Terzo in classifica a -5 dal Chelsea, una sola sconfitta e tre scontri diretti già giocati in queste prime sei giornate - due pareggi con Chelsea ed Arsenal ed una vittoria col Liverpool. Da questi numeri è dura classificare la partenza del Manchester City come deludente, tuttavia c’è l’impressione che i Citizens, includendo anche la gara inaugurale di Champions League nel conto, avrebbero potuto sicuramente far meglio. Non che perdere a Monaco contro il Bayern (gol subito al 90°) sia una catastrofe, ma certamente una squadra creata con l’obbiettivo di vincere tutto quello che c’è sul piatto, Europa compresa quindi, doveva fare di più sul piano del gioco.

In Premier League poi, con il Chelsea in forma strepitosa, il City avrà il ruolo del cacciatore, con i Blues di Josè Mourinho in versione lepre. Sembra una situazione simile a quella affrontata da Roberto Mancini durante la stagione 2012-13, quando il City fresco di titolo fu costretto a rincorrere il Manchester United per tutta la stagione, sprecando energie e finendo poi secondo.

Comunque, è altrettanto vero che la squadra di Manuel Pellegrini ha mostrato buone cose in questo avvio ed il campionato è ancora lungo. Non tutto è da buttare, anzi. La scorsa stagione in Aprile, le speranze di vittoria erano minime ed alla fine invece arrivò il titolo di Premier League. C’è tempo quindi per rimontare e scrollarsi finalmente di dosso l’etichetta di “squadra costruita con i miliardi degli sceicchi ma priva di identità calcistica”.

COSA VA

Lampard è un acquisto azzeccato – Fra tutti gli acquisti estivi del City, quello di Frank Lampard sembrava portarsi dietro un grosso punto interrogativo. Invece l’ex capitano del Chelsea ha dimostrato che ancora può valere. Magari, a 36 anni, non avrà le gambe per garantire un impiego full-time, ma finora ha mostrato che quando conta, Lampard c’è. Il goal del pari contro il Chelsea è una rete che vale tantissimo nell’equilibrio del campionato, mentre la doppietta di League Cup contro lo Shieffield Wednesday ed il gol di Hull confermano che Lampard non ha perso il vizio del gol.

Milner ha di nuovo un ruolo da protagonista – Il futuro di James Milner con la maglia del City è sempre in bilico, visto che il giocatore – il cui contratto scade a fine stagione – non ha ancora deciso se rinnoverà o meno. Secondo quando riportato dal Mirror, Milner, a 28 anni, sta reclamando spazio e minuti e non vuole prolungare il contratto per poi passare la maggior parte del tempo in panchina. Tuttavia, il centrocampista ha risposto non solo con le parole, ma soprattutto con i fatti: migliore in campo contro il Chelsea e protagonista contro l’Hull, Milner è tornato di nuovo indispensabile. In un centrocampo a trazione anteriore come quello del City, il suo lavoro oscuro è importantissimo, così come la sagacia tattica di sdoppiarsi in centrocampista offensivo e mediano di contenimento quando necessario.

Il ballottaggio in porta può far bene, purché preso per il verso giusto– Dopo aver iniziato la stagione da titolare, Joe Hart si è trovato seduto in panchina per due gare a fila, con Willy Caballero scelto da Pellegrini per la gara di League Cup contro lo Shieffield Wednesday e quella di campionato contro l’Hull City. Il portiere argentino ha aumentato la concorrenza ad Hart, anche se il nazionale inglese rimane la prima scelta. “Joe Hart ha giocato otto gare in 32 giorni. E’ molto per un portiere,” ha dichiarato Pellegrini al Manchester Evening News. Il manager cileno ha inoltre aggiunto che con una rosa di 22, 23 giocatori la rotazione può solo apportare benefici alla squadra. Tuttavia Hart sembra essere di un’altra opinione, visto che il portiere ha detto che è difficile per lui vedere i benefici del non giocare, aggiungendo che naturalmente vorrebbe giocare tutte le gare ma è il manager che decide. Il rendimento di Hart è stato nell’occhio del ciclone per molto tempo per via di troppe papere, ma recentemente il portiere inglese è ritornato sui propri standard. Che sia merito proprio della concorrenza di Caballero?

Attacco cinico – Pur non brillando eccessivamente, Sergio Aguero ha già realizzato quattro reti in Premier League – solo Leonardo Ulloa (5) e Diego Costa (8) hanno fatto meglio. Segno che l’argentino è pur sempre una garanzia sotto porta, così come Edin Dzeko, a segno quattro volte nell’ultima settimana, fra coppa e campionato. Con David Silva che è una spina nel fianco di qualunque difesa avversaria e con Stevan Jovetic quasi pronto per il rientro (dopo l’ennesimo infortunio), l’attacco del City potrebbe tornare la solita machine gun.

COSA NON VA

Yaya Toure lontano dai giorni migliori – Sembra retorica, ma Yaya Toure non è lo stesso della passata stagione. In estate il suo nome era stato legato prima ad una telenovela riguardante una mancata torta di compleanno da parte del club, poi da speculazioni per un eventuale richiesta di cessione, infine per la tragedia della morte del fratello Ibrahim. In mezzo a tutto questo un mondiale anonimo. Tornato alla base, la stagione è iniziata al piccolo trotto per l’ivoriano. Speculazioni a parte, è adesso il suo rendimento a preoccupare. A 31 anni, Toure sembra avviato verso il declino atletic, e la forma, per il suo tipo di fisico e stile di gioco, è fondamentale per rendere al meglio. Qualcuno lo ha anche accusato di scarso impegno. Come Paul Scholes. “[Toure] sembra giocare con poco interesse e la sua carenza nella fase difensiva sta diventando un problema. Il suo compagno di squadra Fernandinho deve lavorare per due. Se vorranno coltivare qualche chance di passare agli ottavi di Champions League , devono schierare due mediani di contenimento piuttosto che uno. Manuel Pellegrini potrebbe sia lasciar fuori Toure o muoverlo in posizione avanzata. Toure sembra che stia passeggiando tranquillamente [in mezzo al campo].” L’ex centrocampista del Manchester United, adesso opinionista presso BT Sport ed ITV, non ci è andato leggero. Toure è chiamato ad una risposta. Sul campo.

Mangala ancora non dà garanzie – Arrivato dal Porto in estate per la modifica cifra di €40m Eliaquim Mangala ha fatto il proprio esordio in Premier League contro il Chelsea, stupendo tutti per il modo in cui è riuscito a limitare Diego Costa. Una prestazione superba a cui a fatto però seguito una disastrosa performance in casa dell’Hull City. Il ventitreenne nazionale francese ha segnato un clamoroso autogol e poi propiziato il rigore del momentaneo pari con un entrata scomposta e goffa. Due gare per passare da eroe a villano e capire che la Premier League non ammette distrazioni.

Pressione per la Champions League- Due titoli di Premier League possono essere certamente un ottimo punto di partenza ma è sottinteso che a questo City manca l’Europa. Negli anni scorsi non sono mai stati protagonisti fuori dai confini inglesi e questa pecca è stata una macchia nel curriculum di Roberto Mancini e della sua ottima avventura a Manchester. Pellegrini, non ha fatto molto meglio, centrando gli ottavi si, ma uscendo per mano di un non certo irresistibile Barcellona. Anche stavolta il compito non sarà facile. Il livello del Bayern Monaco – quello a cui aspirano di arrivare i Citizens – sembra ancora difficile da raggiungere e la Roma sarà un osso duro da battere. Un eventuale fallimento europeo potrebbe aumentare le pressioni verso Pellegrini ed i giocatori.