Prima della pausa della prossima settimana per via del doppio impegno della nazionale tedesca nei match di qualificazione per Brasile 2014 con Austria e Isole Far Oer, la 4a giornata di Bundesliga oltre al pareggio già acquisito tra Friburgo e Bayern Monaco, fa registrare la vittoria dello Schalke 04 nella sfida contro il Bayer Leverkusen, il crollo del Mainz a Hannover e gli importanti successi del Wolfsburg sull' Hertha Berlino, del Borussia Mönchengladbach e della sorpresa Augsburg che conquista bottino pieno a Norimberga.
Borussia Mönchengladbach - Werder Brema 4 - 1
Arango (B) 36', Raffael B (53'), Nordtveit (B) [a] 69', M. Kruse (B) 74', Hermann (B) 85'
Borussia Mönchengladbach (4-4-2): ter Stegen; Jantschke, Stranzl, Dominguez, Daems; Hermann (Hrgota, 86′), Kramer, Xhaka (Nordtveit, 61'), Arango (Wendt, 89'); Raffael, Kruse. All. Favre
Werder Brema (4-4-2): Mielitz; Fritz, Prödl, Caldirola, Gebre Selassie; Junuzovic (Yildirim, 86'), Makiadi, F. Kroos; Elia (Di Santo, 30′), Petersen (Arnautovic, 68'), Hunt. All. Dutt
Da quando è stato affidato a Robin Dutt il Werder Brema è profondamente cambiato, segnando e incassando poco, al contrario della squadra spregiudicata che conoscevamo con Schaaf alla guida, però contro il Borussia Mönchengladbach in cerca di punti e conferme è sembrato di rivedere un po' quel Werder lì, soprattutto nel secondo tempo.
La scelta di schierare un minaccioso 4-3-3 da parte di Dutt entra da subito in esplicita contraddizione con quella di non mettere in campo dai primi minuti Ekici, centrocampista dalla propensione offensiva che aveva fatto bene nei due primi match di campionato.
Notevole il lavoro del tecnico di origine indiana che cerca di ricostruire la squadra di Brema mettendo ordine tra i reparti e nel gioco, cercando di compattare le linee tenendole il più vicine possibile. Il Werder ha un gioco ancora faticoso, non fluido e trova difficoltà nel crearsi gli spazi anche perché il Borussia è sempre pronto alla chiusura e blocca subito a centrocampo qualsiasi iniziativa degli avversari. Grande organizzazione di gioco e grande calma da parte dell'undici di Favre. Il Werder si limita a difendere molto bene, e non è poca cosa.
Arango stringe spesso al centro e scambia la posizione con Raffael. Entrambi si fanno spesso trovare tra le linee e fungono da punto di riferimento per la manovra offensiva del Mönchengladbach. Il Werder invece trova il solito muro a fermare le iniziative dal centrocampo in su e risulta molto più pericoloso nei calci piazzati.
Nell'unico errore difensivo del Werder Brema con la difesa troppo alta e ferma, Arango in sospetta posizione di fuorigioco va a siglare il gol del vantaggio al 36'. La reazione del Werder non è molto convincente limitandosi ad alzare il ritmo e fare più pressione.
Nel secondo tempo cambia poco con il Borussia più vicino al 2-0 di quanto non sia il Werder all'1-1. E infatti secondo gol che arriva con Raffael su tiro ribattuto da Mielitz.
A quel punto Favre chiede più controllo e più possesso palla ai suoi. Il gol che riapre momentaneamente la partita è una sfortunata autorete di Nordtveit (subentrato a Xhaka) su palla inattiva. C'è però poca convinzione e poca precisione nelle azioni del Werder, e soprattutto troppo spazio a disposizione per le ripartenze di un Borussia letale in contropiede, prima con Kruse al 74' e poi neanche 10 min. dopo con lo stesso Kruse che ruba palla e lancia Hermann indisturbato verso il 4-1. Bene il M'gladbach a cui serve solo continuità e ancora tanto lavoro per Dutt.
