“E' come montare un mobile dell'Ikea, pezzo dopo pezzo” aveva detto Alan Pardew riferendosi al suo Newcastle. In realtà è una frase che calza al pennello sul Liverpool, squadra ancora in cerca della propria identità e che, dopo quasi tre mesi di campionato, non ha ancora trovato certezze: nelle ultime tre partite, comprese Coppa e Champions, una vittoria (arrivata al 90°, contro lo Swansea), un pareggio (con l'Hull City) ed una sconfitta (contro il Real Madrid, in casa).
Qualche novità nelle formazioni che i due allenatori schierano in campo. Pardew opta per un 4-2-3-1 In difesa, al centro, Mike Williamson non ce la fa e lascia il posto a Steven Taylor (quindi Dummett rimane a sinistra, si era parlato di un suo slittamento al centro); a centrocampo vicino a Colback non appare Anita ma il giovane Abeid (Tioté è out); i tre trequartisti dietro le punte sono Obertan, Sissoko e Sammy Ameobi. Davanti troviamo Cisse (Ayoze, l'ex Tenerife, unico ricambio. Rivière a sorpresa si accomoda in tribuna). Nel Liverpool invece Glen Johnson vince il ballottaggio con Manquillo; al centro del campo Allen sfila una maglia da titolare ad Emre Can; i due trequartisti portano il nome di Coutinho (e non l'acquisto estivo Lallana) e Sterling; Balotelli unica punta.
Il Liverpool del Saint James's Park è probabilmente uno dei più brutti mai visti in questa stagione. Il gioco dei Reds è riassumibile in scambi di passaggi prevedibili e palle regalate agli avversari (ahia Lovren, quanti passaggi sbagliati per il centrale croato). Il Newcastle, paradossalmente, semina di più ma raccoglie di meno e non per demeriti propri: al 9° l'arbitro Marriner non assegna un rigore sacrosanto per i Magpies dopo un contatto in area fra Allen e Sissoko. Impallidisce più di una volta, Rodgers, a causa degli errori dei suoi: in una prima occasione, Mignolet esce malissimo su un colpo di testa di Cisse, in una seconda ancora il portiere belga si rende protagonista in senso negativo e Johnson ci mette una pezza salvando sulla linea. L'unica nota positiva di tutta la gara dei rossi sarà Mario Balotelli: sempre propositivo, pericoloso con le sue accelerazioni (due o tre buone) e con un'occasione nel secondo tempo, umile (e già, rileggetelo più volte perchè non è una parola che si accosta speso a Mario) tanto che il capitano gli lascia una punizione, mobile (nella seconda frazione di gara occupa un ruolo più basso, soprattutto dopo l'entrata di Borini e combatte su molti palloni).
Ma non possiamo oscurare il Newcastle usando la scusa della prova negativa dei Reds perché se i Magpies hanno vinto, tanto è dipeso da loro stessi, dalla forza di reagire al baratro in cui stavano sprofondando: al 56' Krul si immola e con una mano dice no al super colpo di testa di Coutinho. Poco dopo ancora Krul viene impegnato da un tiro di Balotelli. Tutte le azioni del Liverpool nascono (grazie ai piedi di Gerrard) e muoiono, però, lontano dall'area di rigore. Quelle del Newcastle, invece, nascono da manovre ben impostate e da furbi contropiedi o semplicemente dalla lucidità di una squadra che non ha più tanta pressione addosso: al 73' Alberto Moreno esita a spazzare (ma l'obiettivo estivo non era quello di rinforzare la difesa?), preso dal nervosismo del momento o forse dalla troppa leziosità e fa un regalo ad Ayoze che non rifiuta il dono e sigla l'1-0. Lezione non imparata dal Liverpool che esattamente tre minuti dopo sta per mettere firma al suo suicidio: passaggio all'indietro, Cabella intercetta, parte in contropiede affiancato da Ayoze, due contro uno, serie di passaggi tra i due giocatori del Newcastle e...conclusione di Cabella troppo centrale. Alzano gli occhi al cielo i giocatori del Liverpool. Vorrebbero fosse tutto finito, invece la Premier League è cominciata da poco. E la prossima settimana ci saranno Real e Chelsea da affrontare, i campioni d'Europa ed i candidati al titolo di Inghilterra, non proprio due squadre da diciassettesimo posto in classifica.
La classifica attuale: