L’Arsenal ha imparato a soffrire?
Dopo aver vinto contro il Crystal Palace segnando nel recupero, l’Arsenal si è ripetuto al Goodison Park, acciuffando un insperato pari in casa dell’ Everton. Gli uomini di Wenger erano stati disastrosi nel primo tempo e l’esperimento di Alexis Sanchez centravanti è stato mestamente bocciato dal campo. Molto meglio nella ripresa, con Giroud che ha rivitalizzato l’attacco, segnando il gol del pari al 90’. L’altro goal? Di Aaron Ramsey, of course.
Courtois ha già ripagato la scelta di Mourinho
La decisione di mettere in panchina Petr Cech non deve essere stata facile da prendere. “Il problema non è la qualità,” ha dichiarato Mourinho ai microfoni alla trasmissione televisiva Match of the Day. “Petr [Cech] è un fantastico portiere, ma il ragazzo [Courtois] ha 22 anni,” ha aggiunto il manager portoghese, “e ho dovuto prendere la migliore decisione per la squadra”. Il portiere belga, finalista in Champions League e vincitore della Liga con l’Atletico Madrid, ha già dimostrato il proprio valore in terra inglese: contro il Leicester, con il punteggio ancora sullo 0-0, ha compiuto due interventi decisivi che hanno permesso al Chelsea di stare in partita, prima del 2-0 finale da parte dei Blues.
Un altro calo nel finale pagato dall’Everton a caro prezzo
Lo scorso anno l’Everton stracciò l’Arsenal per 3-0 e quest’anno la partita sembrava incanalata sugli stessi binari, con il doppio vantaggio dei Toffees nel primo tempo. Ma stavolta l’esito è stato diverso. L’Arsenal è rientrato in partita nei minuti finali, agguantando addirittura il pari. Una batosta per l’Everton che aveva dominato in lungo e largo per almeno 80 minuti. Un’altra vittoria gettata al vento nel finale, come contro il Leicester. Da sei possibili punti in classifica (e primo posto), a soli due raccolti. Punti che Martinez non si può permettere di lasciare per strada.
Leicester: Guai a sprecare le occasioni
Quando giochi in campi come Stamford Bridge ogni errore viene pagato a caro prezzo. Contro il Chelsea, il Leicester ha giocato una buona gara e l’occasione capitata a metà ripresa sui piedi di Nugent poteva essere quella decisiva a rompere l’equilibrio in campo. Il giocatore dei Leicester, a tu per tu con Courtois, ha invece sciupato la palla del possibile vantaggio e come diretta conseguenza, il Chelsea ha segnato pochi minuti dopo. Non è certo lo Stamford Bridge il campo dove il Leicester sognava di prender punti, ma il messaggio è chiaro: le occasioni vanno prese al volo, guai a sprecarle.
Liverpool ancora lontano dal “next step”
Tanto possesso palla, ma al momento opportuno nessuno in grado di sfondare il muro eretto da Kompany e soci. Al Liverpool è mancata l’imprevedibilità in avanti – primi controeffetti della cessione di Luiz Suarez? – e questo potrebbe spiegare l’acquisto di Balotelli. La difesa inoltre ha dimostrato di essere prone agli errori, cosa vista e rivista la scorsa stagione. Lovren e Moreno hanno alternato cose buone ad errori grossolani - i tre gol sono nati sul centro-sinistra, la loro zona – ed anche Jonhson ha dimostrato di essere fuori condizione. Rodgers ha ancora molto da lavorare per portare il Liverpool ad un livello di competitività simile a quello offerto dal City.
