Quando Rio Ferdinand faceva il suo debutto Arsene Wenger non era ancora arrivato a Londra, Sir Alex Ferguson era “solamente” a quota tre Premier League vinte ed il temibile Vinnie Jones ed il suo Wimbledon ancora terrorizzavano tutti gli avversari. Era maggio 1996 quando Harry Redknapp (si, proprio lui) faceva esordire l’allora diciassettenne Ferdinand nella gara West Ham - Sheffield Wednesday. Da quella partita sono passati oltre diciotto anni ed il cerchio si è chiuso dove si era aperto: proprio ad Upton Park Ferdinand ha celebrato la 500esima presenza in Premier League, anche se stavolta lo ha fatto da avversario degli Hammers, visto che adesso indossa la maglia del QPR.

Tagliare il traguardo delle 500 presenze porta Ferdinand in un club d’élite che comprende gente del calibro di Ryan Giggs (il primatista con 632), Frank Lampard, David “Calamity” James, Gary Speed, Gareth Barry, Emile Heskey, Jamie Carragher, Mark Schwarzer, Phil Neville e Sol Campbell.

GLI ESORDI – Nato e cresciuto nella zona sud di Londra, e precisamente nel difficile quartiere di Pechkam, il quindicenne Rio Ferdinand approda nell’Academy del West Ham nel 1992. In squadra con lui c’è anche un certo Frank Lampard ed i due saranno i fari della squadra Under-18 che raggiungerà la finale di FA Youth Cup nel 1996. Finale persa contro il Liverpool di Micheal Owen e Jamie Carragher. Sono anni in cui gli Hammers hanno un settore giovanile all’avanguardia e Joe Cole e Micheal Carrick seguiranno le orme dei loro colleghi “maggiori” un paio di stagioni dopo.

Ad Upton Park, una volta approdato in prima squadra, Ferdinand non se ne va più – eccetto una breve parentesi in prestito al Bournemounth. Nonostante la giovane età il ragazzo ha carisma, fisico e personalità, e già nel 1997 esordisce con la nazionale inglese. “Ero in panchina quando Gareth Southgate si infortunò. Entrai e mi trovai in campo affianco a giocatori come Gazza [Gascoigne], ” ricorda Rio Ferdinand in una intervista rilasciata a Jonathan Fadugba della rivista FourFourTwo aggiungendo che avrebbe potuto segnare se solo Gascoigne gli avesse reso la palla dopo un’azione personale. “Sarebbe stato incredibile” commenta adesso Ferdinand ripensando a quella serata.

Il nome di Ferdinand inizia a creare fermento. Glenn Hoddle lo convoca per i mondiali di Francia del 1998 mentre Ferguson vorrebbe portarselo a Manchester per rinforzare la difesa, ma alla fine è il Leeds nel 2000 a strapparlo alla concorrenza di tutta l’Inghilterra. All’epoca, i £18m finiti nelle casse del West Ham fanno di Ferdinand il più costoso difensore al mondo.

L’ ESPLOSIONE DEFINITIVA - A Leeds, Rio Ferdinand esplode definitivamente, specialmente a livello europeo in quanto i Peacocks riescono a raggiungere la semifinale di Champions League nel 2001. Il Leeds è una squadra dove talento ed estravaganza si accoppiano alla perfezione: Alan Smith, Robbie Keane, Robbie Fowler, gli australiani Harry Kewell e Mark Viduka, l’instancabile norvegese Eirik Bakke, il temibile (fuori e dentro del campo) Lee Bowyer, recordman di cartellini gialli in Premier League, e l’elegante difensore Jonathan Woodgate con il quale Ferdinand forma una delle coppie difensive più forti all’epoca. Ma l’avventura di Leeds dura lo spazio di due stagioni complice i problemi finanziari del club. Alla finestra, c’è sempre lui, Sir Alex Ferguson che dopo aver rimpiazzato Jaap Staam con il veterano Laurent Blanc è adesso alla ricerca di un nuovo marcantonio per comandare la difesa. Ferdinand costa al manager scozzese ben £29m ma sono soldi ben spesi perché i Red Devils vincono subito la Premier League.

