Se puoi sognarlo, puoi farlo. Una delle frasi migliori del papà di Topolino (un certo Walt Disney), sembra essere cucita su misura per indicare il futuro dell'Arsenal. Anche perchè il presente sembra ancora incerto. Nonostante il primo posto in classifica e nonostante l'ennesima vittoria cotro il Cardiff, arrivata allo scadere e dopo un primo tempo giocato a ritmi decisamente bassi, gli uomini di Wenger sembrano avere il fiato corto. Soprattutto davanti ad un Cardiff in grosse difficoltà, quasi mai incisivo nelle ripartenze.

Un Arsenal davvero lento, boring durante la prima frazione, orfano delle sponde di Giroud e delle giocate di Ozil: le uniche opportunità sono arrivate dai piedi di Wilshere. Nel secondo tempo si è visto qualcosa di buono, anche se i molti errori nell'area avversaria sono stati sintomo più della poca lucidità che della sfortuna. C'è anche il campanello dall'allarme che arriva dall'infermeria: da domani si deve iniziare a pensare al mercato e a ritoccare una rosa pronta a rilanciarsi dopo anni di digiuno. Qualche acquisto mirato sarebbe l'arma ideale per affrontare e non sfigurare nelle tre competizioni dove si è ancora in corsa.

PRIMO TEMPO – Primi minuti di gioco a ritmi blandi per i 22 in campo, sicuramente impegnati nel recuperare la forma fisica, intaccata dai festeggiamenti della scorsa notte. Al 13' arriva il primo squillo dei Gunners: Wilshere pesca con un cross dalla trequarti Walcott, ma il numero 14 non inquadra lo specchio della porta. Al 18' i padroni di casa sembrano tenere in mano le redini del gioco:ancora Wilshere appoggia un gran pallone a Cazorla. Lo spagnolo prova la botta di prima intenzione, non trovando però la porta difesa da Marshall. Dopo pochi minuti proteste vibranti da parte degli uomini di Wenger. Il numero 10 biancorosso cerca la percussione in area e viene agganciato da Turner: il tocco sembra esserci per tutti, tranne che per Moss. L'Arsenal spinta dal proprio pubblico ci prova subito dopo con Walcott che da l'illusione del gol: tiro che colpisce l'esterno della rete. Alla mezz'ora si fanno vedere in avanti anche gli ospiti, con Mutch che si fa però ipnotizzare dal numero 1 'polacco, che di piede devia il diagonale diretto in rete. I londinesi ci provano nel quarto d'ora finale, ma le sortite offensive si infrangono sul muro costruito dai gallesi: troppo vanitosi Podolski e compagni, che sembrano voler entrare in porta con il pallone. Dopo 3' di recupero, l'unica vera emozione rimane il coro incessante degli spettatori dell'Emirates Stadium.

SECONDO TEMPO – Parte fortissimo l'Arsenal nella seconda metà di gara sfiorando subito il vantaggio con Sagna: il destro del numero 3 esce di poco sopra la traversa. Al 52' insistono gli uomini di Wenger che si rendono di nuovo pericolosi: prima Podolski si fa deviare il sinistro rasoterra, poi Mertesacker non riesce a dare potenza alla girata dentro l'area dopo una serie di rimpalli. Passano dieci minuti, ma le sortite offensive continuano a non avere esito positivo: i biancorossi arrivati nei sedici metri non provano a calciare e forzano sempre la giocata. Viene scelta sempre la situazione meno consona al momento. Mentre lo storico orologio segna un'ora di gioco, i padroni di casa rischiano addirittura di subire gol: la difesa pasticcia e Campbell ci prova, trovando però un ottimo Szczesny che devia in angolo. Il pericolo scongiurato serve da sveglia all'Arsenal: Wilshere con una serie di dribbling manda in bambola la difesa gallese e lascia partire un sinistro violentissimo che colpisce il palo esterno. La pressione aumenta e il pubblico dell'Emirates per altre due volte è costretto a strozzare in gola l'urlo di gioia: Mertesacker in entrambi i casi svetta più in alto di tutti, ma il colpo di testa sfiora la destra di Marshall.

Al 71' continua il monologo Arsenal, con il destro di Cazorla facilmente bloccato a causa della deviazione di Caulker. Passano 3' e su punizione ravvicinata, Walcott sfiora l'incrocio dei pali. Si fa vedere anche il Cardiff nella metà campo avversaria: Kim ci prova dalla distanza con un tiro sballato che finisce in tribuna. I Bluebirds trovano coraggio e ci riprovano con Caulker: il centrale di difesa dimostra di non essere un attaccante con una conclusione scoordinata. Gli ultimi minuti di gioco confermano il dominio dell'Arsenal e l'area di rigore gallese viene messa sotto assedio: Rosicky spunta dal nulla e scarica a rete, esaltando Marshall che compie un intervento miracoloso.

Ci provano anche Koscielny e il solito Walcott, ma la porta avversaria sembra stringersi sempre di più con il passare dei minuti.All' 88' tutti gli sforzi dei Gunners si concretizzano: Monreal con un cross delizioso trova la testa di Sagna, ma Marshall compie l'ennesimo intervento. Sulla respinta Bendtner arriva a doppia velocità e scarica in rete. 1-0 grazie alla conclusione del danese, che è costretto anche ad abbandonare il campo a causa di un infortunio. Passano pochi minuti e per i tifosi biancorossi è di nuovo il momento di festeggiare: Rosicky serve Wilshere che di prima intenzione trova in corsa Walcott. Tocco sotto delizioso da parte del numero 14 e partita chiusa. Prima del fischio finale, Caulker rischia di finire sul tabellino dei marcatori, ma Sczesny si supera chiudendo la porta in faccia al numero 4 del Cardiff. Terminano i 5' di recupero e l'arbitro Moss fischia la fine del match.

Brividi di paura o di freddo? Rimane questo il dubbio dei quarantimila dell'Emirates che hanno incitato la squadra fino alla conquista dei tre punti. Abbiamo assistito ad un Arsenal poco concreto e troppo prevedibile rispetto alle ultime uscite.Bisogno di tirare il fiato o semplice complesso di inferiorità nei confronti della posizione occupata? C'è poco tempo per poter porsi domande e dubbi amletici: Sabato c'è l'esordio in FA Cup contro gli Spurs: un North London Derby che promette scintille e che ci saprà dire se i Gunners possono veramente sognare. Passi il fato, che soprattutto nel calcio ci mette lo zampino, ma in molti casi ognuno è arteficie del proprio destino. Bisogna saper imparare dai propri errori, soprattutto in Premier League.