Jovetic la ciliegina sulla torta di Pellegrini
Una prova di forza impressionate quella offerta dai Citizens contro il Liverpool. In difficoltà nel primo tempo, dove i Reds hanno tenuto maggiormente il pallone, il City ha però punito gli avversari alla prime vere due occasioni concesse. Successivamente è stato Aguero ha sigillare la vittoria firmando il tris. Il punteggio di 3-0 –diventato poi 3-1 nel finale – era peró ingannevole, visto che in realtà la squadra di Pellegrini non aveva dominato in lungo e largo, ma era riuscita a colpire al momento giusto. E lo ha fatto mostrando un incredibile solidità e soprattutto facendo vedere a tutti quanto la rosa attuale sia ricca di alternative di qualità. Jovetic è stata la piacevole riscoperta di questo inizio di stagione. Se riuscirà a stare lontano dall’infermeria, il montenegrino potrebbe essere l’arma letale dei Citizens.
Oltre alla difesa, c’è anche l’attacco dello United a preoccupare Van Gaal
La precarietà della difesa dello United oramai è roba risaputa e probabilmente non basterà l’arrivo di Rojo a riequilibrare il reparto. L’argentino è buon difensore, ma ha poca esperienza internazionale e non è certo uno di quei leader che si fanno sentire e a cui basta uno sguardo per essere seguito dai compagni. Tuttavia, a Sunderland si è accesa un’altra spia: quella dell’attacco. Mata-Rooney-Van Persie è un tridente che in molti vorrebbero avere, ma contro i Black Cats, l’attacco dello United è sembrato abulico. RVP è ancora fuori condizione, Rooney non ha mai tirato in porta e Mata, oltre al gol, si è visto solo a tratti.
Sunderland: Due punti persi, o uno guadagnato?
Rammarico o soddisfazione? Poyet è sembrato senza dubbio contento dell’ 1-1 con il Manchester United ed a fine gara ha espresso parole di elogio verso Vito Mannone, autore, nei minuti finali, di un’uscita kamikaze con la quale è riuscito a fermare Young lanciato a rete. Comunque rimane la netta impressione che se il Sunderland avesse osato di più avrebbe potuto portare a casa i tre punti, esattamente come è riuscito a fare lo Swansea la scorsa settimana.
Sta finalmente terminando il supplizio di Lamela?
Da acquisti inutili a tenori in grado di produrre musica per palati fini. Chadli, Eriksen, Capoue e Lamela sono saliti, a piena ragione, sul carro dei vincitori dopo il roboante 4-0 rifilato dal Tottenham al QPR. Chadli ha segnato una doppietta, Capoue è stato eccellente nel ruolo di mediano davanti alla difesa mentre Eriksen e Lamela hanno mostrato tutte le proprie virtù tecniche. L’argentino è stato impressionante non solo in fase offensiva ma ha mostrato volontà nell’andare in pressing ed aiutare la squadra anche in fase di non possesso ed è riuscito a rifarsi dopo la prova opaca offerta ad Upton Park contro il West Ham. Riscattarsi in pieno non sarà facile, ma gare come questa sono segnali che fanno ben presagire.
L’attacco del West Ham rivitalizzato dalla mano di Sheringham?
Per i detrattori di Sam Allardyce, le statistiche della scorsa stagione erano una specie di Codice da Vinci che giustificava il loro scarso apprezzamento verso il tecnico del West Ham. Gli Hammers erano la ventesima (su venti) squadra per numero di tiri in porta, la diciannovesima per percentuale di possesso palla e la diciottesima per percentuale di passaggi effettuati correttamente. In compenso, figuravano al primo posto per il numero di lanci lunghi. Impressionante. Nella gara contro il Crystal Palace si è visto invece un altro West Ham: Noble, Zarate, Vaz Te hanno maggiormente fraseggiato palla a terra ed anche la difesa ha ricorso raramente al lancio in verticale. E’ presto per dire che Big Sam abbia rinunciato alla praticità in favore dell’estetica, ma l’arrivo di Teddy Sheringham (147 gol per lui in carriera in Premier League e dallo scorso Maggio incaricato di curare la fase offensiva degli Hammers) potrebbe aver influito a questo cambio di tendenza.