TROFEI A RAFFICA – A parte l’Intertoto del 1999 conquistato con il West Ham, è all’Old Trafford che Rio Ferdinand inizia a vincere tutto quello che c’è da vincere : 6 Premier League, una Champions League, un Fifa World Cup per club, una FA Cup, 2 League Cup e 5 Community Shield. Con i Red Devils, Ferdinand ha avuto diversi partner: John O’Shea, Wes Brown, Mikael Silvestre e Gabriel Heinze si sono alternati al suo fianco nelle prime stagioni, ma è con l’arrivo di Nemanja Vidic nel gennaio 2006 che la difesa dello United diventa a tenuta stagna. Nella stagione 2007-08 la squadra di Ferguson non subisce gol in nessuna delle sei partite iniziali e a fine anno conquisterà sia la Premier League che la Champions League. Ferdinand non è solo uno dei difensori più costosi al mondo. E' anche uno dei più forti.

IL DECLINO - Da lì in poi però, il fisico inizierà a scricchiolare. Vari infortuni muscolari, un problema al ginocchio che lo tiene fuori dal Mondiale 2010 e tanti altri acciacchi. Nel 2012 non viene convocato per l’Europeo, decisione che in parte fu connessa con la presenza in squadra di John Terry, all’epoca accusato di aver offeso con frasi razziste Anton Ferdinand, fratello minore di Rio, in QPR-Chelsea. La vicenda lascerà numerosi strascichi e le relazioni con ex compagni di nazionale come Terry ed Ashley Cole non saranno più le stesse. Nella stagione 2012-13 l’ultimo sussulto, con un altro campionato vinto, poi la rapida parabola discendente. L’addio di Ferguson ha chiuso la porta ad un'era per certi versi irripetibile e con il manager scozzese se ne va anche la magia che aveva caratterizzato giocatori come Ferdinand, Vidic o Evra, protagonisti assoluti degli ultimi anni con Fergie al timone. Il processo di ricostruzione del Manchester United prevede l’obbligo di svecchiare e così Ferdinand, una volta il difensore più costoso al mondo, si ritrova senza squadra, libero di accasarsi con qualsiasi club a costo zero.

HARRY PARTE SECONDA – La chiamata da parte di Harry Redknapp, colui che lo lanciò nel calcio professionistica, e del suo neopromosso QPR non è tardata ad arrivare. Con i Rangers chiamati a soffrire e quindi con una difesa che sarebbe stata messa sotto torchio durante tutta la stagione, l’opzione Ferdinand a costo zero poteva essere visto un affare, ma in realtà si sta rivelando fin qui un buco nell’acqua. Non che a Ferdinand, a 35 anni, ci si aspettasse che potesse rincorrere e fermare gente come Di Maria o Hazard, naturalmente. Ma che almeno riuscisse a padroneggiare in area sui palloni alti, si. Invece il QPR prende gol in tutte le maniere, soprattutto sugli sviluppi di calci da fermo.

DIMENTICATOIO – Il record di Ferdinand è passato in secondo piano anche in Inghilterra. Qualche riga in qua ed in là, ma nessun titolo importante. Nemmeno il West Ham, la sua ex squadra ha avuto pietà per il figliol prodigo. Gli Hammers hanno castigato il QPR per 2-0, segno che la storia non aspetta nessuno, nemmeno i campioni. Il Ferdinand di una volta non esiste più e mai esisterà di nuovo ma quello che è stato fatto e scritto sul campo non può essere dimenticato. Anche se d’ora in poi il pubblico attuale preferirebbe rivederlo in tv per trasmissioni tipo Rio in Rio – girato in estate durante i mondiali in Brasile - che sbuffare al Loftus Road dopo l’ennesima sconfitta dei Rangers.