cui ti addormenti a quello in cui ti risvegli al mattino. L'Aston Villa, era passato in vantaggio al quarto d'ora: Weimann aveva portato i suoi sull'1-0. N'Zogbia - preferito a sorpresa ad Agbonlahor - vince un contrasto sulla destra, mette in mezzo e trova la scivolata dell'austriaco, che finalmente poneva fine al digiuno interminabile dei Villans, a secco da cinque gare. Terminata la maledizione, che quando poco prima Benteke aveva preso la traversa pareva tutto tranne che prossima al capolinea, l'Aston Villa si era tolto un enorme scimmia dalla spalla. Adesso si poteva giocare liberi mentalmente, con i propri tifosi affianco tra l'altro.

Il Tottenham non punge e la decisione di Pochettino di mandare in campo due punte insieme, Soldado ed Adebayor, non convince. Ma lì davanti non giocano in due: Adebayor praticamente ricopre il ruolo di Lamela, anche se in fase di pressing tende ad accentrarsi. Ed infatti è proprio da quella fascia che nasce il vantaggio dei padroni di casa. All'intervallo l'errore di Pochettino verrà corretto: entra Lamela che va a fare la vera e propria ala sinistra, Adebayor può adesso piazzarsi in tutto e per tutto al fianco di Soldado. Poco più tardi altro accorgimento: dentro colui che deciderà la gara, Kane, per Adebayor, e francamente ci chiediamo cosa debba fare per giocare da titolare in Premier League un ragazzo che nelle competizioni in cui trova spazio (coppe) ha segnato 8 gol in 7 partite.

La tensione comincia a montare: il Tottenham viene da due sconfitte consecutive e conta 4 punti nelle ultime 4 gare. Troppo poco per chi ambisce all'Europa ma nonostante le intenzioni la situazione non cambia. Al 65° l'episodio chiave: viene espulso Benteke. L'attaccante belga è protagonista di un corpo a corpo che dà il via ad un parapiglia. La colpa del bestione di Lambert è la nemmeno troppo violenta manata al volto di Mason. Espulsione che per regolamento ci sta ma che pare eccessiva. Il Tottenham, ora in superiorità numerica, non può permettersi di buttare al vento quest'occasione di rilancio così fa all-in: dentro Townsend per Capoué, vista che non c'è più necessità di un mediano che tenga a bada il centravanti avversario nelle ripartenze, mantra degli avversari. All'83° arriva l'ufficialità: si può fare! Ciò succede grazie all'1-1 firmato Nacer Chadli che sfrutta l'assist di Lamela. Ed una volta segnato il pareggio il gol dell'1-2 arriva quasi di inerzia, quasi per eventi naturali, quasi per un uragano: HurriKane.