Le città di Southampton e Newcastle sono situate una all’estremo sud e l’altra nel nord-est dell’Inghilterra. Andata e ritorno, fanno 664 miglia e 11 ore abbondanti di viaggio. Una bella sfacchinata. Farsela di sabato, per andare a vedere la propria squadra giocare è sinonimo di passione ed attaccamento ai colori. Peccato che poi la tua squadra, in questo caso il Newcastle, ne esca sconfitta con un umiliante 4-0, l’ennesima batosta di un periodo più che grigio per i Toons.

Il magro bottino conquistato fin qui – due punti – ha riaperto di nuovo la spaccatura fra tifosi e Alan Pardew. Anzi, ad essere più esatti, l’ha allargata di nuovo, visto che i rapporti fra le due parti non sono stati molti amichevoli, specie in tempi recenti. Il malcontento dei supporters si è manifestato in molte forme: dalla nascita di pagine web fino ai numerosi striscioni, l’ultimo dei quali, esposto dalla Toon Army, che ha creato momenti di tensione a Southampton, con l’assistente di Pardew, John Carves, che ha avuto un alterco con la tifoseria nel pre-partita.

Alan Pardew, il cui contratto scado nel 2020 (!), sembra essere la vittima sacrificale di tutto questo. Dopo aver portato il Newcastle al quinto posto nella stagione 2011-12, risultato che gli fece conseguire il premio di “Manager of the Year” della Premier League, il manager londinese si è imbarcato in stagioni altalenanti e per certi versi anonime, ed allo stato attuale delle cose sembra essere lui il primo a pagare, in caso di ulteriori passi falsi. Secondo quanto riportato dal Guardian nei giorni scorsi, il proprietario del club Mike Ashley non pare molto interessato a licenziare Pardew, tuttavia il clima più che agitato che si respira a Newcastle potrebbe forzarlo a prendere delle decisioni. Specie se la squadra dovesse continuare a perdere.

“Ho parlato con Mike [Ashley], domenica abbiamo avuto una lunga chiacchierata ed ovviamente era deluso per la prestazione, ed in qualità di proprietario ne ha tutto il diritto, “ ha dichiarato Pardew in conferenza stampa, aggiungendo che l’obbiettivo principale è quello di ottenere i tre punti contro l’Hull City e che è ben consapevole, così come i giocatori, dell’ambiente caldo che li attenderà.

Ambiente caldo? Secondo quanto riportato dal sito Sackpardew.com i tifosi avrebbero già preparato 30000 (!) fogli A4 con scritto "Sack Pardew" più un centinaio di striscioni, il tutto da tirar fuori e far tenere in bella mostra durante il quinto minuto sabato prossimo al St.James Park, a simboleggiare le sole cinque vittorie ottenute dal Newcastle nell’anno solare 2014.

I momenti peggiori dell’era Pardew

Vi sono tanti momenti classificati come “dark-days” della gestione Pardew, ma indubbiamente i derby persi contro il Sunderland sono fra le sconfitte peggio digerite dai tifosi. Come quello dell’aprile 2013, vinto dai Black Cats per 3-0 e passato alla storia per l’esultanza sfrenata di Paolo Di Canio. I tifosi del Newcastle, per sfogare la propria rabbia, ebbero una colluttazione con le forze dell’ordine ed uno di loro prese addirittura a pugni un cavallo della polizia.

Tra i momenti bui ci va di diritto anche lo 0-6 casalingo con cui il Liverpool passeggiò sul Newcastle, fissando un nuovo record: la peggior sconfitta casalinga dal 1925. Oppure il 5-0 del White Hart Lane contro il Tottenham o le varie sconfitte di FA Cup, dalla batosta di Stevenage (3-1) nel dicembre 2011 fino alla sconfitta casalinga (1-2) ad opera del Cardiff lo scorso gennaio. Ma la lista è quasi infinita: solamente nella parte finale della scorsa stagione il Newcastle le ha buscate at St. James Park dal Sunderland (0-3), Tottenham (0-4), Everton (0-3) e Manchester United (0-4). Al tutto va aggiunta anche la squalifica di ben sette giornate ad Alan Pardew per aver colpito David Meyler dell’Hull City con una testata.

Ma è Pardew l’unico colpevole?

Spesso un cambio alla guida porta una scossa che viene recepita in forma di risultati a favore. Ma non sempre è così. In casa Newcastle i problemi sono abbastanza complicati che potrebbero non risolversi solamente con un nuovo manager, fermo restando che il sostituto di Pardew possa apportare quel qualcosa in più che l’allenatore londinese oramai non è più in grado di dare.

Innanzitutto c’è da capire il ruolo del proprietario del club, il magnate inglese Mike Ashley , che recentemente ha dichiarato che il club non è in vendita, almeno fino al 2016. Ashley, proprietario della prestigiosa catena di articoli sportivi Sport Direct, si è interessato recentemente all’acquisto di quote societarie dei Rangers di Glasgow della quale attualmente possiede il 4.5%. Il tutto sembra essere un perfetto veicolo per avviare affari in Scozia ma proprio la natura da “businessman” di Ashley ed una certa distanza dal lato tecnico lo fanno colpevole quanto Pardew delle recenti disgrazie dei Toons.

Ashley ha poi lasciato l’area tecnica in mano al suo fido Graham Carr, responsabile per gli acquisti, e non a Pardew. Carr ha nel suo curriculum eccellenti affari come Cabaye (comprato a £4m e venduto a £20) e Debuchy (comprato a £5.5m e venduto a £12m) ma ovviamente il calcio non è contabilità ed quello che si guadagna sul conto bancario lo si perde poi in qualità sul campo. Al tifoso piace che la squadra non sia indebitata, ma allo stesso tempo vuole risultati e divertimento.

Per questo la panchina del Newcastle, in caso di cambio alla guida, avrà pochi pretendenti. I soliti nomi (i vari Pulis, Makay, Lennon, Moyes, etc. già sono emersi nei tabloid come possibili pretendenti alla panchina dei Toons) potrebbero non essere attirati affatto dalla situazione generale e dall’aria che si respira nel club. Anche il fatto che la società potrebbe essere posta in vendita nel 2016 dà una dimensione di quanto possa mancare un serio progetto alle spalle. E se alla fine rimasse Pardew? Ai posteri l’ardua sentenza.