Non siamo certamente ai livello della batosta (6-0) della scorsa stagione, ma anche stavolta Chelsea ha surclassato l’Arsenal. Quest’anno la squadra di Jose Mourinho si è accontenta di un secco 2-0 ma la differenza fra le due squadre non sta tanto nei numeri quanto nell’atteggiamento in campo. I Blues hanno mantenuto il controllo della gara dal primo all’ultimo minuto, e gli ospiti hanno combinato ben poco, nonostante il maggior possesso palla (53% contro 47%) e la quantità di tiri verso la porta (10 contro i 5 del Chelsea). Peccato per i Gunners che il controllo del pallone non abbia portato nessun pericolo alla retroguardia del Chelsea e che dei 10 tiri scagliati verso Courtois prima, e Cech poi, nessuno abbia centrato lo specchio.
DUELLO FRA LE PANCHINE – Il primo tempo si è aperto all’insegna della tattica. Wenger aveva ordinato ai suoi di limitare gli spazi ed infatti in avvio di gara sia Chambers che Gibbs sono rimasti rigorosamente in posizione lasciando le iniziative offensive principalmente a Welbeck e Sanchez, il primo preso in mezzo nella morsa Cahill-Terry, mentre il cileno limitato da un imperioso Ivanovic. E l’unica volta che il serbo si è fatto trovare fuori posizione ci ha pensato Cahill ad abbattere Sanchez con un intervento che avrebbe potuto meritare il rosso, ma che ha portato solo all’ammonizione dell’ex Bolton. Wenger si è infuriato, Mourinho ha difeso la decisione arbitrale ed i due manager sono arrivati vicini alla colluttazione: c’è voluto un quarto uomo in versione “buttafuori” e l’intervento risolutore di Atkinson per calmare le acque.
IL MAGO BELGA – Con l’Arsenal ben chiuso difensivamente, ci pensa Hazard ad illuminare il match: il belga riceveva palla al limite, innestava la quinta ed effettuava uno slalom gigante dribblando tre giocatori dell’Arsenal prima di essere abbattuto da Koscielny. Rigore che lo stesso Hazard trasformava. Pochi minuti prima il Chelsea aveva perso Courtouis, rimasto infortunato dopo uno scontro con Sanchez. Il portiere aveva provato a rimanere in campo ma alla fine era stato costretto ad abdicare, lasciando il posto al veterano Cech.
STESSO COPIONE – L’Arsenal provava a prendere coraggio ma solo ad inizio ripresa si faceva pericoloso con Cazorla che dal limite calciava fuori di poco. Il Chelsea non correva nessun tipo di pericolo: per i Gunners era impossibile sfondare le due linee Blues. Il lato destro era un terreno invalicabile per chiunque tentasse di passare per lì, dove Ivanovic regnava padrone ed in mezzo Matic, Fabregas ed Oscar fornivano quantità e qualità a livelli industriali. Davanti Hazard e Diego Costa sembravano sonnecchiare, salvo svegliarsi improvvisamente. Al 57° il belga costringeva Flamini all’intervento in spaccata con la palla che scheggiava il palo mentre al 75° lo stesso Hazard sparava alto da buona posizione dopo un assist al bacio da parte di Diego Costa. Era il prologo del raddoppio: lancio millimetrico dell'ex di turno Fabregas per Diego Costa che si infilava fra Mertesacker e Koscielny ed a tu per tu con Szczesny non dava scampo al portiere polacco.
GUNNERS TRISTI – Per l’Arsenal è stata una gara da “vorrei ma non posso” e la fotografia della gara dei Gunners è stata scattata quando Ozil ha tentato di andar via ad Azpilicueta trascinandosi il pallone in fallo laterale. Wenger non è così riuscito a battere Mourinho nella loro dodicesima sfida (i due non si sono stretti la mano a fine gara, almeno non sul campo) e non ha potuto celebrare i suoi 18 anni sulla panchina dei Gunners. Il Chelsea ha dimostrato invece, semmai ci fosse stato bisogno, perché sono al comando con 5 punti sulla seconda e di quanto la squadra sia quadrata per arrivare fino in fondo. E’ troppo presto per emettere sentenze, ma questa Premier League sembra sempre di più indirizzata verso Stamford Bridge.