Hannover - Mainz 05 4 - 1
N. Müller (M) 12', Diouf (H) 31', Sobiech (H) 37', Ya Konan (H) 80', Prib (H) 82'
Hannover (4-4-2): Zieler; Sakai, Marcelo, Sane, Pocognoli; Stindl, Andreasen, Hoffmann (Bittencourt, 46'), Prib; Diouf (Schulz, 85′), Sobiech (Ya Konan, 70′). All. Slomka
Mainz 05 (4-2-3-1): H. Müller; Pospech, Svensson, Noveski, Park; Geis, Baumgartlinger (Choupo-Moting, 46'), Zimling (Parker, 68'), Moritz (Polter, 81′); Okazaki, N. Müller. All. Tuchel
Spegne le sue 40 candeline senza sorrisi Tuchel che incontra la sua prima sconfitta in campionato ad opera di un agguerrito Hannover, altro club in cerca di continuità che dopo l'importante vittoria ottenuta la scorsa settimana contro lo Schalke 04 s'impone d'autorità segnandone addirittura quattro a un Mainz forse un po' troppo innamorato di se stesso in quest'occasione. Eppure le cose erano cominciate bene con la squadra di Tuchel sempre molto organizzata, attenta e pericolosa e con un Nicolai Müller dal gol molto facile che non si fa pregare e da una delle consuete verticalizzazioni, in prima battuta fermata da Sane, approfitta per siglare il vantaggio.
In un primo momento l'Hannover sembra incapace di reagire perché la manovra è macchinosa e il Mainz chiude ogni spazio, poi riparte, attacca, verticalizza e si rende di nuovo pericoloso con Okazaki che però non riesce a trovare il 2-0.
La tattica dell'Hannover allora diventa più grossolana ma anche più efficace sfruttando frequenti traversoni per la testa dei due arieti Diouf e Sobiech. Proprio da questo schema arriva prima il gol del pareggio di Diouf e poi quasi in fotocopia il gol del vantaggio di Sobiech. La reazione di un incredulo Mainz non si fa comunque attendere ma Okazaki spara alto di fronte a Zieler.
L'Hannover, forte del vantaggio, cresce in autorità nella ripresa alzando il pressing e non concedendo nemmeno un millimetro di campo agli avversari. Il Mainz mostra di andare in grande difficoltà se pressato ma continua a macinare il suo gioco e Ziemling fallisce a colpo sicuro davanti a Zieler. Sembra l'ultimo rassegnato tentativo di un Mainz che, sorpreso dal ritmo e dalla determinazione dell'Hannover, non ha saputo trovare soluzioni efficaci, e infatti a 10 min. dalla fine arrivano due punti esclamativi su un match definitivamente chiuso, quelli di Ya Konan subentrato a Sobiech, e Prib. Punteggio francamente troppo pesante per un Mainz che ha provato a riacciuffare una partita che stava fuggendo via, ma non è stato schiacciato dagli avversari.
Wolfsburg - Hertha Berlino 2 - 0
Olic [r] 42', Diego 47'
Wolfsburg (4-2-3-1): Benaglio; Träsch, Naldo, Knoche, Rodriguez; Koo (Schäfer, 87′), Polak (Klose, 81'); Vieirinha, Diego, Perisic (Medojevic, 74′); Olic. All. Hecking
Hertha Berlino (4-2-3-1): Kraft; Pekarik, Langkamp, Brooks, Schulz; Lustenberger, Hosogai; Allagui (Ronny, 63′), Baumjohann (Kluge, 87'), Ben-Hatira (Wagner, 63′); Ramos. All. Luhukay
Altra squadra decisamente alla ricerca di punti, gioco e continuità il Wolsfburg di Hecking, condizionato da un inizio di stagione a dir poco problematico, causato anche da un mercato non all'altezza ma ripresosi con l'ultimo grande colpo, Luiz Gustavo, che oltre ad aver restituito fiducia all'ambiente ha senza dubbio contribuito a rendere la compagine biancoverde più solida e sicura e anche in sua assenza (squalifica per espulsione nell'ultima gara di campionato col Mainz) è riuscita ad avere la meglio su un avversario temibile come l'Hertha Berlino, provocandogli la prima sconfitta stagionale.
Dopo un'autentica battaglia a centrocampo con buoni ritmi ma tasso di pericolosità da entrambe le parti vicino al grado zero, ci ha pensato il redivivo Ivica Olic, in aperta polemica con la tifoseria del Wolfsburg, a zittire la Wolkswagen Arena correggendo in rete un tiro dalla lunga distanza di Naldo. Neanche il tempo di reagire che Diego viene atterrato in area da Brooks per il penalty realizzato dallo stesso brasiliano nel recupero del primo tempo.
Nella ripresa la gara rimane corretta ma il ritmo non riesce mai a decollare e un Hertha nervoso, impreciso, insolitamente disunito e piuttosto rassegnato non riesce a recuperare il doppio svantaggio che grava su un match oramai compromesso. È un Hertha quasi irriconoscibile, incapace anche con l'ingresso di un giocatore di gran movimento come Ronny, di creare gioco anche in virtù di un Wolfsburg galvanizzato dal vantaggio alla ricerca della terza segnatura. Battuta d'arresto inattesa per Luhukay sulla quale riflettere, soprattutto perché per una volta l'Hertha, che finora ha sempre dimostrato grande vitalità e personalità, non è stato all'altezza.
Norimberga - Augsburg 0 - 1
Vogt 84'
Norimberga (4-2-3-1): Schäfer; Feulner, Nilsson, Pogatetz, Pinola; Balitsch, Stark; Mak (Chandler, 84'), Kiyotake (Plattenhardt, 80'), Drmic (Esswein, 65′); Ginczek. All. Wiesinger
Augsburg (4-1-4-1): Hitz; Verhaegh, Callsen-Bracker, Klavan, Ostrzolek (de Jong, 46'); Baier; Hahn, Moravek (Werner, 61′), Altintop, Holzhauser (Vogt, 81′); Mölders. All. Weinzierl
Weinzierl va tranquillo per la sua strada e non cambia di una virgola né sistema di gioco, presentando il suo classico 4-1-4-1 né interpreti del suo calcio fatto di densità a centrocampo e ripartenze micidiali, e dopo aver vinto d'autorità contro una squadra in enorme difficoltà ma pur sempre titolata come lo Stoccarda, comincia a mietere vittime nel suo percorso, e anche una compagine solida e robusta come il Norimberga alla fine deve capitolare contro la determinazione di questo Augsburg in netta crescita.
Nella giornata delle sorprese in Bundesliga non poteva mancare infatti questa caduta casalinga della squadra allenata da Wiesinger, che ha sì prodotto gioco ma non tanto da impensierire la rocciosa difesa dell'Augsburg. Partita decisamente non condita da finezze tecniche, molto maschia e molto spezzettata. Il direttore di gara Michael Weiner ha faticato non poco a tener calmi gli animi e alla fine dei 90 min. la lista dei cattivi ha enumerato 8 cartellini gialli e l'espulsione di Pinola che poi ha condizionato il finale di gara con gli ospiti capaci di trovare il bottino grosso con un gol rocambolesco di Vogt all'84'.
Nel frattempo arriva Hasebe dal Wolfsburg a consolare un po' i tifosi del Norimberga.
Amburgo - Eintracht Braunschweig 4 - 0
van der Vaart 7', Zoua 17', Calhanoglu 80', Calhanoglu 91'
Amburgo (4-4-2): Adler; Diekmeier, Djourou (Sobiech, 72'), Westermann, Lam; Arslan, Badelj (Rincon, 30'), Jiracek, van der Vaart (Calhanoglu, 79′); Zoua, Beister (Jiracek, 90′); Rudnevs. All. Fink
Eintracht Braunschweig (4-3-3): Davari; Kessel, Bicakcic, Dogan, Reichel; Bellarabi, Kratz, Theuerkauf (Boland, 64′), Hochscheidt (Oherl, 64'), Vrancic; Kumbela, Jackson. All. Lieberknecht
In un momento cruciale della stagione per non dire drammatico, benché all'inizio della stessa, l'Amburgo pesca il jolly Eintracht Braunschweig, la squadra a conti fatti meno attrezzata della Bundesliga, Brutto a dirsi ma il Braunschweig prima e la pausa della nazionale poi, capitano come la divina Provvidenza in casa amburghese dove, grazie a una vittoria conquistata con facilità contro un avversario incapace di opporre resistenza (eppure aveva iniziato con più coraggio e sfrontatezza la stagione la squadra guidata da Lieberknecht), si può ricostruire la fiducia intorno a Fink e intorno a un ambiente che nelle ultime settimane aveva perso molta credibilità. In seguito alla cessione di Aogo si possono riordinare le idee anche a livello tattico, con un Jiracek che contro l'Eintracht ha fatto davvero la differenza. Un risultato così rotondo e ineccepibile non ha ridonato solo fiducia ma ha fatto ritrovare gioco, sicurezza, autostima. Van der Vaart ha dimostrato ancora una volta che quando è in palla lui, gira tutta la squadra, ma si sono ritrovati anche due centravanti sui quali Fink ha sempre mostrato di puntare molto, Zoua e Cahlanoglu, e che però avevano fatto vedere davvero poco sia in pre-season che in questo inizio di campionato. Sarebbe una bella cosa in termini di competitività aver ritrovato un grande club come l'Amburgo.
