Non ci saranno lacrime, non ci saranno momenti di commozione al fischio finale di domenica. La partita con il Qpr sarà una partita da vincere per chiudere in crescendo la prima stagione di Rodgers alla guida del Liverpool. Un finale che non convincerà nessuno, forse neanche lui stesso. Eppure Jamie Carragher ha chiuso cosi la sua ultima intervista con la maglia del Liverpool Football Club, ultima prima di scendere in campo per la presenza numero 737 di una carriera durata 16 anni. Un decennio e mezzo che non vale i tre punti, i gol di Sturridge, le magie di Coutinho o una clean sheet per Reina. I 45000 di Anfield avranno gli occhi puntati su un solo giocatore. Maglia numero 23, quella nuova della prossima stagione. Avranno il fiato sospeso per ogni contrasto, avranno un sospiro per ogni intercetto e un urlo liberatorio per ogni colpo di testa a liberare l'area. Già proprio l'area, quella di rigore, terreno di conquista per pochi quando a difenderla c'è stato lui.

Correva l'anno 1996 e, insieme ai vari Owen e Thompson, Carragher alzò al cielo la prima Fa Cup giovanile della storia. Non ci mise molto il tempo a regalargli quello che meritava. Nell'ottobre 1998 arrivò la firma sul contratto da professionista: a gennaio contro l'Aston Villa, la Kop fece tremare la città al primo gol in maglia Red. Fu l'inizio di una di quelle storie d'amore di altri tempi. In panca sedeva Roy Evans e quella stagione Jamie totalizzò solo tre presenze. Stare in campo per lui era più importante di qualsiasi altra cosa: da difensore centrale, da esterno destro o sinistro con Houllier, ciò che contava era indossare quella maglia. La consacrazione arriva proprio con il francese a dirigere i giochi. Il 2001 è l'anno del Treble, Fa Cup, Coppa di Lega e Coppa Uefa. Carragher è insostituibile con le sue 58 presenze. Nonostante i suoi numeri, la nazionale di Keegan, altro pezzo di storia del Liverpool, lo aveva già convocato nel 1999, regalandogli l'esordio contro l'Ungheria, lui capitano dei record dell'uner 21 con le 27 presenze non ancora battute.

Un grave infortunio però, lo costringe a rinunciare ai mondiali del 2002. L'arrivo di Benitez sembra poter scalfire il ruolo da titolare inamovibile conquistato con sudore e fatica, ma in ogni allenamento Jamie sa mettere qualcosa in più degli altri. La passione, la voglia di esserci in ogni momento e ad ogni costo, fanno capire a tutti che rinunciare a lui è come farsi un autogol. L'apice della carriera arriva nella indimenticabile e indimenticata notte di Istanbul. Anno 2005 e i fratelli di Liverpool, Carragher e Gerrard, guidano i Reds ad una storica rimonta contro il Milan che vale, dopo una battaglia infinita, l'estasi per la vittoria della Champions League. Crampi, stanchezza, e la senzazione di aver riscritto la storia sono emozioni troppo grandi da descrivere a parole.

Su esplicita richiesta di Gerrard, Carragher indossa la fascia da capitano nella finale di Supercoppa Europea con il Cska Mosca e nella finale di Community Shield del 2006 con il Chelsea. Omaggio, riconoscenza, tributo ad un giocatore silenzioso ma estremamente decisivo quando serve. Due contratti da quattro anni sono il giusto premio ad un uomo vero, ad un calciatore esemplare che detiene il record di presenze in campo europeo,147, ed è secondo solo a Ian Callaghan per il numero totale di apparizioni. Nel 2007 però, Carragher decide di lasciare una nazionale che, nonostante l'Europeo dl 2004 e un mondiale 2006 sempre ai margini, non lo ha saputo ripagare. Sarà Capello nel 2010 a chiamarlo per il Sud Africa, lui accetta e gioca un paio di partite.

La lenta ma inesorabile parabola discendente del Liverpool coincidono con l'ingresso definitivo di Carragher nei cuori dei tifosi del Liverpool. Le panchine e le esclusioni non intaccano una storia fatta di rispetto e lealtà. Il suo cuore enorme e la sua determinazione nel lasciare un segno indelebile negli almanacchi del calcio, lo portano ad abbattere anno dopo anno, stagione dopo stagione, battaglia dopo battaglia, i record che lo consegneranno di diritto nell'elite del calcio inglese e mondiale. Esempio di professionalità ineccepibile, decide di lasciare il calcio prima che il calcio lasci lui. Emblema di ciò che dovrebbe essere lo sport, umiltà e voglia di lavorare in campo anche a 35 anni.

Rodgers non avrebbe voluto privarsene, ma subisce una scelta frutto della consapevolezza di essere ancora oggi un faro in campo per la squadra. A Gerrard mancherà Carragher per il resto della sua carriera, a Carragher mancherà Gerrard in campo nella sua ultima partita a causa dell'operazione alla spalla. Domenica intanto si avvicina, e mai come questa volta tutti vorrebbero allontanare il football day, coscienti che alla prossima ad Anfield mancherà il guerriero che indossava la maglia numero 23.