A Firenze lo chiamavano “Jo-jo”, poi “Il bua” e infine “Il traditore”. Stevan Jovetic è stato tutto questo per la Fiorentina, il baby-fenomeno, il giocatore sempre infortunato, e quello che voleva per forza andar via. Il tutto prima del suo passaggio al Manchester City, un trasferimento che aveva fatto contenti tutti. I viola cercavano una società che spendesse 30 milioni per l’attaccante montenegrino, che spingeva a sua volta per andare ai rivali della Juventus. Dall’altro lato i Citizens coronavano un inseguimento che durava da oltre un anno, da quando cioè gli emissari del club mancuniano erano sbarcati a Firenze con 50 milioni per Nastasic e Jovetic, ed erano tornati in Inghilterra con il difensore serbo e 25 milioni ancora nella valigetta. Non sempre ad un lungo inseguimento riuscito consegue una grande soddisfazione, e questo è un esempio da manuale. Fino ad oggi infatti l’esperienza di Jovetic al City è stata un disastro.
Pochissime presenze, una gara da titolare in Premier League, nessun minuto in Champions, due gol in Coppa nella goleada al Wigan. Nel mezzo tanti piccoli problemi fisici, ma anche una costatazione: nella rosa del Manchester City c’è poco spazio per uno come Jovetic. E non è un semplice problema di infortuni, perché in una squadra che conta fra i suoi giocatori offensivi campioni come Negredo e Aguero (15 gol in due fino ad ora), ma anche Dzeko, Nasri, Silva, Navas e Yaya Tourè, per citare solo i più importanti, quasi chiunque avrebbe difficoltà a trovare spazio. L’impressione è che il montenegrino abbia fatto il passo più lungo della gamba, è che non sia ancora pronto per una squadra del genere, e forse neanche per la Premier League. Al momento Jovetic conta poco più di 90 minuti nel massimo campionato inglese, che lo rendono il giocatore di movimento meno utilizzato da Pellegrini dopo John Guidetti.
L’ennesimo infortunio rimediato contro il Newcastle, il secondo in due mesi, arriva a rendere ancora più in salita la strada dell’ex ragazzo prodigio. Jovetic ha perso così l’occasione datagli da Pellegrini, che l’aveva schierato titolare in Coppa, ma anche quella di partire con la squadra per la sfida al Norwich. Non solo, ma il problema al polpaccio fa riaffiorare i dubbi su un fisico robusto, ma anche fragile. Non a caso il soprannome “il bua” e le polemiche sulla sua soglia di dolore, che lo tiene fuori spesso e volentieri. Una critica che il diretto interessato ha sempre rispedito al mittente: “Per la Fiorentina ho giocato anche infortunato”, disse al momento dell’addio a Firenze.
Stevan si può comunque consolare: prima o poi tornerà in campo, e in una squadra che gioca quattro competizioni ed ha voluto investire quasi 30 milioni su di lui, troverà il suo spazio. A quel punto starà a lui dimostrare che la scelta di confrontarsi con Aguero e Dzeko non è stata troppo avventata. “Sono arrivato con due settimane di ritardo rispetto ai miei nuovi compagni –ha spiegato il montenegrino tre settimane fa, interpellato sul suo inizio faticoso- e mentre loro già giocavano io ho passato il tempo a lavorare in palestra. Contro l’Inghilterra ho dimostrato però di essere in buona forma e ora ho solo bisogno di giocare con continuità per ritrovare la condizione fisica migliore, ma non sono preoccupato”. Ogni settimana che passa la strada sembra sempre più impervia, e Jovetic rischia sempre di più di finire nella lista dei giocatori grandi nelle piccole squadre, ma piccoli nelle grandi.
La sua avventura in Inghilterra è ancora all’inizio, ma se dovesse fallire, per l’attaccante slavo potrebbero riaprirsi le porte della Serie A. Ad un prezzo più accessibile non mancherebbero le società disposte a credere in lui. Non a caso prima del passaggio al Manchester City si erano fatte avanti Roma, Milan e soprattutto Juventus. Ma di qui alla prima finestra di mercato mancano ancora due mesi, e comunque difficilmente Pellegrini si libererà di Jo-jo prima ancora di averlo visto all’opera con continuità.