La 2a giornata di Bundesliga, dopo l'impegno della nazionale in amichevole con il Paraguay, si è condensata quasi per intero nel pomeriggio di sabato 17 agosto. La cosa abbastanza singolare è che non ha registrato pareggi mentre ha evidenziato due sonore quanto inattese sconfitte di Schalke 04 e Amburgo ad opera rispettivamente di Wolfsburg e Hoffenheim. Continua invece la marcia, seppur più faticosa del previsto, di Bayer Leverkusen e Bayern Monaco che vincono di misura a Stoccarda e Francoforte. Molto bene Mainz e Borussia Mönchengladbach, e anche il Werder Brema tiene il passo. Oggi gli ultimi due match Norimberga - Hertha Berlino e Borussia Dortmund - Eintracht Braunschweig.
Stoccarda - Bayer Leverkusen 0 - 1
Schwaab (S) [a] 42'
Stoccarda (3-4-3): Ulreich; Rüdiger, Schwaab, Molinaro; Sakai (Werner, 77), Gentner, Boka (Leitner, 46'), Rausch (Cacau, 46'); Harnik, Ibisevic, Traore. All. Labbadia
Bayer Leverkusen (4-3-3): Leno; Donati, Toprak, Spahic, Boenisch; Bender (Rolfes, 46′), Reinartz, Castro; Sam , Kiessling (Wollscheid, 82'), Son (Hegeler, 71'). All. Hyypiä
Il problema di Tasci al menisco costringe Labbadia a ripensare al suo schieramento tipo, così lo Stoccarda presenta un inedito 3-4-3 con Rüdiger, Schwaab e Molinaro centrali difensivi, Sakai avanzato a centrocampo e spostato sulla corsia di destra e con un tridente offensivo. È un assetto che però ha non poche difficoltà a creare gioco mentre il Leverkusen, ormai collaudato nel suo 4-3-3 risulta sempre più determinato e incisivo. Con i tre davanti che fanno molto movimento il Bayer è una macchina estremamente fluida alla quale bastano pochi passaggi per ritrovarsi in proiezione offensiva, Sam al 22' va vicinissimo al gol ma colpisce solo il palo. La soluzione più efficace per scardinare la difesa dello Stoccarda, che va in difficoltà sui ritmi alti del Leverkusen, la trova quasi sempre Boenisch che spinge tantissimo sulla fascia sinistra, approfittando di un Sakai non proprio a suo agio su quel settore e in quella posizione. Da una delle sue tante scorribande si genera sul finale del primo tempo infatti l'azione dell'autogol dell'ex Scwaab. Traoré e Ibisevic tengono in apprensione la porta di Leno ma lo Stoccarda fa sempre fatica a costruire una manovra unitaria: o si trova a rubar palla a centrocampo oppure si affida a lanci lunghi e nella ripresa, con l'ingresso di Leitner al posto di Boka cerca di mettere ordine al proprio gioco. Traoré è sempre il più attivo là davanti ma avrebbe bisogno di più supporto. Il Bayer incomincia ad arretrare il proprio raggio d'azione e a difendere il risultato, ma nel finale soffre più del dovuto le iniziative di uno Stoccarda che a testa bassa cerca a tutti i costi un pareggio che però non arriva.
Eintracht Francoforte - Bayern Monaco 0 - 1
Mandzukic 13'
Eintracht Francoforte (4-4-2): Trapp; Schröck, Zambrano, Anderson, Oczipka; Aigner, Schwegler (Celozzi, 78'), Rode (Rosenthal, 71'), Inui (Lakic, 78'); Flum, Meier. All. Veh
Bayern Monaco (4-1-4-1): Neuer; Lahm, Boateng, Dante, Alaba; Schweinsteiger; Müller (Robben, 74'), Shaqiri (Thiago Alcantara, 65'), Kroos (Rafinha, 88′), Ribéry; Mandzukic. All. Guardiola
L'Eintracht Francoforte deve assolutamente riprendersi dall'esordio shock contro l'Hertha Berlino e il Bayern non è certo la squadra più congeniale da incontrare. Veh riassesta la difesa togliendo Jung e Russ e inserendo al loro posto Schröck e il brasiliano Anderson. Guardiola invece recupera Schweinsteiger (non aveva giocato in amichevole col Paraguay nella nazionale tedesca) e mette Müller sulla destra al posto di Robben inserendo Shaqiri a centrocampo e Mandzukic al solito come punta di riferimento. È un Eintracht decisamente più attento rispetto a quello visto a Berlino. Pressa alto e si colloca tutto dietro rispetto alla linea della palla. Il Bayern naturalmente fa tanto possesso palla tentando poi accelerazioni improvvise sulla verticale di sinistra per sorprendere l'arrocco francofortese, ma è dalla destra, su assist precisissimo di Müller per un Mandzukic lasciato troppo solo che arriva il gol. Siamo a nemmeno un quarto d'ora dall'inizio ma l'inerzia della partita non cambia con il Bayern ad avere sempre il pallino del gioco e l'Eintracht pronto a sfruttare gli errori, visto che il Bayern è tutt'altro che impeccabile e oltretutto tiene la difesa altissima, sempre coinvolta nelle azioni offensive. Nel secondo tempo il copione rimane il medesimo con il Bayern che fa la partita e l'Eintracht che però attua un pressing più insistito cercando di chiudere tutti gli spazi possibili e approfittando del minimo errore dei bavaresi. L'Eintracht è più motivato e Aigner, Inui e Schröck si danno un gran da fare per tentare qualche sortita, ma l'offensiva del Francoforte è sempre troppo isolata e il Bayern ha buon gioco in difesa. L'Eintracht ha il merito di rimanere in partita e far prendere qualche spauracchio con il subentrato Lakic sul finale. Un Bayern poco cinico che non sfrutta le occasioni che crea riesce però a portare a casa tre punti importanti in un match che nonostante il dominio a centrocampo non è stato certo una passeggiata di salute.
Borussia Mönchengladbach - Hannover 3 - 0
Kruse 20', Kramer 53', Daems [r] 66'
Borussia Mönchengladbach (4-4-2): ter Stegen; Jantschke, Stranzl, Dominguez, Daems; Hermann (Hrgota, 89′), Kramer, Xhaka (Nordtveit, 84'), Arango (Younes, 77′); Raffael, Kruse. All. Favre
Hannover (4-2-3-1): Zieler; Sakai, Marcelo (Haggui, 76'), Sane, Pocognoli; Andreasen, Stindl; Bittencourt (Sobiech, 46′), Prib (Hoffmann, 57′), Huszti; Diouf. All. Slomka
A trovarsi di fronte sono i due club che nella scorsa stagione di Bundesliga si sono piazzati rispettivamente all'ottavo e nono posto, due squadre molto solide e compatte e dalla propensione dichiaratamente offensiva. Il Borussia viene dalla sconfitta contro il Bayern in cui però ha mostrato segnali molto positivi, l'Hannover ha avuto ragione di un Wolfsburg decimato. Il Mönchengladbach inizia la partita imprimendo un buon ritmo, l'Hannover è attento nel chiudere gli spazi. L'unico modo che ha il Borussia per tentare di aprire un assetto ermetico come quello dell'Hannover è quello di velocizzare le azioni. La nuova coppia d'attacco Raffael-Kruse funziona benissimo in questo senso e al 20° min. il M'gladbach è già in vantaggio con Kruse su una di queste azioni in velocità di Raffael. L'Hannover cerca a sua volta di alzare il ritmo ma il Borussia è in totale controllo della partita. Argina, chiude, riparte. Nella ripresa l'Hannover cerca di serrare ulteriormente il ritmo cercando di mostrarsi più aggressivo ma inevitabilmente allunga la squadra e si espone alle ripartenze del Borussia, capace di bloccare qualsiasi iniziativa dell'Hannover dal centrocampo in su. Da una ripartenza nasce il primo gol di Kramer in Bundesliga per il doppio vantaggio del Mönchengladbach. Slomka non riesce a trovare soluzioni opportune, nemmeno con cambi adeguati, se non quella di continuare a spingere per cercare di rientrare in partita, ma scopre il fianco ancora una volta alle offensive di un ottimo Borussia che su azione di contropiede trova un rigore al 66' trasformato dal capitano Daems per il definitivo 3-0. Gara perfetta da parte degli uomini di Favre e Hannover con meccanismi da ricalibrare nel dialogo tra centrocampo e reparto offensivo, specialmente nelle trasferte.
Wolfsburg - Schalke 04 4 - 0
Knoche 55', Vieirinha 61', Naldo 67', Kutschke 91'
Wolfsburg (4-2-3-1): Benaglio; Träsch, Naldo, Knoche, Rodriguez; Koo, Luiz Gustavo (Polak, 76'); Vieirinha, Diego, Perisic (Kutschke, 86'); Olic (Schäfer, 81′). All. Hecking
Schalke 04 (4-2-3-1): Hildebrand; Uchida, Santana, Höwedes, Fuchs; Höger, Jones; Farfan (Meyer, 73'), Draxler, Clemens (Pukki, 63'); Huntelaar (Szalai, 46'). All. Keller
Perso Sio (destinazione Basilea) e preso Luiz Gustavo dal Bayern Monaco, è un guadagno incommensurabile che fa viaggiare finalmente il Wolfsburg sulle ali dell'entusiasmo, anche se ci vogliono tutti i 45 minuti del primo tempo per cambiare marcia. Ma già dalla prima frazione di gioco s'intuiscono le intenzioni di un Wolfsburg nettamente trasformato: più ordinato a centrocampo, più attento in difesa e assolutamente più incisivo nel reparto offensivo, grazie allo stato di forma di un ispiratissimo Diego, tornato trequartista a tempo pieno, e alla presenza del sempre efficace Perisic. Nello Schalke al contrario non funziona niente, ma proprio niente. Oltre le stelle della squadra tutte assolutamente spente, a non brillare è una difesa disattenta e malposizionata capace di prendere 3 gol su palla inattiva, con Jens Keller già costretto a correre ai ripari per riassestare una squadra potenzialmente mostruosa ma abulica, inconcludente e distratta all'atto pratico.
Werder Brema - Augsburg 1 - 0
Ekici 22'
Werder Brema (3-4-3): Mielitz; Prödl, Lukimya, Caldirola (Ignjovski, 84'); Gebre Selassie, Makiadi, Ekici (F. Kroos, 67'), Junuzovic; ; Petersen, Hunt, Elia (Yildirim, 72′). All. Dutt
Augsburg (4-1-4-1): Amsif; Verhaegh (Philp, 83'), Callsen-Bracker, Klavan, Ostrzolek; Baier; Hahn, Moravek, Altintop (Werner, 70′), Holzhauser (Bobadilla, 57′); Molders. All. Weinzierl
Al Werder Brema è andata bene nella 1a giornata contro l'Eintracht Braunschweig neo-promossa, va bene alzando ancora un po' l'asticella con l'Augsburg, vincendo ancora per 1-0. Naturalmente è attesa al varco di Dortmund nel serale di venerdì 23 agosto. Però la squadra di Dutt che vincente ma ovviamente non convinto dalla partita disputata a Braunschweig, ha cambiato modulo affidandosi a un 3-4-3 sempre molto offensivo ma più equilibrato sia in difesa che, soprattutto, a centrocampo. Infatti è un Werder molto più fluido nell'impostare la manovra e decisamente più incisivo e concreto in fase di finalizzazione. Un fuorigioco inesistente chiamato a Hunt impedisce al Brema di portarsi sul 2-0 e il risultato del match rimane sempre in bilico poiché l'Augsburg pur non avendo la qualità del Werder, rimane in partita e crea pericoli alla porta di Mielitz anche se il nuovo acquisto fresco di settimana Bobadilla non riesce ancora a far compiere un salto di qualità. Tuttavia è un Werder che con le piccole riesce a sfangarla e con questo nuovo assetto con la linea difensiva a tre (bravo Caldirola, uno dei migliori in campo) e il centrocampo a quattro Dutt sembra possa aver trovato anche una soluzione adeguata al suo gioco.
Friburgo - Mainz 05 1 - 2
Zimling (M) 64', N. Müller (M) 68', Freis (F) 71'
Friburgo (4-4-2): Baumann; Mujdza (Günter, 72′), Diagne, Ginter, Sorg; Schmid, Schuster, Fernandes, Freis; Hanke (Kerk, 87′), Guede (Mehmedi, 72′). All. Streich
Mainz (4-4-2): H. Müller; Pospech, Svensson (Bungert, 50′), Noveski, Park; Geis, Baumgartlinger, Zimling (Malli, 69'), Okazaki; N. Müller, Moritz (Choupo-Moting, 62′). All. Tuchel
Il Friburgo dopo la sconfitta nella gara d'esordio contro il Bayer Leverkusen vuole rifarsi immediatamente per non perdere punti importanti già dalle prime battute del campionato mostrando un atteggiamento subito aggressivo. Il Mainz nei primi 20 minuti sembra sopraffatto dal gioco del Friburgo anche perché fatica un po' a ritrovarsi nel 4-4-2 pensato da Tuchel per l'occasione. Il primo a uscire dall'impasse però è Okazaki che deraglia l'iniziativa del Mainz tutta sulla sua fascia di competenza procurando non poche preoccupazioni alla difesa avversaria. Il Friburgo evidenzia i soliti problemi di gioco a centrocampo e di scollatura tra i reparti, così il Mainz prende piano piano campo e redini della partita. Anche la difesa friburghese comincia a fare acqua e a perdersi gli inserimenti dei centrocampisti del Mainz che con un uno-due micidiale (grazie ancora a un Nicolai Müller devastante) mette al sicuro le sorti di un match che il Friburgo riesce istantaneamente a riaprire col gol di Fries ma è incapace di riequilibrare a causa della miglior organizzazione di gioco da parte degli uomini di Tuchel, che conquistano altri 3 punti preziosi.
Amburgo - Hoffenheim 5 - 1
R. Firmino (H) 5', van der Vaart (A) [r] 44', Volland (H) 50', Modeste (H) 67', Modeste (H) 74', R. Firmino (H) 77'
Amburgo (4-2-3-1): Adler; Diekmeier, Sobiech, Westermann, Jansen (Aogo, 76′); Badelj (Rudnevs, 63′), Arslan; Beister, van der Vaart (Jracek, 84'), Zoua; Calhanoglu. All. Fink
Hoffenheim (4-2-3-1): Casteels; Beck, Abraham, Vestergaard, Johnson; Polanski, Salihovic (Strobl, 62′); Volland (Herdling, 83'), Firmino, Elyounoussi; Modeste (Schipplock, 80′). All. Gisdol
Continua il momento magico dell'Hoffenheim di Gisdol e quello tragico dell'Amburgo di Fink, il quale dopo la battaglia contro lo Schalke 04 della 1a giornata sembrava aver ritrovato coraggio, in seguito alla brutta pre-season, e equilibri di gioco. E invece l'Hoffenheim, diventata sempre più compagine consapevole dei suoi mezzi, notevolmente aumentati con il rinforzo di Modeste in attacco, mette in evidenza tutti i limiti di un Amburgo che gioca ancora con troppa sufficienza e poca convinzione, anche se il primo tempo tutto sommato sembra reggere quell'onda d'urto dalla quale nella ripresa verrà totalmente spazzato via. C'è poco da fare, un Amburgo così concepito mostra di essere troppo van der Vaart-dipendente, e se non gira lui (trasformazione del rigore del momentaneo pareggio e quasi assente dal match), non gira tutta la squadra con Calhanoglu troppo isolato davanti e Zoua ancora non inserito perfettamente nei meccanismi di squadra, per un risultato finale che, a prescindere dal fattore casalingo, suona come un'umiliazione per gli amburghesi.