"Non è tempo per inutili eroismi, non è giusto rischiare conseguenze più gravi dopo un simile scontro in campo. E' irresponsabile e sconsiderato lasciar proseguire la partita ad un giocatore, un essere umano, che pochi istanti prima aveva subito un terribile scontro che ha interessato la testa e provocato secondi di incoscienza". Questo in breve il riassunto del messaggio chiaro, diretto e senza "se" o "ma" della Headway, brain injury association, che si occupa dell'informazione e dell'assistenza al recupero da incidenti che hanno interessato la zona del capo. Come riportato dal Mirror e dallo stesso sito ufficiale dell'associazione nata nel 1979 grazie al contributo di Sir Neville Butterworth e diventata "charity" nel 1980.
Dopo lo scontro tra il portiere del Tottenham Hugo Lloris e l'attaccante dell'Everton Romelu Lukaku, l'estremo difensore è rimasto a terra in stato confusionale con il volto riverso sul prato per diverso tempo prima di ripredere e decidere lui stesso di continuare a giocare. La gravità dell'accaduto trova conferme nelle parole del tecnico portoghese Villas Boas che ha affermato come Lloris non riuscisse in alcun modo a capire dove si trovasse in quel momento. Pericoloso e irresponsabile secondo la Headway lasciarlo in campo vista l'impossibilità dello staff tecnico di capire effettivamente quanto grave fosse la situazione. "Continuando a giocare il giocatore è andato incontro a rischi maggiori. L'unica cosa da fare era impedirgli di tornare tra i pali e portarlo immediatamente all'ospedale più vicino per ulteriori accertamenti". Questo è una parte della nota apparsa su headway.org, che ribadisce la scelta sbagliata del Tottenham. Inoltre, stando ad un documento ufficiale reso noto lo scorso novembre 2012 a Zurigo durante una Conferenza ufficiale per episodi simili, emerge come uno sportivo, in seguito a colpi cosi gravi e pericolosi, debba assolutamente lasciare il terreno di gioco, e addirittura rimanere fuori per almeno tre settimane per scongiurare conseguenze non immediatamente diagnosticabili. Villas Boas ha sottolineato la voglia e la determinazione del francese di restare a difendere la porta della sua squadra, definendo "eroico" la sua scelta. Antico e sconsiderato a detta della Headway la concezione che uno sportivo venga definito coraggioso a rischiare la propria vita.
La risposta sponda Tottenham è arrivata da Wayne Diesel, medico della società londinese, che ha dichiarato:" Dopo i primi accertamenti abbiamo appurato che il giocatore era in buone condizioni e che poteva tranquillamente proseguire". Identica la posizione di Villas Boas:" Friedel era pronto ad entrare, però Hugo è parso deciso a proseguire e ha mostrato grande forza e personalità. Per questo abbiamo deciso di non richiamarlo". Paradossalemente nello scontro è parso rimetterci maggiormente Lukaku che ha lasciato il campo al compagno di squadra Jelavic. Intanto la battaglia dialettica su situazioni limite come questa sembra dover proseguire ancora a lungo non solo in Inghilterra. L'incolumità nello sport deve essere una priorità e l'autorità di allenatori e medici non dovrebbe in alcun modo superare la volontà di un giocatore, per quanto "eroico", di proseguire quando di mezzo c'è la cosa più cara al mondo. La salute.