La sfida dai sapori lontani tra Bayern Monaco e Borussia Mönchengladbach, che riecheggia il clamore di antiche glorie quando negli anni '70 entrambi i club dominavano gli scenari germanici ed europei, ha inaugurato ufficialmente la 51a stagione di Bundesliga. Dopo la cerimonia d'apertura e il discorso di Reinhard Rauball, fresco di rinnovata nomina alla presidenza della federcalcio tedesca, subissato dagli inevitabili fischi del pubblico dell' Allianz Arena (sono noti i trascorsi di Rauball in qualità di presidente del Borussia Dortmund), le due compagini hanno dato vita a un match di grande intensità vinto dai bavaresi con un Mönchengladbach tenace che non ha comunque demeritato.
Inutile dire che c'era tanta attesa per questa partita d'esordio del Bayern Monaco già a partire dallo schieramento che Guardiola avrebbe utilizzato, dopo aver steccato il primissimo appuntamento con il grande slam in occasione della Supercoppa di Germania persa contro gli eterni rivali del Dortmund. Il tecnico catalano premia Schweinsteiger, eletto giocatore dell'anno, collocandolo davanti alla difesa in quello che in questo Bayern ancora work in progress sta divenendo sempre più modulo di riferimento, un 4-1-4-1 pronto a tramutarsi istantaneamente in 4-3-3 in fase di possesso palla con Mandzukic punta di riferimento centrale. Prima novità non annunciata l'assenza di Thiago Alcantara che non figura neanche tra le riserve. Risentimento muscolare dell'ultimo minuto, stando all'ufficialità.
Favre risponde con un 4-2-3-1 modulabile in un più familiare 4-5-1 in fase di ripiegamento, sfruttando le doti di trequartista del neo-acquisto Raffael (prelevato dalla Dinamo Kiev, ex Hertha e Schalke 04).
Bayern e M'gladbach si ritrovano dopo aver giocato l'ultimo incontro della scorsa stagione di Bundesliga e dopo il quadrangolare della Telekom Cup, entrambi i match vinti dai bavaresi con l'amichevole estiva conclusasi con un punteggio pesantissimo: 5-1. La musica non è cambiata neppure in questa gara d'esordio anche se la partitura sembrava tutt'altro che già scritta poiché il Borussia nonostante l'iniziale bruciante doppio svantaggio ha avuto il merito di rimanere costantemente in partita.
In un primo tempo quasi perfetto sembra funzionare davvero tutto nei nuovi meccanismi del Bayern di Guardiola. Formazione che si muove all'unisono nelle due fasi, controllo assoluto del gioco, sovrapposizioni sulle fasce, inserimenti fulminei dei centrali di centrocampo (Müller in particolare). Complice una condizione atletica ancora non al top (vedi Schweinsteiger, reduce da un infortunio), la manovra della squadra del triplete comincia pian piano a scompaginarsi dopo la prima mezz'ora mettendo in evidenza problemi di saldatura tra i reparti e perdendo notevolmente in fluidità. Inoltre, calano le sovrapposizioni e gli inserimenti e molto spesso Schweinsteiger è costretto a scalare ben oltre i suoi compiti di prammatica (ovvero quando si alzano Lahm e Alaba) per mettere qualche toppa nella linea difensiva. Il Mönchengladbach, comunque sempre attento e ordinato, riesce a riaprire il match sul finale del primo tempo grazie a un pasticcio dell'ex Dante che infila Neuer su cross basso di Arango.
Nella seconda frazione di gioco il Borussia riprende campo e coraggio nel momento in cui il Bayern accusa una vistosa perdita di freschezza fisica e si rintana per il primo quarto d'ora in uno sterile possesso palla tentando di scardinare le compattissime linee del M'gladbach. Il centrocampo del Bayern fatica a costruire gioco agendo centralmente, va alla conclusione da fuori area con inusuale frequenza ma sconta una marcata imprecisione da parte di Kroos e Müller. Favre richiama costantemente all'ordine i suoi e l'attenzione dei tedeschi di Renania in chiusura è esemplare, Raffael lo si trova dappertutto, purtroppo a volte anche interpolato nelle linee di tiro di Kruse e De Joong. Come sempre, dall'era Heynckes, alla fine è il gioco sulle corsie laterali a premiare. Alaba e Lahm spingono tantissimo, soprattutto il primo da quando Lahm viene sospinto a centrocampo dopo l'ingresso di Rafinha per Müller, e Ribéry e Robben, come era accaduto nei primi 30 min., sono i giocatori che fanno immancabilmente la differenza generando scompiglio tra le linee avversarie e mandando letteralmente nel pallone Dominguez che si fa fischiare addirittura due rigori per fallo di mano a distanza di 1 minuto. Uno fallito da Müller e il secondo realizzato da un più concentrato Alaba per la vittoria finale.
Un Bayern Monaco che dunque mette in cassaforte le prime tre caselle nella lunghissima corsa al Meisterschale. Una squadra che ha cambiato pelle ma non mentalità e che con Guardiola mostra di avere ancora una grandissima fame di vittorie. Dinamiche di gioco e assetti assolutamente perfettibili e evidenti situazioni di fallibilità (molti i pericoli corsi dalla difesa bavarese) per uno stadio di maturazione non ancora raggiunto.
Elogi nonostante il risultato per gli uomini di Favre che hanno comunque saputo reggere un confronto impari sulla carta dimostrando sul campo di poter competere ad alti livelli.