Tempo di derby sulle rive del Tamigi. Arsenal e Tottenham si affrontano nel North London Derby, big match del terzo turno di FA Cup. E’ la sesta volta che i due club si scontrano nella storia della competizione calcistica più antica al mondo. I Gunners, capolisti di Premier, conducono per 3 vittorie a 2 sugli Spurs, sesti e reduci dall’impresa di Old Trafford, dove il New Year’s Day hanno battuto il Manchester United per 2-1. Un derby in una coppa ad eliminazione diretta: niente di più difficile da quotare per i bookmakers. In campionato le due squadre si sono già incontrate il 1° settembre all’Emirates Stadium, quando a spuntarla furono i padroni di casa grazie al gol di Giroud, ma il futuro è tutto da scrivere.

Rispetto alla sofferta vittoria interna col Cardiff City, Wenger cambia 4/11: il manager concede riposo a Szczesny, Mertesacker, Flamini e Podolski. Un giocatore per reparto. Al loro posto Fabianski, Vermaelen, Rosicky e Gnabry. Per il Tottenham un solo cambio rispetto all’undici iniziale di mercoledì, con il franco-algerino ’94 Bentaleb per Capoue, sulla linea mediana. Per il 19enne esordio dal primo minuto con la maglia dei Lilywhites, dopo 3 presenze da subentrato in Premier. In ogni caso, poco spazio alle seconde linee da una parte e dall’altra: i due manager vogliono vincere a ogni costo.

PRIMO TEMPO - Il primo cenno è per i fischi che per tutto il match accompagneranno Adebayor, a ogni pallone toccato. Non è razzismo: sono la paura e il risentimento dei tifosi dei Gunners per il togolese, fuggito nel 2009 verso i danarosi lidi della Manchester Blu, e passato nel 2011 proprio ai rivali cittadini del Tottenham. Tanto per peggiorare la situazione, vien da dire. Nei primi 10 minuti le due squadre lasciano le grandi occasioni in freezer, anche se sono gli ospiti a farsi apprezzare per un atteggiamento più aggressivo. E così al 9’ un rimpallo favorisce Eriksen, che arriva a tu per tu con Fabianski. Il danese non incrocia il mancino, mira il primo palo e colpisce il piede sinistro del portiere polacco da posizione favorevolissima. Esterno della rete e angolo per gli Spurs. Tre minuti più tardi il contropiede architettato da Gnabry giunge a Walcott che incrocia in corsa dai 25 metri, Lloris deve distendersi per evitare il goal. Ancora Walcott al 15’ sfiora l’incrocio dopo una leggera deviazione. Le lancette non fanno in tempo a fare un giro completo che anche Gnabry prova a bucare la porta difesa da Lloris. L’Arsenal gioca come sempre, sfruttando la qualità e la rapidità delle due linee più avanzate, grazie alle quali tesse trame e fiammate improvvise che gli Spurs faticano a contenere. Al 18’ il belga Vermaelen stende il connazionale Dembélé e si becca il giallo, la seguente punizione di Eriksen è troppo alta.

Il Tottenham esce lentamente di partita. Cazorla va vicino al vantaggio con un tiro arrotato dal limite dell’area, dopo un bell’uno-due con Rosicky. Al minuto 25 il gioco tutto di prima dell’Arsenal regala a Walcott un duello facile con Lloris (anche se c’è un fuorigioco non fischiato sull’ultimo passaggio), ma l’inglese non è mai stato un bomber sotto porta e non lo diventa nell’occasione. Alla mezz’ora l’Arsenal passa meritatamente in vantaggio con Santi Cazorla: Sagna serve dalle retrovie Gnabry, che fa filtrare il pallone sulla sinistra verso il piccolo spagnolo. Swing perfetto di prima col mancino, Lloris è spiazzato e l’Emirates esplode, 1-0. Da quel momento fino al termine del primo tempo i Gunners mantengono il pallino del gioco e costruiscono belle azioni, ma meno incisive delle precedenti. Wilshere e Dembélé si scambiano carezze poche amichevoli in mezzo al campo, Clattenburg li richiama e li ammonisce solo verbalmente. Il Tottenham ha una sola vera opportunità per pareggiare: capita sul destro di Soldado, ma il diagonale radente dal limite dell’area è largo. La prima frazione di gioco si chiude dopo un minuto di recupero.

Walcott, mentre esce in barella per infortunio, ricorda ai tifosi Spurs il punteggio

SECONDO TEMPO – Vermaelen resta negli spogliatoi, al fischio d’inizio della ripresa al centro della difesa c’è Mertesacker. Questo il primo cambio del match. Al 54’ altro diagonale largo di Soldado, dopo un’azione costruita in maniera rugbistica dal Tottenham. Splendido aggancio al volo del temuto Adebayor, sul cross dalla destra di Lennon al 56’. Il togolese si libera del diretto marcatore ma scivola e non riesce a concludere verso Fabianski. Applausi ironici e risate da parte dei sostenitori dei Gunners. Il match è molto piacevole, le due formazioni non si risparmiano e la cornice vibrante dell’Emirates rende da cardiopalma ogni azione. Scocca l’ora di gioco e l’Arsenal può aumentare il vantaggio: pregevole filtrante per Walcott, l’ala salta Lloris ma perde il passo e spara sull’esterno della rete il 2-0. Al 62’ si concretizza il raddoppio, con l’erroraccio di Danny Rose, che da ultimo uomo si fa soffiare il possesso della sfera sulla linea di metà campo da Rosicky. Il ceco si fa tutto il campo in solitaria, prima di superare morbidamente Lloris in uscita disperata. Nel marasma successivo al gol, tra il godimento dei tifosi di casa e la disperazione stampata sui volti di Rose e compagni, quasi non ci si accorge dell’uscita dal campo di Soldado; entra Chadli.

Il Tottenham prova a scuotersi come può, con Dembélé che tira tra le braccia di Fabianski. Due contatti sospetti Walker-Monreal, uno in ciascuna area, vengono giudicati innocui da Clattenburg, che non vede nulla in entrambi i casi. Al 71’ Wenger intravede l’obiettivo e toglie Wilshere, uno dei migliori, per inserire l’interditore Flamini. Standing ovation per il giovane inglese. Quattro minuti più tardi tocca ad Arteta lasciare il posto a Ozil, che sembra aver risolto i problemi alla spalla che l’hanno tenuto ai box negli ultimi tempi. Gli Spurs sembrano aver mollato la presa, Walcott fa l’egoista e sfiora il palo e il 3-0. Proprio Theo si fa male all’80’, costringendo l’Arsenal a giocare in 10 l’ultimo tratto di gara. Tensione sui volti in panchina e sugli spalti, entra la barella. Sospiro di sollievo quando Walcott, uscendo, “sfotte” i rivali di sempre mostrando le due dita di una mano e il pugno chiuso nell’altra, dimostrando di star benissimo e ricordando a tutti gli spettatori il punteggio della partita. Nel finale gli ospiti aumentano improvvisamente la pressione nel tentativo di riaprire il match, ma l‘energia rimasta è poca e gli sforzi si spengono contro la muraglia biancorosso. Anzi, è l’Arsenal a sfiorare il terzo gol al 90’. Rimessa laterale lunga per Gnabry che riceve centralmente, l’assist sulla sinistra è perfetto per l’accorrente Ozil, che col mancino costringe Lloris a un intervento made in Lourdes. Cinque minuti al Tottenham non bastano per farne nemmeno uno, ai sedicesimi ci va meritamente l’Arsenal: finisce 2-0.