Schalke 04 - Bayer Leverkusen 2 - 0
Höger 30', Farfan 83'
Schalke 04 (4-2-3-1): Hildebrand; Uchida, Santana, Höwedes, Aogo; Höger (Jones, 78'), Neustädter; Farfan (Goretzka, 88′), Boateng (Clemens, 84'), Draxler; Szalai. All. Keller
Bayer Leverkusen (4-3-3): Leno; Donati, Toprak, Spahic, Boenisch; Bender, Reinartz (Can, 80'), Castro (Hegeler, 66′); Sam (R. Kruse, 71'), Kiessling, Son . All. Hyypiä
I nuovi acquisti Dennis Aogo e Kevin Prince Boateng vengono buttati nella mischia di un match molto difficile sulla carta per dare una scossa alla squadra, necessariamente bisognosa di ritrovare, ritmo, velocità e soprattutto quella verve che lo Schalke sembra non esserci più rendendo il gruppo guidato da Jens Keller irriconoscibile. L'impatto dell'ex Amburgo e dell'ex milanista invece è immediatamente riscontrabile con uno Schalke pimpante e aggressivo fin dai primissimi minuti. Il Bayer Leverkusen finora a punteggio, pieno e non casualmente, cerca da subito di arginare la frenesia dei Royal Blues, rinvigoriti anche da una sospirata qualificazione in Champions League contro il Paok Salonicco, mostrando al solito un gioco organizzato e verticale. L'ex Borussia Mönchengladbach Neustädter sembra finalmente l'uomo giusto a fungere da collante tra i reparti, Draxler viene riportato sulla sinistra offensiva, zona dove forse a conti fatti ha reso di più, e Boateng trequartista a ridosso di Szalai punta centrale (essendo Huntelaar ancora infortunato).
C'è poco da fare, Boateng o no (e occorre considerare l'affaticamento fisico di un giocatore impiegato in un match ad elevata intensità agonistica nel mercoledì con il PSV e lo sbalestramento psicologico dopo un trasferimento lampo), lo Schalke ha un altro passo mostrando quella ritrovata pericolosità di un tempo e allo scoccare esatto della mezz'ora trasforma in oro una punizione calciata da Aogo per la deviazione di Höger. Boateng è già nel vivo del gioco dello Schalke e nel cuore dei tifosi.
Il Bayer prova a fare gioco ma lo Schalke ha quel quid che gli fa ingranare una marcia in più per rendersi più pericoloso del Leverkusen, e solo un miracolo di Leno evita il gol d'esordio a Boateng. Alla fine, a partita ancora in bilico, il Bayer tenta di acciuffare il pareggio, sfruttando la corsia di destra con Donati e Sam (poi Robbie Kruse), ma scopre il fianco alle micidiali ripartenze dei Knappen che con l'inesauribile Farfan colpiscono inesorabilmente all'83' procurandosi un rigore realizzato dallo stesso peruviano, mettendo così in ghiaccio la vittoria.
Giunge anche la prima sconfitta per Hyypiä in un duello tra grandi con il Bayer che deve meditare e soprattutto scrollarsi di dosso la nomea di "eterna incompiuta". Molto bene invece a Gelsenkirchen con una vittoria scacciacrisi e un ambiente notevolmente rinfrancato dai nuovi acqusti.